giovedì 31 maggio 2018

Tipicità in Blu, alla 5ª edizione si parla di mare

Tipicità in Blu, 

alla 5ª edizione
si parla di mare, 

si parla 

di economia




Un fitto calendario di eventi ambientati tra strade, palazzi, aziende e banchine di una città, Ancona, che merita di essere riscoperta e che, con Tipicità in Blu, riscopre ella stessa il suo rapporto con il mare. 

«Il Festival della blue economy - lo definisce Angelo Serra, direttore di Tipicità - che cerca di mettere in luce i vari aspetti dell'economia del mare». Un quadro vasto e ambizioso a dir poco, ma allo stesso tempo tanto reale quanto connesso in ogni suo aspetto. Rilancia a questo proposito Pierpaolo Sediari, vicesindaco di Ancona: «Tipicità in blu ha come obiettivo quello di far rivivere le tradizioni non soltanto enogastronomiche della città di Ancona, vuole mettere in luce il rapporto che la città ha con il suo mare».


Non è poco, si può pensare, né da immaginare, figuriamoci da gestire. Eppure la squadra di Tipicità, insieme naturalmente al ruolo attivo dell'amministrazione comunale, ce la fa sempre meglio, edizione dopo edizione. Ecco allora che quando ad Ancona, nel weekend dal 17 al 20 maggio, si parla di economia del mare, si pensa alla gastronomia, alla cantieristica, alla crocieristica e ai rapporti che da sempre sopravvivono, più o meno fiorenti, nella macroregione adriatico-ionica della quale Ancona fa parte. Vale la pena, raccogliendo spunti e riflettendoci, citare uno per uno questi aspetti. Contestualizzandoli, naturalmente.

(Tipicità in Blu, alla 5ª edizione si parla di mare, si parla di economia)
Ancona vista dal Duomo di San Ciriaco

La cucina
A fare da apripista non può che essere la gastronomia marinara, una cucina che parte dal mare e racconta il mare. Protagonista in questo senso il Blu Village presso il Mercato Ittico, dove ogni sera una fiumana di persone confluiva ad assaggiare piatti semplici, pura espressione del mare Adriatico: Linguine ai moscioli, Fritture di calamari e gamberoni, Lumache di mare, Cozze gratinate, tutto accompagnato da una bottiglia di Verdicchio fresco. «La sera di sabato 19 - ha commentato il vicesindaco di Ancona - abbiamo avuto ben 3.500 persone che abbiamo dovuto soddisfare in circa 3 ore con tutte le eccellenze del nostro mare, del nostro pescato. Un'affluenza di pubblico che non ci aspettavamo».

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Il Blu Village

Tra le iniziative "ai fornelli" di Tipicità in blu, anche la Sailing Chef, al suo secondo anno di vita: una regata a cui «quest'anno - ci tiene a sottolineare Angelo Serri - hanno partecipato addirittura 15 equipaggi». Un cuoco per ogni imbarcazione; ad ogni cuoco, all'inizio della competizione sportiva, è stato assegnato un paniere di prodotti, uguale per tutti; il piatto è stato preparato durante la gara e al termine è stato consegnato ad una giuria di esperti che hanno scelto il migliore.

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Quest'anno, tra i giudici, due personaggi di spicco nel panorama culinario marchigiano, vale a dire Enrico Mazzaroni de Il Tiglio in Vita e Barbara Settembri, delegato Euro-Toques per le Marche e chef patron del ristorante La Locanda dei Matteri: «È stato molto bello - ha detto la giovane cuoca - vedere come questi cuochi si siano impegnati durante la regata in mare a preparare questi piatti, molti di ottima qualità nonostante le difficoltà della navigazione». Il vincitore della Sailing Chef 2018 è stato Mae Ree di Sergio Branciari.



Gli "incontri" in mare
Dico gli incontri, e non parlo solo di cucina questa volta, ma alle lunghe relazioni intraprese con altre "compagne di navigazione" che hanno fatto compagnia ad Ancona nel corso degli anni, o meglio, dei secoli.

«Ogni anno - ha riassunto Serri - ci confrontiamo con una realtà dell'altra sponda dell'Adriatico e dello Ionio. Abbiamo iniziato con Kotor in Montenegro, abbiamo proseguito con Spalato in Croazia e con Igoumenitsa in Grecia, fino a quest'anno, con Durazzo in Albania. Con queste tipologie di rapporti cerchiamo di creare dei canali di comunicazione».

