Dorothea Wierer,
alimentare la testa
«Vivrei di dolci,
ma so regolarmi»
Dorothea Wierer |
La campionessa di Biathlon ha vinto la scorsa stagione la Coppa del Mondo generale. A Italia a Tavola racconta le sue abitudini alimentari, tra obblighi e sfizi a cui non può rinunciare. Non ha una dieta precisa, pensa alle performance ma senza dimenticare l’importanza di soddisfare il palato.
Dorothea Wierer è stata la prima italiana a vincere la Coppa del mondo generale di Biathlon (sport che unisce lo sci di fondo al tiro con la carabina) nella stagione 2018-2019. Ai Mondiali di Östersund 2019 ha vinto l'oro nella partenza in linea, l'argento nella staffetta singola mista, il bronzo nella staffetta mista. Un anno prima, alle Olimpiadi di Pyeongchang ha conquistato la medaglia di bronzo nella staffetta mista (dopo aver conquistato lo stesso metallo a cinque cerchi quattro anni prima a Sochi nella stessa disciplina).
Una campionessa insomma capace di far conoscere (e apprezzare) a tutta Italia una disciplina poco nota a livello nazionale prima del suo avvento. Non solo: Dorothea Wierer è diventata anche simbolo di un movimento sportivo femminile che si sta affermando sempre di più e che, soprattutto, viene riconosciuto a 360 gradi. Le sue vittorie certo, ma anche il suo carisma, la sua classe, la sua capacità di comunicare e di coniugare l’efficacia sugli sci e al poligono con la carabina in mano con una femminilità mitteleuropea a cui non rinuncia nemmeno quando la colonnina di mercurio è ampiamente sotto zero e la neve rischia di sporcare il trucco.
Non rinuncia al trucco appunto (e fa spallucce a chi cerca di convincerla a rispondere male a quelli che le dicono che è brava sì, ma anche bella usando piuttosto questo binomio per rafforzare una volta di più la forza del mondo sportivo femminile) come non rinuncia ai dolci. Lo dice con un pizzico di imbarazzo, precisandolo subito non appena la raggiungiamo al telefono e risponde ancora col fiatone dell’allenamento appena concluso.
«Non ho una dieta personale, ossessiva, io non divento matta - dice - mangio di tutto un po’. So molto bene che è importante integrarsi per via delle tante ore di allenamento, so che è fondamentale regolarsi, ma se ho voglia di un dolce dopo cena, non ne faccio a meno. Vivrei di dolci (ride ndr.) ma cerco di non esagerare».
Se è vero che i campioni si vedono dalle spalle in su (nella testa, s’intende) Dorothea Wierer è campionessa a tuttotondo. Perché anche a tavola, più del fisico, cura la testa e lo spirito. «Ognuno deve sapere cosa è meglio per sé stesso - spiega - io non ho bisogno di qualcuno che mi segua da vicino perché mi peserebbe troppo, mi regolo autonomamente concedendomi ciò che mi fa bene alla testa. So che d’estate, lontana dalle gare, posso concedermi qualche sfizio in più, posso anche ingrassare di 2-3 chili ma non mi preoccupa perché sono consapevole che quando arrivano le gare mi metto in riga per “tirarmi”».
Sui gusti, oltre ai dolci, la campionessa altoatesina non ha dubbi: «Mangerei tutti i giorni pasta - ammette - anche perché abbiamo bisogno di carboidrati visto tutto quello che consumiamo. Proprio per questo, posso concedermi qualche porzione abbondante. Fortunatamente. (ride ndr.)».
Sport di fatica, ma durante il quale è complicato alimentarsi. Dorothea cerca di non esagerare con gel energetici o integratori soprattutto quando ci sono da affrontare diverse gare ravvicinate. Lo stomaco, messo a dura prova da questi prodotti quando se ne abusa, ringrazia. «I sali minerali sono importanti - osserva - magari mi concedo un gel prima di una gara lunga, ma cerco di non abusarne».
Un tema, quello dell’alimentazione del cibo, che in casa Wierer non è del tutto nuovo. «Mio padre è cuoco - rivela - lavora a Brunico, al ristorante Marco Polo. Mio marito è molto bravo in cucina. Per fortunata, perché io sono pessima (ride ndr.). Sono fuori casa da quando ho 14 anni, non ho mai avuto modo di coltivare questa passione». Siamo ai saluti, in sottofondo rumore di stoviglie: che Italia a Tavola le abbia fatto venire voglia di fare centro anche ai fornelli?
