lunedì 6 maggio 2019

Made in Italy nel mondo Due prodotti su tre sono falsi

Made in Italy 

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Due prodotti 

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Il falso Made in Italy nel mondo è una piaga per il commercio italiano che, nonostante i tanti tentativi di contrasto, continua a crescere. 

Ad oggi vale, secondo le stime di Coldiretti e Filiera Italia, 100 miliardi di euro. I dati sono stati resi noti in occasione dell’apertura di TuttoFood, in corso alla Fiera di Milano fino al 9 maggio. 

Dagli spaghetti coreani al prosciutto spacciato per San Daniele prodotto in Canada, fino al Parmesan confezionato un po’ ovunque nel mondo, la pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia, è in continua crescita.

(Made in Italy nel mondo Due prodotti su tre sono falsi)

Solo nell’ultimo decennio il commercio degli alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale, è aumentato del 70%. E il fenomeno rischia addirittura di moltiplicarsi, con le nuove guerre commerciali a partire dai dazi Usa nei confronti dell’Unione Europea con l’avvio, proprio in occasione dell’apertura di TuttoFood, dell’indagine da parte del Dipartimento del Commercio Usa che prevede l’audizione pubblica delle parti interessate e il successivo invio di considerazioni scritte sulle misure proposte dall’Amministrazione Trump entro la fine del mese. «A far esplodere il falso, che ruba all' Italia 300mila posti di lavoro - sostiene Coldiretti - è stata paradossalmente la “fame” di made In Italy all’estero, con la proliferazione di imitazioni low cost, ma anche le guerre commerciali scaturite dalle tensioni politiche, come dimostra l’embargo russo, con un vero boom nella produzione locale del cibo Made in Italy taroccato, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin».

Nello stand allestito proprio a TuttoFood (Padiglione 1 - Stand A02 - B01), Coldiretti mette in mostra i casi più eclatanti di falso Made in Italy a tavola, con l’anteprima della mostra su “L’inganno del falso Made in Italy nel piatto”.
Nonostante il record delle esportazioni agroalimentari Made in Italy, che nel 2018 hanno raggiunto il valore di 41,8 miliardi, oggi più di due prodotti di tipo italiano su tre venduti nel mondo sono falsi con il fenomeno del cosiddetto italian sounding che colpisce in misura diversa tutti i prodotti. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati secondo la Coldiretti ci sono i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano.

«A preoccupare è ora - continuano Coldiretti e Filiera Italia - l’emergere di misure protezionistiche e la chiusura delle frontiere a partire dalla minaccia di Trump che mettere i dazi sui prodotti europei con la pubblicazione di un black list dei prodotti europei da colpire per un importo complessivo di 11 miliardi di dollari che comprende anche importanti prodotti agroalimentari di interesse nazionale come i vini tra i quali il Prosecco ed il Marsala, formaggi, ma anche l’olio di oliva, gli agrumi, l’uva, le marmellate, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici tra gli alimentari e le bevande colpite. Con i dazi aumenterebbero i prezzi dei prodotti italiani sul mercato americano e sarebbero più competitive le falsificazioni ottenute sul territorio statunitense e quelle provenienti da Paesi non colpiti dalle misure di Trump. Basta pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina».

Il problema riguarda un po’ tutte le categorie merceologiche come l’olio Pompeian made in Usa, i salumi più prestigiosi, dalle imitazioni del Parma e del San Daniele alla mortadella Bologna o al salame Milano, senza dimenticare i pomodori, come il San Marzano che viene prodotto in California e venduto in tutti gli Stati Uniti. «Un pericolo che - precisano Coldiretti e Filiera Italia - riguarda anche la Brexit poiché nel caso di uscita della Gran Bretagna senza accordo con l’Unione Europea non sarebbe garantita la stessa tutela giuridica dei prodotti a denominazione di origine che, senza protezione europea, rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione. Basta pensare ai casi, smascherati in passato in Gran Bretagna, della vendita di falso prosecco alla spina o in lattina fino ai wine kit o ai parmesan kit».

Sulle nuove sfide dell’agroalimentare nazionale, domani (alle 14,30) all’Auditorium della Fiera di Milano a Rho parteciperà al Forum organizzato da Filiera Italia e Coldiretti a TuttoFood il premier Giuseppe Conte. Le imprese agricole italiane e i principali marchi dell’industria alimentare nazionale presenteranno al presidente del Consiglio una realtà da primato del Made in Italy nel mondo ma anche le criticità da affrontare ed i progetti di crescita da realizzare in Italia e all’estero. Sarà illustrato il primo studio sul valore della filiera agroalimentare italiana dal presidente del Censis Giuseppe De Rita.
Italiaatavola

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