Alfred Markus, Pierpaolo Sediari, Fabio Romagnoli e Zhulien Varfaj (Tipicità in Blu, alla 5ª edizione si parla di mare, si parla di economia)
Alfred Markus, Pierpaolo Sediari, Fabio Romagnoli e Zhulien Varfaj (vicesindaco di Durazzo)

Questi canali di comunicazione annoverano, tra i tanti risvolti, anche una stimolante competizione (chiaramente amichevole) in cucina tra un cuoco anconetano e uno proveniente dalla città estera. Quest'anno a sfidarsi, nella splendida location dell'Hotel Excelsior La Fonte di Portonovo, sono stati l'italiano Fabio Romagnoli e l'albanese Alfred Markus: «Insieme cucinano gli stessi pesci - racconta fiero Serri - che poi sono i pesci di questo mare che ci unisce, ognuno li interpreta e li presenta come preferisce. Questo è anche un modo di stringere relazioni, di fare diplomazia nel piatto». E i piatti, parer mio, più "diplomatici", sono stati le Chitarrine in salsa di Moscioli Dop di Portonovo di Romagnoli, ricetta davvero emblematica del territorio anconetano, e il Bulgur con sogliola e gallette con le noci, tipico della tradizione albanese, gustato con tanto apprezzamento e convivialità da tutti.

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Bulgur con sogliola e gallette con le noci - Alfred Markus

Mi si conceda una piccola parentesi, a far da preambolo: capita che manifestazioni così grandi siano uno specchietto per allodole, esaltino iniziative e collaborazioni per poi dimenticarle una volta chiusi i "tot giorni", riaprendole soltanto l'anno successivo. Non è questo il caso! Parlo ad esempio delle relazioni con Durazzo e l'Albania.

La crocieristica
Ancona, Bari e Trieste sono i punti di partenza, mentre Durazzo è il punto d'arrivo. Questa è l'offerta turistica di Adria Ferries, una realtà già viva da anni ad Ancona, che più recentemente ha deciso di relegare una "parte" dei suoi collegamenti via mare al pubblico, creando così delle imbarcazioni funzionali e ospitali che durante il periodo estivo fungano da mezzo per spostarsi in quella "nuova landa turistica" che è, appunto l'Albania.

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Pacchetti preparati ad hoc, ci racconta Alberto Rossi, titolare dell'azienda, che all'inizio non era facile organizzare, perché «dall'altra parte non c'era ancora l'attitudine a questa tipologia di turismo. Noi eravamo sempre pronti a intervenire, perché eravamo noi a metterci la faccia, noi a confrontarci con i nostri clienti italiani». Ma l'obiettivo è ben riuscito. Non si pensi a Costa Crociere o Msc, sia chiaro, ma in poche ore, in una struttura a cui non manca nulla, dalle camere ai servizi, si arriva in Albania senza inceppi e con ogni comodità.

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Il capitano, di origini finlandesi, della AF Michela

Marina, Francesca e Michela le navi che portano a Durazzo, i cui nomi richiamano le figlie e la moglie di Alberto. Si capisce come Adria Ferries, realtà che nell'attività portuale di Ancona, e non solo, fa la parte del leone, sia portata avanti con impegno, esperienza e amore per il proprio mestiere e per la propria città. Ma anche con un po' d'intuito: «Io non so come a mio padre sia venuto questo lampo di genio, di puntare e scommettere sull'Albania qualche anno fa» ci ha detto Michela Rossi... Beh, intuito, esperienza o capacità, Alberto ha trovato una soluzione più che azzeccata.

La storia... in mare
Tuttavia, i rapporti di Ancona, città marittima e area portuale nevralgica nei secoli, non solo all'estero si sono rivolti, e Tipicità in blu ha colto l'occasione per ricordarlo. Nel 1848 Venezia, storica rivale del capoluogo marchigiano, era sotto assedio dell'Impero Asburgico e trovò aiuti e soccorsi proprio in Ancona: un superamento delle diversità, delle avversità in nome di un ideale d'Italia ormai fiorente e pronto, da lì a pochi anni, a divenir realtà. Cittadini del posto, amici tra loro, impegnati in un'avvicinente e divertente rievocazione storica, alla quale oltre al sindaco di Ancona ha preso parte anche l'assessore al Turismo di Venezia Paola Mar.

