Arriva una buona notizia
per le mense:
cambiano
le regole
per i contratti
Massimiliano Fabbro |
Èun settore importante in profonda crisi. Stiamo parlando della ristorazione collettiva, che pur continuando a operare, tra didattica a distanza e smart working, ha dimezzato i fatturati. Un comparto che si è adeguato in tempi record ai protocolli di sicurezza e fronteggiare le nuove richieste dei committenti.
Per le mese ora arriva una buona notizia. Con l’accoglimento da parte dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) delle richieste di Anir Confindustria (l’associazione nazionale imprese dei servizi di ristorazione collettiva aderente alla federazione Confindustria Servizi Hcfs) cambiano, infatti, le regole per i contratti, rivedendo le regole di ingaggio, a seguito di “circostante impreviste ed imprevedibili”.
«L’Autorità nazionale anticorruzione ha espresso un importante parere, con delibera 1022 del 25 novembre scorso, riconoscendo l’incidenza dell’emergenza sanitaria sui contratti in essere relativi ai servizi di ristorazione collettiva – spiega Massimiliano Fabbro, presidente di Anir-Confindustria - Vista la necessità di applicare le norme anticontagio, le imprese che si occupano di gestire le mense hanno dovuto adeguarsi ai protocolli di sicurezza anti-covid come pure fronteggiare richieste ulteriori da parte dei committenti. Questi aspetti rappresentano il presupposto per riscontrare una variante in corso d’opera per ‘circostante impreviste ed imprevedibili’ così come stabilito dal codice degli appalti».
Ora si attendono altre misure dal Governo
«Si tratta di un segnale importante – prosegue Fabbro - per andare incontro alle imprese che hanno visto stravolgere le modalità di esecuzione e i costi degli appalti per servizi di ristorazione collettiva che hanno maggiormente risentito della crisi pandemica. Se pensiamo alle mense nelle scuole, negli uffici, negli ospedali o nei presidi militari, l’organizzazione è stata rivoluzionata per garantire servizi sicuri. Ma le imprese, per adeguarsi a questo, hanno affrontato situazioni non previste negli appalti stipulati in epoca pre-covid, lasciando inalterata la natura del contratto. Per Anir Confindustria che ha chiesto fortemente un chiarimento dall’Anac, si tratta di una grande risultato, che ci aspettiamo sia accompagnata anche da altre misure di carattere governativo (in sede di bilancio o nella definizione di ulteriori ristori) per consentire alle imprese della ristorazione di superare la crisi e ridisegnare la propria identità in funzione delle mutate dinamiche lavorative nel nostro Paese. Il parere Anac ci consente ora, all’interno della nostra rappresentanza, di avviare un dialogo con le amministrazioni centrali dello Stato per valutare le opportune varianti e rinegoziazioni, mentre con altri enti queste istanze erano già state positivamente valutate e messe in atto». italiaatavola
«L’Autorità nazionale anticorruzione ha espresso un importante parere, con delibera 1022 del 25 novembre scorso, riconoscendo l’incidenza dell’emergenza sanitaria sui contratti in essere relativi ai servizi di ristorazione collettiva – spiega Massimiliano Fabbro, presidente di Anir-Confindustria - Vista la necessità di applicare le norme anticontagio, le imprese che si occupano di gestire le mense hanno dovuto adeguarsi ai protocolli di sicurezza anti-covid come pure fronteggiare richieste ulteriori da parte dei committenti. Questi aspetti rappresentano il presupposto per riscontrare una variante in corso d’opera per ‘circostante impreviste ed imprevedibili’ così come stabilito dal codice degli appalti».
Ora si attendono altre misure dal Governo
«Si tratta di un segnale importante – prosegue Fabbro - per andare incontro alle imprese che hanno visto stravolgere le modalità di esecuzione e i costi degli appalti per servizi di ristorazione collettiva che hanno maggiormente risentito della crisi pandemica. Se pensiamo alle mense nelle scuole, negli uffici, negli ospedali o nei presidi militari, l’organizzazione è stata rivoluzionata per garantire servizi sicuri. Ma le imprese, per adeguarsi a questo, hanno affrontato situazioni non previste negli appalti stipulati in epoca pre-covid, lasciando inalterata la natura del contratto. Per Anir Confindustria che ha chiesto fortemente un chiarimento dall’Anac, si tratta di una grande risultato, che ci aspettiamo sia accompagnata anche da altre misure di carattere governativo (in sede di bilancio o nella definizione di ulteriori ristori) per consentire alle imprese della ristorazione di superare la crisi e ridisegnare la propria identità in funzione delle mutate dinamiche lavorative nel nostro Paese. Il parere Anac ci consente ora, all’interno della nostra rappresentanza, di avviare un dialogo con le amministrazioni centrali dello Stato per valutare le opportune varianti e rinegoziazioni, mentre con altri enti queste istanze erano già state positivamente valutate e messe in atto». italiaatavola
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