Un consiglio di amministrazione congiunto ha portato a una presa di posizione condivisa (e a su modo storica) da parte dei Consorzi del Formaggio Parmigiano Reggiano e del Formaggio Grana Padano: no al Nutriscore, il sistema di etichettatura a semaforo che dovrebbe consentire al consumatore una migliore informazione nutrizionale ma che rischia di "svalorizzare" i prodotti agroalimentari del Made in Italy. A partire dai formaggi.
La diffusione delle etichette a semaforo in Europa non tengono conto delle quantità effettivamente consumate
In Europa, strumenti come il Nutriscore stanno prendendo sempre più piede. Peccato che rischino, con l'intento di facilitare la lettura dei dati, di banalizzare e derubricare l'apporto nutritivo di alcuni alimenti. Sull'etichetta, infatti, con questo sistema vengono riportati una scala cromatica associata a una alfabetica che assegna a ogni alimento (tramite algoritmo) un grado di "salubrità" che tiene conto delle calorie, della quantità di grassi e zuccheri, ecc. Il tutto senza tenere in considerazione le quantità assolute consumate che sfuggono alla logica dell'algoritmo. Per esempio, la dose media di un formaggio in una pietanza può essere da 20 a 40 grammi, quella di olio extravergine da 10 a 20 grammi e magari per altri prodotti il consumo è maggiore a 100 grammi (basti pensare a pasta o patate o frutta).
L'errata valutazione dei formaggi nella dieta di tutti i giorni
I sistemi a semaforo, inoltre, non tengono conto dell'equilibrio fra i diversi alimenti nella dieta, né le caratteristiche organolettiche complessive del prodotto stesso. In particolare, i formaggi vengono penalizzati per la presenza dei grassi, trascurando il fatto che questi alimenti apportano molti nutrienti strategici: calcio, acidi grassi funzionali, vitamine liposolubili, aminoacidi essenziali, cioè elementi preziosi per un’alimentazione sana, bilanciata ed equilibrata. Si pensi che, in base al Nutriscore, il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano sarebbero classificati con colore arancio. Ma un piatto di pasta con 80 grammi di pasta, 20 grammi di olio extravergine e 20 grammi di formaggio Duro Dop, sarebbe - nel suo complesso - verde.
Il ricorso al "comma f" per la difesa delle eccellenze italiane
Insomma, utilizzare strumenti di riferimento scollegati dalla dieta e dalla razione consigliata, significa mettere in cattiva luce un determinato alimento (come il caso delle due Dop casearie) tralasciando il fatto che, per una corretta e sana nutrizione, sia necessario mettere in campo il più alto ventaglio di informazioni possibili affinché si inneschi un processo di educazione alimentare. Discrasia contro cui i due Consorzi hanno levato gli scudi attraverso una dichiarazione congiunta: «I sistemi di etichettatura nutrizionali a semaforo basati su quantitativi di riferimento scollegati dalla dieta e dalla razione consigliata, salvo i casi in cui si tratti di norme cogenti nazionali o comunitarie, sono considerati misura svalorizzante l’immagine della Dop Parmigiano Reggiano/Grana Padano ai sensi dell’Reg. 1151/2012, art. 45, lett. “f”». E per questo nessuna richiesta da parte degli operatori che volessero introdurre questa etichetta verrebbe presa in considerazione.
Nicola Bertinelli (Parmigiano Reggiano): «Scesi in campo per responsabilità verso clienti e produttori»
«Siamo scesi in campo contro un sistema di etichettatura che non ha senso e che svalorizza l’immagine del Parmigiano Reggiano che da sempre è considerato dai nutrizionisti come un prodotto sano e naturale. Siamo certi che questo importante passo possa essere di aiuto al Governo che si è già mosso in tal senso. Si tratta di un atto di responsabilità che non va solo a tutelare il nostro prodotto, ma che andrà a beneficio di tutti gli altri prodotti dell’agroalimentare di qualità che verrebbero ingiustamente puniti da un sistema senza un motivo oggettivo di tipo nutrizionale», ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
Renato Zaghini (Grana Padano): «Chiamata a raccolta per tutti i produttori, a partire dalle Dop»
«Le qualità nutrizionali fanno da anni del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano i prodotti a denominazione d’origine protetta più amati dai consumatori e più imitati da concorrenti sleali, i primi a beneficiare quindi di questo meccanismo - ha spiegato Renato Zaghini, presidente del Consorzio Tutela Grana Padano - Nutriscore nega le più consolidate e aggiornate indicazioni condivise da nutrizionisti in tutto il mondo, che fanno dell’equilibrio tra quantità e qualità degli elementi il punto di forza di una corretta alimentazione a tutte le età. Forti di questi orientamenti della scienza, invitiamo tutti i produttori delle eccellenze agroalimentari italiane, partendo dalle Dop, a un impegno comune a livello di comunicazione e, sul piano istituzionale, a sostegno delle iniziative avviate dal governo contro questo sistema di etichettatura, ricordando che una cattiva informazione nutrizionale colpisce la corretta alimentazione dei consumatori e non solo i produttori che investono in qualità e sostenibilità”.
Il caso Morbier e la proposta alla Gdo: dividere sugli scaffali i prodotti Dop e non
Oltre al Nutriscore, altri sono gli impegni importanti verso cui i due consorzi stanno orientando il loro lavoro sinergico. A partire dalla sfida al formaggio Dop francese Morbier, che ha posto un tassello molto forte contro le evocazioni. «Copiandoci gusto, aspetto, pack e appellativi vari - hanno affermato Bertinelli e Zaghini - tantissimi concorrenti sfruttano la confusione e il bisogno di risparmiare del consumatore. Per questo ci stiamo facendo sentire a livello politico affinché vengano approvate normative incontrovertibili: sugli scaffali della Gdo è necessaria una netta separazione tra prodotti Dop e non, oltre all’obbligo di indicare in etichetta la provenienza e, per quanto riguarda la ristorazione, l’obbligo di inserire nei menù i reali ingredienti impiegati in cucina. La nostra arma vincente è infatti la consapevolezza del consumatore, il quale deve scegliere liberamente ma deve anche sapere che, per essere libero, deve essere prima consapevolmente informato». Italiaatavola
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