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La rievocazione storica del periodo in cui Ancona soccorse Venezia, 1848

«Venezia ha già partecipato alla passata edizione di Tipicità - ricorda Angelo Serri - sono per noi molto importanti anche le realtà dell'Adriatico italiano».

La storia... in città
A parlar di Ancona viene in mente Pasolini e la sua celebre descrizione "Una città di mare con passeggiate in terra ferma", e poi l'ironia a parlare di una condizione, per così dire, burbera dei cittadini di Ancona, visto il loro sguardo mai rivolto alle bellezze dell'orizzonte. Seppur detta con allegria e un velato sarcasmo, Pasolini dipinge una città che per decine di anni non ha avuto più il coraggio di voltarsi verso le sue acque, rimanendo arroccata nelle sue strade. Il retaggio è quello della seconda guerra mondiale, di una città messa in ginocchio, del ricordo delle bombe, o come ha ricordato l'assessore alla Cultura di Ancona, Paolo Marasca, di quella bomba che ha ucciso in un tunnel oltre 600 "nascosti" in un solo colpo.

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La Pala Gozzi del Tiziano

E non solo, purtroppo: «Ancona è una città fantastica che va riscoperta. Porta ancora le ferite del terremoto, le ferite della frana che nel 1982 ha devastato un quartiere davvero grande». Toccante il discorso del vicesindaco, legato professionalmente e personalmente alla sua città: ricordandone il rapporto con il mare, aggiunge: «Sembra uno scherzo, ma cercare di coniugare e ricucire i rapporti tra il centro storico e il mare non è una cosa facile. Noi ci proviamo anche attraverso questo festival».

Paolo Marasca (Tipicità in Blu, alla 5ª edizione si parla di mare, si parla di economia)
Paolo Marasca

Ma la città non si arrende, e riparte da se stessa e per se stessa. Lo fa con l'arte, con una Pinacoteca che, seppur non ancora terminata, già è aperta al pubblico, perché «i luoghi di cultura - come ha ricordato Marasca - se restano chiusi poi vengono dimenticati». Una veloce panoramica culturale: la Pinacoteca è uno dei quattro musei ad Ancona, tra i quali c'è quello Archeologico Nazionale, con una collezione unica di reperti dell'epoca romana; all'interno della Pinacoteca le opere sono disposte in ordine tematico e non cronologico, una visita alternativa, per cambiare; una visita che ha il suo culmine nella Pala Gozzi del Tiziano, al tempo commissionato dalla Serenissima, dove dietro ad una prima "spennellata" di stampo chiaramente cristiano si nasconde l'allegorica supremazia veneziana sulle altre principali città dell'Adriatico.

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Il Duomo di San Ciriaco

Ma la cultura non si ferma, rinchiusa tra le pareti di un museo: il comune ha avviato un progetto, detto "Waterfront", per riqualificare un'ampia porzione di città ancora in difficoltà ma dalle enormi potenzialità artistico-turistiche. Si va quindi dalla bella Mole Vanvitelliana (anni fa fortino in periodi di guerra e luogo d'isolamento in periodo di epidemie) passando per il porto e arrivando fino all'Arco di Traiano, magari scorgendo dal basso all'alto il Duomo di San Ciriaco, costruito appositamente per essere visto e goduto dal mare.

Le aziende
Ci si perde, a parlare di una città che non si conosceva e che ci ha rivelato delle belle sorprese. Ma non dimentichiamo che Tipicità in blu, in tutte le sue sfaccettature, vuole concentrarsi principalmente sulla blue economy, come abbiamo detto. E chi meglio delle grandi aziende cittadine può rappresentare questo "topic" e portare avanti questa scommessa?

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Fincantieri

La prima è Fincantieri, che per l'occasione ha aperto i suoi cantieri, appunto (accidentale ma inevitabile gioco di parole...) al pubblico, entusiasta quest'ultimo nell'osservare la laboriosità di operai al lavoro nella realizzazione di grandi navi da crociera. Qui mediamente si lavora su un "esemplare" dai 18 ai 24 mesi, ma il risultato - quella che ci è stata mostrata è una nave da crociera in fieri destinata ad una compagnia di lusso norvegese - è decisamente degno dei migliori viaggi in mare al mondo.

