Innerhofer punta
a Cortina 2026
«L'alimentazione
mi aiuterà»
Il campione di sci alpino, l’italiano più vincente degli ultimi anni - almeno per quello che riguarda Mondiali e Olimpiadi - si racconta a Italia a Tavola tra dieta e abitudini alimentari. Ha 34 anni, ma il suo sogno nel cassetto è arrivare alle Olimpiadi italiane contando sull’esperienza, la passione e... il cibo giusto.
Essere campioni non significa solo saper vincere, ma anche dimostrarsi tali fuori dal campo di gara. O forse si è prima campioni fuori dalle gare e, di conseguenza, arrivano poi le vittorie. Si sa, ma ce lo si dimentica troppo spesso. A rinfrescare la memoria è uno che campione lo è: Christof Innerhofer, 34 anni da Brunico, due medaglie olimpiche di sci alpino in bacheca (1 argento in discesa libera e 1 bronzo in supercombinata a Sochi 2014) e tre iridate nella straordinaria rassegna di Garmisch nel 2011: oro in supergiante, argento in supercombinata e bronzo in discesa libera. Ci sono poi le sei vittorie in coppa del mondo, di cui due di assoluto prestigio: la discesa libera di Wengen e quella di Bormio.
Christof, quanto conta nella tua vita da atleta una dieta corretta, equilibrata, specifica e personalizzata?
Tantissimo. Devo ammettere che fino a una decina di anni fa non consideravo l’alimentazione un fattore determinante. Naturalmente mi regolavo, ho sempre avuto l’abitudine di fare una colazione ricca e completa, ma a pranzo, a cena e durante la giornata sbagliavo con gli equilibri. Esageravo con i carboidrati ad esempio, concedendomi due primi anche a cena oppure mangiavo ciò che mi piaceva di più.
Poi, cosa è successo?
A circa 25 anni, ho incontrato una persona esperta di nutrizione, molto preparata, con esperienze di alto livello soprattutto nel mondo del calcio e mi sono lasciato guidare da lui. Da subito ho notato la differenza. Ho migliorato le mie performance in gara, ho reso più efficiente ogni carico di allenamento, i tempi di recupero si sono abbassati, e poi anche a livello di benessere personale ho percepito un netto miglioramento.
Il cambio di abitudini è stato complicato?
No, per niente. Proprio perché ho trovato subito riscontro positivo in quello che stavo facendo e questo mi ha permesso di trovare il ritmo giusto e la perseveranza. Sai, fino a che non cambi abitudini non sai mai cosa potrebbe succedere a comportarsi diversamente, ma basta poco. C’è ancora però un po’ di “ignoranza” in generale in tema di alimentazione specifica, non tutti ne comprendono fino in fondo i benefici e l’utilità.
Riusciresti a quantificare l’importanza dell’alimentazione per uno sciatore professionista?
Sì, dico che incide al 30%. Ora posso dire tranquillamente che una dieta corretta condiziona la performance.
No, direi di no. Esistono però dei regimi alimentari che cambiano a seconda dei carichi di lavoro fatti durante gli allenamenti. Un conto è allenarsi sugli sci in inverno nel periodo delle gare, un altro è allenarsi “a secco” durante l’estate o la primavera. È determinante trovare sempre l’equilibrio in tutto quello che si fa e che si mangia.
Per voi che girate il mondo durante l’anno, quanto è complicato mantenere un regime alimentare corretto?
Può esserlo, ma con l’esperienza ho imparato a portare con me sempre gli alimenti dei quali ho necessariamente bisogno, i miei snack, i miei integratori, il mio pane nero che porto da casa, i fiocchi d’avena. È una priorità quando sono in trasferta.
Entrando nel dettaglio, ci racconti le tue abitudini alimentari nel corso della giornata?
La colazione è il pasto più importante e di solito la faccio in questo modo: due uova, pane nero con marmellata, yogurt di soia, fiocchi d’avena, frutta. Per pranzo un primo, 230 grammi di pasta o 180 di risotto, con insalata mista fatta da fagioli, piselli, mais, pomodori. Nel pomeriggio merenda con yogurt, fiocchi d’avena e frutta. In serata, per cena, le proteine: bistecca con al limite una piccolissima quantità di carboidrati. Durante il giorno poi bevo, bevo tantissimo: 5-6 litri di acqua.
Sembra una dieta molto ricca…
Vero, ma io ho bisogno di mangiare tanto perché brucio tanto.
Il tuo non sembra un fisico così massiccio come quello di alcuni tuoi colleghi, Dominik Paris o Beat Feuz ad esempio…
Loro pesano anche 15 chili in più di me, ma io ho sempre preferito curare la qualità dei miei muscoli piuttosto che la quantità. Una scelta personale che fino a qui ha pagato a livello agonistico e mi ha permesso di coltivare anche alcune passioni extra come posare da modello per alcuni miei sponsor che lavorano nel mondo della moda.
Inner, cosa ti auguri per il tuo futuro?
Parto dal presupposto che sciare per me è una grandissima passione. Mi sono sempre allenato bene e ho sempre curato il mio corpo. Ho avuto un grave infortunio durante la mia carriera, ma sono ancora integro e in forze: finché starò così andrò avanti a sciare. Pensare di arrivare a Milano-Cortina 2026 per me è un sogno che vorrei coltivare; grazie agli allenamenti e all’alimentazione appunto gli sciatori arrivano sempre più avanti con l’età ancora in grado di ottenere ottimi risultati per cui, ci proverò».
