Ristorazione e ospitalità
fanno squadra
Legame decisivo
per il bene del turismo
1 aprile 2017 - Per la prima volta dall’approvazione del Piano strategico del turismo
la
politica, l’economia, la ristorazione e l’hotellerie si sono sedute
attorno ad uno stesso tavolo, seppur non ufficiale, per discutere del
futuro del turismo italiano tra accoglienza e ristorazione.
Lo hanno fatto a Firenze durante la due giorni del Premio Italia a Tavola (#premioiat)
organizzata dalla stessa rivista che al Museo degli Innocenti ha
chiamato Dorina Bianchi, sottosegretario con delega al turismo; Simona
Caselli, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna; Giorgio
Palmucci, presidente Confindustria Alberghi; Alfonso Iaccarino,
esponente della tradizione alberghiera e della forte rinascita della
cucina italiana al sud e Roberta Garibaldi, responsabile scientifico
East Lombardy.
Nel
corso di un talk show che si è rivelato molto franco, animato ma dai
toni sempre moderati, condotto dal direttore di Italia a Tavola Alberto
Lupini e da Anna Maria Tossani di Italia 7 sono intervenuti altri nomi
di spicco della ristorazione e del settore turismo nazionale come Enrico
Derflingher, presidente Eurotoques International e Italia;; Pasquale
Diaferia, pubblicitario; Antonello Maietta, presidente Ais (Associazione
italiana sommelier); Alfredo Pratolongo, vice presidente Fondazione
Birra Moretti e Claudio Sadler, presidente associazione Le Soste.
(clicca qui per le biografie di tutti i protagonisti).
Quello
che è emerso dal confronto è la necessità e la voglia da parte dei
singoli soggetti di fare squadra e unire le forze per il bene del
turismo e della ristorazione ma, più in generale, per il bene del
sistema Italia. Una squadra che però deve essere composta da talenti e
da professionisti affinchè il traguardo finale sia eccellente.
D’altronde era proprio quello che ci si aspettava ed era il massimo
risultato a cui Italia a Tavola ambiva alla vigilia dell’incontro.
Il
turismo italiano è stato fotografato con una serie di dati che hanno
evidenziato quanto il nostro paese sia ancora attraente agli occhi dei
turisti stranieri, tedeschi e francesi su tutti, ma di quanto forse
abbia ancora bisogno di un po’ di valorizzazione in più per ampliare il
bacino di turisti e per offrire loro servizi migliori, soprattutto in un
Mezzogiorno dal potenziale enorme, ma ancora troppo poco fruibile dal
punto di vista turistico. Il binomio turismo-ristorazione deve farsi
ancora più saldo proprio perché, dati alla mano, l’enogastronomia
italiana rappresenta un’importante motivo d’interesse che spinge gli
stranieri a venire in Italia.
Ad
aprire i lavori è stato l'assessore allo Sviluppo economico di Firenze
Cecilia del Reci che ha portato anche i saluti del sindaco di Firenze
Dario Nardella: «Per la nostra città il turismo è una grande risorsa -
ha detto - ma va amministrato nel modo corretto affinchè I turisti
possano apprezzare la nostra città al meglio. Infatti a breve verrà
approvato un regolamento per il quale bloccheremo l’apertura di attività
per la somministrazione di cibo e bevande. Nel nostro centro storico ne
esistono 217 in un solo chilometro quadrato, il doppio di quante ne
esistono nell’intero Comune di Roma».
«Dopo
la cultura che è il primo motivo d’attrazione - ha spiegato l’on.
Bianchi - viene l’enogastronomia che è intesa dai turisti non come
semplice qualità degli alimenti, ma come una necessità di vivere
un’esperienza gustativa. Questa la si può sperimentare tanto nelle
grandi e rinomate città quanto nei piccoli centri circostanti che
rappresentano un importante motore per l’economia del settore.
A
proposito di questa va detto che, soprattutto al sud, l’Italia ha un
potenziale di crescita enorme: basti pensare che, a fronte delle
bellezze che vanta, attira solo il 20% del turismo nazionale. In questo
senso va fatto un lavoro trasversale che tocchi più comparti perché il
turismo è trasversale. Ad esempio occorrerebbe una compagnia aerea che
scegliesse l’Italia come meta di punta, per abbassare i costi e
consentire a più turisti di raggiungere le nostre bellissime località.