Sport e alimentazione, i precedenti nostri articoli:
Pozzovivo, il ciclista-chef:
«Avocado e frutta secca i “must”»
Mondiali di ciclismo... in cucina
La vittoria si costruisce a tavola
Sportivi, fermatevi e riposate
Dormire migliora le performance
Calvi, il cuoco del miracolo Atalanta
Piatti da “3 punti” tra gusto e dieta
Non rinuncia al trucco appunto (e fa spallucce a chi cerca di convincerla a rispondere male a quelli che le dicono che è brava sì, ma anche bella usando piuttosto questo binomio per rafforzare una volta di più la forza del mondo sportivo femminile) come non rinuncia ai dolci. Lo dice con un pizzico di imbarazzo, precisandolo subito non appena la raggiungiamo al telefono e risponde ancora col fiatone dell’allenamento appena concluso.
«Non ho una dieta personale, ossessiva, io non divento matta - dice - mangio di tutto un po’. So molto bene che è importante integrarsi per via delle tante ore di allenamento, so che è fondamentale regolarsi, ma se ho voglia di un dolce dopo cena, non ne faccio a meno. Vivrei di dolci (ride ndr.) ma cerco di non esagerare».
Se è vero che i campioni si vedono dalle spalle in su (nella testa, s’intende) Dorothea Wierer è campionessa a tuttotondo. Perché anche a tavola, più del fisico, cura la testa e lo spirito. «Ognuno deve sapere cosa è meglio per sé stesso - spiega - io non ho bisogno di qualcuno che mi segua da vicino perché mi peserebbe troppo, mi regolo autonomamente concedendomi ciò che mi fa bene alla testa. So che d’estate, lontana dalle gare, posso concedermi qualche sfizio in più, posso anche ingrassare di 2-3 chili ma non mi preoccupa perché sono consapevole che quando arrivano le gare mi metto in riga per “tirarmi”».
Nella sua "dieta" non devono mancare pasta e dolci
Il Biathlon, come tanti altri sport invernali, obbliga a trasferte continue e anche piuttosto lunghe durante le quali mantenere un regime alimentare sano, corretto, regolare è complicato. Ma Dorothea da Anterselva (Bz) non ne fa un problema: «Siamo fortunati - sottolinea - perché spesso riusciamo ad avere con noi il nostro cuoco. Quando però gareggiamo lontano - negli Stati Uniti o in Russia - non c’è per cui dobbiamo adattarci a quello che troviamo. Non possiamo fare diversamente perché alimentarsi è determinante per me e i miei compagni di squadra».Sui gusti, oltre ai dolci, la campionessa altoatesina non ha dubbi: «Mangerei tutti i giorni pasta - ammette - anche perché abbiamo bisogno di carboidrati visto tutto quello che consumiamo. Proprio per questo, posso concedermi qualche porzione abbondante. Fortunatamente. (ride ndr.)».
Sport di fatica, ma durante il quale è complicato alimentarsi. Dorothea cerca di non esagerare con gel energetici o integratori soprattutto quando ci sono da affrontare diverse gare ravvicinate. Lo stomaco, messo a dura prova da questi prodotti quando se ne abusa, ringrazia. «I sali minerali sono importanti - osserva - magari mi concedo un gel prima di una gara lunga, ma cerco di non abusarne».
Un tema, quello dell’alimentazione del cibo, che in casa Wierer non è del tutto nuovo. «Mio padre è cuoco - rivela - lavora a Brunico, al ristorante Marco Polo. Mio marito è molto bravo in cucina. Per fortunata, perché io sono pessima (ride ndr.). Sono fuori casa da quando ho 14 anni, non ho mai avuto modo di coltivare questa passione». Siamo ai saluti, in sottofondo rumore di stoviglie: che Italia a Tavola le abbia fatto venire voglia di fare centro anche ai fornelli?
Sport e alimentazione, i precedenti nostri articoli:
Pozzovivo, il ciclista-chef:
«Avocado e frutta secca i “must”»
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Piatti da “3 punti” tra gusto e dieta
iTALIAATAVOLA
i Federico Biffignandi
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