Parlare di sci con Christof Innerhofer è come parlare in seggiovia con un amico durante una sciata domenicale. Non c’è agonismo spasmodico nelle sue parole, ma voglia di condividere la passione vera che traspare dalla sua voce per la neve, lo sci e la montagna senza dimenticare mai che è professionista fino al midollo. Che non gareggia per lavoro, ma per godere.
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Le sue specialità sono Discesa libera e Super-G
Innerhofer risponde al telefono da Copper Mountain (Colorado, Usa) dove la nazionale italiana di velocità è in ritiro in vista dell’inizio della stagione vero e proprio dopo il “prologo” di Soelden. Tema dell’intervista, l’alimentazione. “Inner” non ha bisogno di nessuna particolare spiegazione del perché sia così interessante parlare di questo argomento in ambito sportivo, già sa da par suo.Christof, quanto conta nella tua vita da atleta una dieta corretta, equilibrata, specifica e personalizzata?
Tantissimo. Devo ammettere che fino a una decina di anni fa non consideravo l’alimentazione un fattore determinante. Naturalmente mi regolavo, ho sempre avuto l’abitudine di fare una colazione ricca e completa, ma a pranzo, a cena e durante la giornata sbagliavo con gli equilibri. Esageravo con i carboidrati ad esempio, concedendomi due primi anche a cena oppure mangiavo ciò che mi piaceva di più.
Poi, cosa è successo?
A circa 25 anni, ho incontrato una persona esperta di nutrizione, molto preparata, con esperienze di alto livello soprattutto nel mondo del calcio e mi sono lasciato guidare da lui. Da subito ho notato la differenza. Ho migliorato le mie performance in gara, ho reso più efficiente ogni carico di allenamento, i tempi di recupero si sono abbassati, e poi anche a livello di benessere personale ho percepito un netto miglioramento.
Il cambio di abitudini è stato complicato?
No, per niente. Proprio perché ho trovato subito riscontro positivo in quello che stavo facendo e questo mi ha permesso di trovare il ritmo giusto e la perseveranza. Sai, fino a che non cambi abitudini non sai mai cosa potrebbe succedere a comportarsi diversamente, ma basta poco. C’è ancora però un po’ di “ignoranza” in generale in tema di alimentazione specifica, non tutti ne comprendono fino in fondo i benefici e l’utilità.
Riusciresti a quantificare l’importanza dell’alimentazione per uno sciatore professionista?
Sì, dico che incide al 30%. Ora posso dire tranquillamente che una dieta corretta condiziona la performance.
Christof Innerhofer con le medaglie al collo
Nel mondo dello sci alpino esistono specialità anche molto diverse tra di loro; si va dallo slalom speciale dove l’agilità è determinante fino alla discesa libera dove è la massa muscolare a fare la differenza. Esistono tabelle alimentare differenti per le varie specialità?No, direi di no. Esistono però dei regimi alimentari che cambiano a seconda dei carichi di lavoro fatti durante gli allenamenti. Un conto è allenarsi sugli sci in inverno nel periodo delle gare, un altro è allenarsi “a secco” durante l’estate o la primavera. È determinante trovare sempre l’equilibrio in tutto quello che si fa e che si mangia.
Per voi che girate il mondo durante l’anno, quanto è complicato mantenere un regime alimentare corretto?
Può esserlo, ma con l’esperienza ho imparato a portare con me sempre gli alimenti dei quali ho necessariamente bisogno, i miei snack, i miei integratori, il mio pane nero che porto da casa, i fiocchi d’avena. È una priorità quando sono in trasferta.
Entrando nel dettaglio, ci racconti le tue abitudini alimentari nel corso della giornata?
La colazione è il pasto più importante e di solito la faccio in questo modo: due uova, pane nero con marmellata, yogurt di soia, fiocchi d’avena, frutta. Per pranzo un primo, 230 grammi di pasta o 180 di risotto, con insalata mista fatta da fagioli, piselli, mais, pomodori. Nel pomeriggio merenda con yogurt, fiocchi d’avena e frutta. In serata, per cena, le proteine: bistecca con al limite una piccolissima quantità di carboidrati. Durante il giorno poi bevo, bevo tantissimo: 5-6 litri di acqua.
Sembra una dieta molto ricca…
Vero, ma io ho bisogno di mangiare tanto perché brucio tanto.
Il tuo non sembra un fisico così massiccio come quello di alcuni tuoi colleghi, Dominik Paris o Beat Feuz ad esempio…
Loro pesano anche 15 chili in più di me, ma io ho sempre preferito curare la qualità dei miei muscoli piuttosto che la quantità. Una scelta personale che fino a qui ha pagato a livello agonistico e mi ha permesso di coltivare anche alcune passioni extra come posare da modello per alcuni miei sponsor che lavorano nel mondo della moda.
Inner, cosa ti auguri per il tuo futuro?
Parto dal presupposto che sciare per me è una grandissima passione. Mi sono sempre allenato bene e ho sempre curato il mio corpo. Ho avuto un grave infortunio durante la mia carriera, ma sono ancora integro e in forze: finché starò così andrò avanti a sciare. Pensare di arrivare a Milano-Cortina 2026 per me è un sogno che vorrei coltivare; grazie agli allenamenti e all’alimentazione appunto gli sciatori arrivano sempre più avanti con l’età ancora in grado di ottenere ottimi risultati per cui, ci proverò».
Parlare di sci con Christof Innerhofer è come parlare in seggiovia con un amico durante una sciata domenicale. Non c’è agonismo spasmodico nelle sue parole, ma voglia di condividere la passione vera che traspare dalla sua voce per la neve, lo sci e la montagna senza dimenticare mai che è professionista fino al midollo. Che non gareggia per lavoro, ma per godere.
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