mercoledì 8 marzo 2017

Ama e Terlano, vini senza tempo

Ama e Terlano, 

vini senza tempo 
Due verticali 

d’eccezione 

a Firenze

Castello di Ama e Cantina Terlano alla sfida del tempo nelle recenti degustazioni verticali svoltesi rispettivamente al Four Seasons e all’Enoteca Pinchiorri, in abbinamento con piatti di alta cucina


Castello di Ama al Four Seasons di Firenze. Cantina Terlano all’Enoteca Pinchiorri. Due appuntamenti ravvicinati per pochi privilegiati, con un aspetto che ha finito per accomunarli: la sfida contro il tempo. Da una parte una verticale di 10 annate de L’Apparita, vino-bandiera per Lorenza Sebasti e Marco Pallanti da quando questo Merlot in purezza si impose, con il millesimo 1987, contro i più prestigiosi concorrenti bordolesi (Pétrus compreso) in un contest svoltosi a Zurigo nel 1991 con la partecipazione di famosi degustatori internazionali. 

Ama e Terlano, vini senza tempo  Due verticali d’eccezione a Firenze

Davanti a noi 10 bicchieri (2007, 2006, 2005, 2001, 1999, 1995, 1993, 1990, 1988, 1986) per una sorta di viaggio a ritroso che ci riporta quasi alle origini aziendali. Trent’anni e non sentirli, volati in un battibaleno, con lo special che si accende quando entra in scena L’Apparita 1990. Perfetto come un cerchio, flessuoso nella sua capacità di solcare il palato senza strappi, allungandosi e sollevandosi alla distanza in un tripudio di piccoli frutti e spezie. Eleganza allo stato puro. 

Nella coda a tavola, illuminata dalla cucina sapiente di Vito Mollica, spazio per l’artiglieria pesante con i millesimi 1997, 2000, 2004 e 2008 presentati in formato 3 litri ed il solo 2011 servito dalla bottiglia standard. Ancora un “bimbo” quest’ultimo, e non potrebbe essere altrimenti con la sua genealogia. 

Terlano si supera con una serata memorabile. Dapprima una verticale delle uniche tre annate finora prodotte di Alto Adige Terlano I (Primo) Grande Cuvée: 2011, 2012, 2013. Quest’ultima, appena all’inizio di un viaggio che si misurerà in decenni, sembra fondere le caratteristiche dei due millesimi precedenti con suggestioni ora iodate ora esotiche a rilasciare sapore incessantemente. 

Ama e Terlano, vini senza tempo  Due verticali d’eccezione a Firenze

Difficile immaginare un’introduzione più felice al momento più atteso, ovvero quello della “prima volta” di Terlaner 1991 Rarity. Una tiratura “lillipuziana” (3.340 bottiglie), anch’essa impostata sulla cuvée di Pinot bianco, Chardonnay e Sauvignon, che vede la luce a distanza di 25 anni dalla vendemmia. Poggia il suo fascino sulla continuità gustativa, sul dettaglio aromatico. Succo e sale si saldano in un sorso prezioso come un ricamo. 

Ma le sorprese non sono finite. Ci attendono Nova Domus e Pinot Bianco abbinati alle otto portate del menu degustazione di Casa Pinchiorri. Sublime il primo atto (Bocconcini di San Pietro al nero di seppia, spinaci novelli, salsa bernese e gelatina di camomilla al limone abbinati all’A.A. Terlano Nova Domus Riserva 2013, con la nota agrumata a stringere la santa alleanza tra piatto e bicchiere. Strepitosa la conclusione (“Miele dall’alveare”: mele Golden, melassa e limone candito abbinato al Pinot Bianco 1959), flirt elettrizzante sul tema del dolce/non dolce.
di Guido Ricciarelli

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