Io credo che se puntassimo su agricoltura, turismo e sul mercato del
lusso avremmo lo stesso Pil della Germania. L’obiettivo del Piano
strategico del turismo è proprio quello di seguire da vicino l’andamento
del turismo confrontandoci ogni anno con la politica, gli esponenti
dell’economia ma, soprattutto, chi nel turismo e nella ristorazione ci
lavora quotidianamente». A proposito di lavoro, Bianchi non ha potuto
fare a meno di trattenere una considerazione: «Non può esistere turismo e
ristorazione senza voucher» ha spiegato.
Al
talk show ha dato forfait proprio alla vigilia la senatrice Rosa Maria
De Giorgi per motivi di salute. Ha comunque fatto pervenire un messaggio
di saluto nel quale ha spiegato come «il turismo e l’enogastronomia
siano due realtà fondamentali per l’economia del Paese il quale sta
implementando tecnologia e innovazione per stare al passo coi tempi.
Tuttavia esistono ancora troppe criticità che si possono superare solo
attraverso progetti messi in atto, a braccetto, da pubblico e privato».
Un
concetto di squadra che però deve ancora superare delle barriere che
esistono tra le Regioni e, principalmente, tra l’eterna scissione tra
nord e sud. Si è concentrato su questo aspetto Alfonso Iaccarino: «Il
nord ha più potere economico rispetto a noi del sud - ha detto - ma
questo non deve impedire alle regioni meridionali di essere all’altezza
di quelle del settentrione. E’ necessario che il Paese si unisca per
uniformare le possibilità di mettersi in mostra tanto alle attività del
nord quanto a quelle del sud. L’Italia e lo stile di vita italiano sono
ammirati in tutto il mondo, dobbiamo essere consapevoli di ciò».
Uno
stile italiano che si mette in vetrina necessariamente anche attraverso
le strutture alberghiere. Su questo si è concentrato Giorgio Palmucci,
presidente di Confindustria Alberghi: «Noi ci sentiamo amasciatori del
Made in Italy - ha osservato - perché siamo uno dei primissimi approcci
che il cliente ha con l’Italia non appena arriva qui. Circa ai dati che
evidenziano come stiano crescendo notevolmente gli alberghi a 5 stelle e
stiano calando quelli a 2 o 3 stelle dico che è positivo per l’Italia
perché il turista di oggi è sempre più esigente e vuole un’esperienza
unica quando va in vacanza. Tuttavia non dobbiamo lasciare che gli hotel
con meno stelle scompaiano poiché bisogna dare a tutti i turisti, anche
quelli che si possono permettere vacanze meno costose, la possibilità
di viaggiare. A proposito di classificazioni degli alberghi in Italia ne
esistono 22, sono troppe e sarebbe necessario rivedere questo sistema
che non giova al settore».
Circa
quello che cercano i turisti di oggi l’attenzione ricade subito sui
turisti che viaggiano alla ricerca di esperienze gastronomiche
eccellenti. Ne ha parlato Roberta Garibaldi spiegando che «sono
soprattutto i millenials a rappresentare questo genere, il che fa ben
sperare sull’onda lunga di questa tendenza, certamente incentivata dai
programmi tv dedicati alla cucina. Quando si parla di questa fetta di
turisti bisogna ricordare che non vengono in Italia solo per mangiare,
ma per visitare cantine, partecipare ad eventi e visitare luoghi che
legano l’arte con l’enogastronomia».
Tra
i relatori, chi ha portato l’esempio più eclatante circa il fare
squadra o meno tra turismo e ristorazione è stata l’assessore regionale
all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli: «Quando sono entrata
in Giunta - ha raccontato - ho scoperto che l’assessore al Turismo e
quello all’Agricoltura non si parlavano e l’ho trovato stupefacente. Ora
l’Emilia Romagna può contare su una app in 4 lingue dedicata al turismo
nella quale convergono tutte le attività che hanno a che fare col
turismo: dalla ristorazione all’enologia, dall’arte alla cultura fino
alla meccanica che nella nostra regione tra Ferrari, Lamborghini,
Maserati e Ducati è uno dei principali motivi d’attrazione».
