Venezia, il Londra
Palace chiuso
paga stipendi
e 13a ai dipendenti
L’Hotel chiuso paga i dipendenti come fosse aperto. Il personale in cassa integrazione per i mesi di novembre e dicembre del Londra Palace in Riva degli Schiavoni a Venezia non solo percepirà lo stipendio pieno, ma anche la tredicesima. Come se lavorasse a tempo pieno.
Un bonus governativo inatteso? Nient’affatto: solo la solidarietà (e l’umanità) della proprietà, la Bacamul Spa, che benché in perdita a causa della chiusura della struttura, metterà di tasca proprio quello che manca, perché i soldi della Cig arrivano in ritardo e in quantità non sempre corrispondenti a quanto dichiarato sulla carta, a causa dei massimali rispetto ai quali non si va oltre.
Dall’Acqua Granda alle ondate del Covid
Ma le persone, come le città d’arte devono pur (soprav)vivere, e se per queste ci può pensare solo il Governo che interviene (e il virus che sperabilmente arretra), ai dipendenti un po’ di ossigeno lo darà la società per cui lavora Alain Bullo, direttore del 5 stelle, che lo ha raccontato a Il Giornale.
Chiuso dal 6 novembre, l’hotel ha interrotto l’attività altre 4 volte dal 12 novembre dell’anno scorso, il giorno della storica “Acqua Granda” che ha allagato in maniera eccezionale la città lagunare. Che mai si sarebbe attesa di dover fare i conti con un cataclisma naturale persino peggiore con il Covid e le sue, di ondate.
Destinatari del provvedimento sono 50 dipendenti, che prima della chiusura erano impiegati in una realtà ricettiva di lusso con una capienza media dell’87%, che sale al 97 tra aprile e ottobre. Sono stati avvertiti con una email che per novembre e dicembre riceveranno lo stipendio pieno e la tredicesima. Una decisione peraltro comune anche in altre due città dove Bacamul ha degli alberghi: il JK Place di Firenze e il Borgo dei Conti Resort di Montepetriolo (Perugia).
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