Ai domiciliari
l’ad di Tigros
«Tangente
per aprire
supermarket»
Paolo Orrigoni è accusato di corruzione. Per il gip pagò 50mila euro in cambio di una variante di destinazione d'uso di un’area a Gallarate, in provincia di Varese.
Per l'anticipo di 50 mila euro di una presunta tangente "camuffata" come consulenza a uno studio di ingegneria, in cambio di una variante di destinazione d'uso di un terreno a Gallarate, nel Varesotto, sul quale aprire un nuovo supermercato, è finito nei guai Paolo Orrigoni, amministratore delegato di Tigros, società della grande distribuzione che conta oltre 60 punti vendita tra Lombardia e Piemonte e più di 2mila dipendenti.
Da stamane all'alba l'imprenditore, 42 anni, con una carriera nell'azienda di famiglia e un impegno anche in politica al punto da candidarsi, nel 2016, per il centrodestra per la poltrona di sindaco di Varese, è ai domiciliari per corruzione. L'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Raffaella Mascarino e che per altre vicende riguarda anche l'ex europarlamentare azzurra Lara Comi e l'ex direttore generale di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale - quest'ultimo è in carcere - è stata eseguita stamane all'alba dalla Guardia di Finanza di Busto Arsizio. Al centro del provvedimento un nuovo capitolo dell'inchiesta della Dda milanese che ha squarciato il velo su un sistema di corruzione e di spartizione di appalti in Lombardia nato poco dopo la raffica di arresti che risalgono allo scorso maggio.
A parlare della vicenda del supermercato Tigros di Gallarate è stato primo fra tutti, l'imprenditore Pietro Tonetti, proprietario dell'area in questione e ai tempi pure lui ai domiciliari, e l'ex segretario provinciale di Forza Italia Alberto Bilardo e infine, l'ex coordinatore forzista di Varese, definito il 'burattinaio' del sistema, Gioacchino Caianiello e dell'ex assessore all'Urbanistica Alessandro Petrone. Dichiarazioni che, con altri riscontri, hanno consentito di ricostruire la vicenda. Secondo l'ipotesi, in sostanza, Orrigoni, che davanti ai pm prima dell'estate ha negato ogni addebito, sarebbe stato in realtà il "promotore dell'iniziativa illecita": un accordo che, passando attraverso Caianiello, prevedeva il versamento, attraverso Tonetti, dell'anticipo della 'presunta' stecca per ottenere dall'amministrazione comunale "il cambio di destinazione d'uso onde poter rapidamente iniziare l'attività commerciale".
Ma nelle pieghe dell'inchiesta, come riporta il provvedimento del giudice, emergono vicende, sulle quali sono in corso indagini, che riguardano "ulteriori insediamenti" di punti vendita Tigros "nei comuni di Milano e di Solbiate Olona" con tanto di "disponibilità", per quanto riguarda il capoluogo lombardo, di Pietro Tatarella ai tempi consigliere forzista a Palazzo Marino e Marco Bestetti presidente - non indagato - del Municipio 7 e ora coordinatore nazionale di FI Giovani a "dare un mano a Orrigoni".
Tigros conta oltre 60 supermercati in Lombardia e Piemonte
Da stamane all'alba l'imprenditore, 42 anni, con una carriera nell'azienda di famiglia e un impegno anche in politica al punto da candidarsi, nel 2016, per il centrodestra per la poltrona di sindaco di Varese, è ai domiciliari per corruzione. L'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Raffaella Mascarino e che per altre vicende riguarda anche l'ex europarlamentare azzurra Lara Comi e l'ex direttore generale di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale - quest'ultimo è in carcere - è stata eseguita stamane all'alba dalla Guardia di Finanza di Busto Arsizio. Al centro del provvedimento un nuovo capitolo dell'inchiesta della Dda milanese che ha squarciato il velo su un sistema di corruzione e di spartizione di appalti in Lombardia nato poco dopo la raffica di arresti che risalgono allo scorso maggio.
Paolo Orrigoni
A parlare della vicenda del supermercato Tigros di Gallarate è stato primo fra tutti, l'imprenditore Pietro Tonetti, proprietario dell'area in questione e ai tempi pure lui ai domiciliari, e l'ex segretario provinciale di Forza Italia Alberto Bilardo e infine, l'ex coordinatore forzista di Varese, definito il 'burattinaio' del sistema, Gioacchino Caianiello e dell'ex assessore all'Urbanistica Alessandro Petrone. Dichiarazioni che, con altri riscontri, hanno consentito di ricostruire la vicenda. Secondo l'ipotesi, in sostanza, Orrigoni, che davanti ai pm prima dell'estate ha negato ogni addebito, sarebbe stato in realtà il "promotore dell'iniziativa illecita": un accordo che, passando attraverso Caianiello, prevedeva il versamento, attraverso Tonetti, dell'anticipo della 'presunta' stecca per ottenere dall'amministrazione comunale "il cambio di destinazione d'uso onde poter rapidamente iniziare l'attività commerciale".
Ma nelle pieghe dell'inchiesta, come riporta il provvedimento del giudice, emergono vicende, sulle quali sono in corso indagini, che riguardano "ulteriori insediamenti" di punti vendita Tigros "nei comuni di Milano e di Solbiate Olona" con tanto di "disponibilità", per quanto riguarda il capoluogo lombardo, di Pietro Tatarella ai tempi consigliere forzista a Palazzo Marino e Marco Bestetti presidente - non indagato - del Municipio 7 e ora coordinatore nazionale di FI Giovani a "dare un mano a Orrigoni".
di Francesca Brunati
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