Poi
è stata la volta dei cosiddetti testimonial, ovvero coloro che tutti i
giorni sono nelle hall degli alberghi e nelle cucine dei ristoranti.
«Dobbiamo investire sulle strutture al sud - ha detto Sadler - perché lì
c’è una ricchezza enorme, ma mancano le infrastrutture e c’è bisogno
dell’intervento delle istituzioni. A Milano, ad esempio, grazie a Expo è
stato fatto un passo avanti enorme perché ora il capoluogo lombardo è
davvero una città internazionale e la ristorazione sceglie di arrivare
lì per fare business sapendo che c’è terreno fertile».
Di
Milano e di come sia efficace il binomio turismo-ristorazione ha
parlato anche Enrico Derflingher: «Quando nel 1993 ho aperto un
ristorante in un hotel - ha ricordato - i miei colleghi mi hanno dato
del matto. Ora invece non c’è albergo di livello che non vanti un
ristorante altrettanto rilevante al suo interno. Il Made in Italy
funziona e dobbiamo esportarlo anche all’estero: ho appena inaugurato un
ristorante a Taipei con 30 ragazzi italiani a lavorare e dove ho fatto
arrivare 108 container colmi di prodotti italiani, sia alimenti che
tutto ciò che serve per far funzionare un ristorante come piatti,
bicchieri, posate».
Un
Made in Italy che viene apprezzato sia per il food ma anche per il
beverage ed è di questo che ha parlato Antonello Maietta nel suo
intervento: «Il vino italiano - ha spiegato - è in perfetta salute e
questo lo deve anche al Testo unico sul vino recentemente approvato. Da
un lato si tratta di un passo avanti eccezionale perché permette ai
produttori di avere in un unico testo tutte le leggi da rispettare;
dall’altro per un fatto più etico dal momento che definisce all’articolo
1 il vino, la vite e i territori vinicoli patrimonio culturale della
nazione».
Vino
ma non solo perché anche la birra sta espandendosi sempre di più in
Italia: «La cultura italiana attorno alla birra - ha spiegato Pratolongo
- sta migliorando anno dopo anno così come la reputazione che gli
italiani hanno della birra e i consumi che, rispetto agli altri paesi
europei, sono ancora i più bassi in valori assoluti ma stanno crescendo
sempre di più».
La
questione della cultura del cibo e del buon bere è centrale e non può
che tramandarsi attraverso la comunicazione dei prodotti italiani che è
troppo spesso insufficiente: «Noi italiani comunichiamo poco e male - ha
detto Diaferia - tanto che spesso ci “uccidiamo” da soli anche
facendoci la guerra tra Regioni. Questo non è più ammissibile. Mi
rivolgo a tutti: bisogna fare comunicazione e farla con professionisti
del settore che in Italia ci sono».
Ha
chiosato Vincenzo Di Vincenzo coinvolgendo il giornalismo con
«l’informazione che sta facendo molto negli ultimi anni per parlare di
enogastronomia e di turismo sui media così che gli italiani conoscano e
apprezzino questo aspetto del loro paese, ma abbiamo il dovere di fare
informazione anche all’estero per portare il nostro Paese nelle case
degli stranieri affinchè possano considerare di venire a soggiornare in
Italia».
Al
termine del talk show sono stati assegnati i quattro award 2016 per
l’enogastronomia e la ristorazione. A riceverli sono stati Alfonso
Iaccarino, chef del ristorante due stelle Michelin Don Alfonso 1890 a
Sant'Agata sui Due Golfi, Massa Lubrense (Na), Umberto Montano,
presidente del Mercato Centrale, Palmiro Noschese, area manager Italia e
membro del “Management petit Committee” del brand Melia, e Valentino
Bertolini, in rappresentanza della catena alberghiera Marriott
International, in qualità di general manager Florence Complex, che
comprende l'Hotel The Westin Excelsior e St. Regis Florence e Baldassare
Agnelli. Il Premio Italia a Tavola continua stasera all’Otel Varietè
con la cena di Gala; a seguire la consegna del premio “Personaggio
dell’anno”. Domani invece inaugurazione della mostra Foodgraphia al
Museo Bellini.
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