Toscana, con l'ordinanza
di Rossi le attività
«trovano un equilibrio»
Enrico Rossi |
Scandendo i tempi e le modalità di riapertura (e di comportamento dei lavoratori), il presidente della Toscana ha trovato l'apprezzamento sia di Confesercenti Toscana che di Confcommercio Toscana.
Enrico Rossi, presidente della Toscana, ha firmato una nuova ordinanza che chiarisce come la Regione dovrà regolarsi da qui fino all'inizio di maggio, termine ultimo coincidente con il decreto governativo dell'11 aprile. Un'ordinanza che chiarisce le chiusure dopo Pasqua e Pasquetta anche per il 25 aprile e il 1 maggio per quanto riguarda le attività commerciali (deroghe solo per farmacie, edicole e consegne a domicilio); un'ordinanza che vuole evitare flussi di persone fuori nei giorni di festa; un'ordinanza che fa luce anche su altri temi come la consegna dei mezzi navali o la manutenzione delle attività turistiche; un'ordinanza infine che ha trovato l'apprezzamento delle associazioni del commercio, in particolare per il ripristino della parità di condizioni per tutti gli esercizi commerciali finora a vario titolo autorizzati ad operare.
«La distanza sociale, stabilita di norma in 1,80 metri, è per noi molto impegnativa, probabilmente difficile da far rispettare in tutte le circostanze, anche se applicabile a tutte le tipologie di attività», affermano all’unisono Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana, e Anna Lapini, presidente di Confcommercio Toscana. Queste regole non valgono per il turismo, bar e pubblici esercizi che saranno oggetto di un provvedimento specifico. «Sono altresì apprezzabili - proseguono i due presidenti del commercio - i chiarimenti circa l’interpretazione da dare al concetto di “sanificazione”, effettuabile secondo le parole del presidente Rossi anche individualmente dai responsabili di ogni esercizio, con prodotti normalmente in commercio e documentabile con una semplice autocertificazione. Così come è positivo il ricorso all’autocertificazione anche per la determinazione delle condizioni di salute del dipendente, che deve presentarsi al lavoro solo se non ha febbre o sintomi, difficilmente accertabili altrimenti».
Particolare soddisfazione hanno espresso i due presidenti per la preannunciata autorizzazione all’attività di asporto per i ristoratori, in quanto per la categoria «si tratta di un risultato estremamente importante, non solo in prospettiva della ripresa delle attività di somministrazione quanto, fin d’ora, in questa fase di chiusura dei ristoranti, che così potranno, oltre che con l’attività di “delivery”, lavorare anche con la consegna del prodotto direttamente al cliente. Che, dietro appuntamento e quindi senza alcun assembramento, potrà presentarsi a ritirarlo personalmente».
L’assicurazione di Enrico Rossi di procedere quanto prima in questa direzione con una nuova ordinanza nella quale saranno autorizzate espressamente anche le attività di vendita di calzature per bambini e dei fiori, secondo i due presidenti «riequilibra una situazione di ingiusta discriminazione tra diverse attività del commercio».ITALIAATAVOLA
Enrico Rossi
«La distanza sociale, stabilita di norma in 1,80 metri, è per noi molto impegnativa, probabilmente difficile da far rispettare in tutte le circostanze, anche se applicabile a tutte le tipologie di attività», affermano all’unisono Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana, e Anna Lapini, presidente di Confcommercio Toscana. Queste regole non valgono per il turismo, bar e pubblici esercizi che saranno oggetto di un provvedimento specifico. «Sono altresì apprezzabili - proseguono i due presidenti del commercio - i chiarimenti circa l’interpretazione da dare al concetto di “sanificazione”, effettuabile secondo le parole del presidente Rossi anche individualmente dai responsabili di ogni esercizio, con prodotti normalmente in commercio e documentabile con una semplice autocertificazione. Così come è positivo il ricorso all’autocertificazione anche per la determinazione delle condizioni di salute del dipendente, che deve presentarsi al lavoro solo se non ha febbre o sintomi, difficilmente accertabili altrimenti».
Anna Lapini e Nico Gronchi
Particolare soddisfazione hanno espresso i due presidenti per la preannunciata autorizzazione all’attività di asporto per i ristoratori, in quanto per la categoria «si tratta di un risultato estremamente importante, non solo in prospettiva della ripresa delle attività di somministrazione quanto, fin d’ora, in questa fase di chiusura dei ristoranti, che così potranno, oltre che con l’attività di “delivery”, lavorare anche con la consegna del prodotto direttamente al cliente. Che, dietro appuntamento e quindi senza alcun assembramento, potrà presentarsi a ritirarlo personalmente».
L’assicurazione di Enrico Rossi di procedere quanto prima in questa direzione con una nuova ordinanza nella quale saranno autorizzate espressamente anche le attività di vendita di calzature per bambini e dei fiori, secondo i due presidenti «riequilibra una situazione di ingiusta discriminazione tra diverse attività del commercio».ITALIAATAVOLA
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