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Conferenza stampa per i 40 anni di Skalo

La seconda è invece Skalo, azienda leader nella commercializzazione di prodotti ittici (dico leader, non per caso: Skalo è, secondo la più recente classifica della Fondazione Merloni per le principali imprese marchigiane, è al quinto posto di quelle alimentari regionali). Quest'anno festeggia i 40 anni dalla fondazione. La strada compiuta non è poca: ad esempio l'ampliamento merceologico dal solo ittico ad una gamma di forniture alimentari completa, con la tenuta costante di valori quali genuinità, qualità e tracciabilità; e ancora, il nuovo laboratorio di pesce al porto di Ancona, con spazi raddoppiati e introduzione di nuovi macchinari evoluti.

Lo scopo
Parlare di una realtà completamente "blu", a 360°, in questo caso è azzeccato, e pensare che una manifestazione come Tipicità in blu riesca ad inglobare tutto questo - e a farlo nella maniera più organizzata possibile - è davvero incredibile. Ma non stupisce se si pensa all'impegno che c'è alle spalle e al sostegno di un'amministrazione comunale che punta prima di tutto sulla pesca: «Un comparto che è sempre stato la cenerentola del settore economico della nostra città - spiega il vicesindaco - e che per questo va sempre incentivato e sviluppato. Con questo presupposto abbiamo creato, coinvolgendo città costiere fino a Civitanova Marche, da Falconara a Potenza Picena fino a Porto Recanati, il Flag - Fisheries Local Action Group, per intercettare attraverso bandi quei fondi internazionali messi a disposizione dall'Ue e dedicati appunto alla pesca».

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Il porto di Marina Dorica

«Questo format - aggiunge Angelo Serri, parlando in generale di Tipicità in blu - è sicuramente un successo perché coinvolge tutti gli attori della filiera del mare e riesce a promuovere quel turismo di mare che è trasversale a tutti gli altri aspetti citati. Continueremo su questa strada, cercando soprattutto di migliorarci nella qualità, perché da ogni edizione, se osserviamo con sguardo critico, senza crogiolarci nei successi, sicuramente possiamo trarre spunto per migliorarci».

Attività collaterali
Ho partecipato a Tipicità in blu e non mi sento di tralasciare momenti marginali sì, ma egualmente entusiasmanti che hanno caratterizzato la mia permanenza ad Ancona.

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I Rossi del Conero in degustazione alla Mole Vanvitelliana

Ad esempio la degustazione di vini del Conero alla Mole Vanvitelliana. Avviata per la prima volta quest'anno, mi ha permesso di scoprire intriganti novità e ritrovare vecchie conoscenze (sto parlando di vini, naturalmente). Tra queste ultime ci sono i vini Moroder. Avevamo degustato il loro impareggiabile cavallo di battaglia, il Dorico Conero Riserva Docg, in occasione di Terroir Marche; questa volta siamo andati su un più "basilare" Conero Riserva che ha comunque superato ogni aspettativa: ampio e intenso al naso, equilibrato; rotondo e corposo in bocca, gusto ricco e persistenza ottima, con un tannino praticamente assente. Tra le sorprese, invece, Flò, il Rosato Marche Igt di Vigna della Cava. Vinificato in bianco da uve Montepulciano, dimostra al naso e al palato tutta la sua eleganza e delicatezza, per poi chiudersi persistente lasciando in bocca tutti gli aromi appena accennati e la struttura del vitigno numero uno della zona.

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Poco più avanti, l'Isola delle due Sorelle

E ancora, una mini-crociera lungo le coste del Conero. Stupende da ammirare in ogni loro punto, rivelano scorci di storia: come un monumento ai caduti della seconda guerra mondiale appena sopra una scalinata d'architettura tipicamente fascista; o le grotte costruite meno di un secolo fa dai pescatori, oggi affittabili a prezzi non indifferenti; fino all'Isola delle due Sorelle, un luogo di natura inalterata, raccolta nel blu dell'Adriatico marchigiano più bello.

Staremo ora a vedere, la sesta edizione, che novità ci riserverà. Ma partiamo già forse un po' troppo speranzosi, con dei bei ricordi alle spalle, e curiosi, pronti a tornare, sicuri di ritrovare l'ospitalità di Ancona e del Seeport Hotel, dove abbiamo "più che soggiornato".

Per informazioni: www.tipicitainblu.it

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