Musei, i visitatori
non crescono
Ma Franceschini:
Sono soddisfatto
Causa maltempo e parziale eliminazione delle domeniche gratis i turisti dei musei nel 2019 non sono aumentati rispetto al 2018. Colosseo sempre al top, seguito da Uffizi e Scavi di Pompei.
Si parla di più di 55 milioni di visitatori nel 2019 per i musei italiani, in lieve calo comunque rispetto al 2018 - dovuto principalmente alle ondate di maltempo estive, che hanno fatto soffrire tanto i parchi archeologici quanto i siti all'aperto. Ha contribuito al calo anche la parziale cancellazione delle domeniche gratuite (poi però ripristinate e rese permanenti da Dario Franceschini).
Al top c'è il Colosseo, da sempre il monumento più iconico e gettonato d'Italia: nel 2019 ha contato circa 7,5 milioni di presenze, circa 100mila in meno rispetto ad un anno fa. Segue a ruota la Galleria degli Uffizi (per la prima volta considerata nel suo insieme, vale a dire con il giardino di Boboli e Palazzo Pitti, che si aggiungono alla celebre pinacoteca) con 4,5 milioni di visite. Terzi gli scavi di Pompei, unico sito archeologico che non ha risentito nemmeno di pioggia e bufere, riuscendo ad ottenere ben 160mila presenze in più rispetto al 2018, per un totale vicino ai 4 milioni di biglietti staccati (poco meno di 5 anni fa erano "appena" 2,5 milioni).
Parla di risultati comunque «straordinari» Franceschini, che mercoledì prossimo presenterà alla stampa i nuovi 12 bandi internazionali per altrettanti musei (dentro ce ne sono 8 appena promossi, come il Complesso dei Gerolamini, il Palazzo Reale di Napoli, la Pinacoteca di Bologna e il duo romano Palazzo Venezia e Vittoriano).
Se infatti il numero dei visitatori quest'anno (dopo anni di crescita) è rimasto invariato, sono aumentati comunque gli introiti per le casse statali, con un +5%, vale a dire 12 milioni di euro, soprattutto dovuti ai nuovi piani tariffari dei tre big sul podio. «Più incassi vogliono dire più risorse per tutela, ricerca e servizi museali». Franceschini ora punta a proseguire «sul percorso dell'innovazione».
Nella top 30 ci sono conferme e novità. Con i casi più che positivi delle Gallerie Nazionali delle Marche (+36,8% di ingressi) e del circuito dei musei napoletani (Museo Capodimonte con un +34,2%, Castel Sant'Elmo con un +18,7%, Palazzo Reale con un +11%, Museo archeologico Mann da 616mila a 670mila visitatori), ma anche delle Terme di Caracalla a Roma (+10,9%) e del Museo di Miramare a Trieste (+10,7%). Dall'altra le situazioni più deludenti riguardano la Reggia di Venaria (che perde 120mila visitatori), la Reggia di Caserta (che ne perde 125mila) e a Firenze le Gallerie del Bargello (che ne perdono 60mila); chiude a Roma la Galleria Borghese che vede diminuire le sue presenze di circa 40mila unità.
Tra i record segnalati dagli esperti del Ministero anche quello del Pantheon a Roma, dove non si paga il biglietto e dove i visitatori sono stati nel 2019 più di 9 milioni (+4% rispetto al 2018). E poi Matera, che pur non entrando nella top 30, con l'anno della cultura ha visto crescere di 50mila unità gli ingressi nel suo museo (+20%).
Quanto alla soppressione parziale e temporanea delle domeniche gratuite, il riflesso negativo sul numero totale di visitatori c'è indubbiamente stato, ma secondo gli esperti di statistica Mibact ha colpito più i musei piccoli, già svantaggiati in partenza anche per il fatto di trovarsi lontano dalle rotte turistiche più "tipiche".
Tra le regioni si conferma il primato del Lazio, seguito dalla Campania che con il successo ritrovato di Pompei e il nuovo appeal di tanti istituti napoletani ha ormai strutturalmente scavalcato la Toscana, terza davanti alla Lombardia.
Il Colosseo, il monumento più gettonato in Italia
Al top c'è il Colosseo, da sempre il monumento più iconico e gettonato d'Italia: nel 2019 ha contato circa 7,5 milioni di presenze, circa 100mila in meno rispetto ad un anno fa. Segue a ruota la Galleria degli Uffizi (per la prima volta considerata nel suo insieme, vale a dire con il giardino di Boboli e Palazzo Pitti, che si aggiungono alla celebre pinacoteca) con 4,5 milioni di visite. Terzi gli scavi di Pompei, unico sito archeologico che non ha risentito nemmeno di pioggia e bufere, riuscendo ad ottenere ben 160mila presenze in più rispetto al 2018, per un totale vicino ai 4 milioni di biglietti staccati (poco meno di 5 anni fa erano "appena" 2,5 milioni).
Parla di risultati comunque «straordinari» Franceschini, che mercoledì prossimo presenterà alla stampa i nuovi 12 bandi internazionali per altrettanti musei (dentro ce ne sono 8 appena promossi, come il Complesso dei Gerolamini, il Palazzo Reale di Napoli, la Pinacoteca di Bologna e il duo romano Palazzo Venezia e Vittoriano).
Dario Franceschini
Dario Franceschini (ricordiamo, alla sua seconda volta alla guida del ministero dei Beni culturali e del Turismo) sottolinea soddisfatto il successo dell'autonomia gestionale che ha permesso il rilancio di tanti gioielli culturali (vedi le Gallerie nazionali delle Marche e il museo di Capodimonte), che oggi si attestano nella classifica dei 30 musei più visitati: «A qualche anno - spiega - dalla riforma dei musei (che porta il suo nome) i risultati straordinari si vedono sempre di più grazie al lavoro dei direttori e di tutto il personale).Se infatti il numero dei visitatori quest'anno (dopo anni di crescita) è rimasto invariato, sono aumentati comunque gli introiti per le casse statali, con un +5%, vale a dire 12 milioni di euro, soprattutto dovuti ai nuovi piani tariffari dei tre big sul podio. «Più incassi vogliono dire più risorse per tutela, ricerca e servizi museali». Franceschini ora punta a proseguire «sul percorso dell'innovazione».
Nella top 30 ci sono conferme e novità. Con i casi più che positivi delle Gallerie Nazionali delle Marche (+36,8% di ingressi) e del circuito dei musei napoletani (Museo Capodimonte con un +34,2%, Castel Sant'Elmo con un +18,7%, Palazzo Reale con un +11%, Museo archeologico Mann da 616mila a 670mila visitatori), ma anche delle Terme di Caracalla a Roma (+10,9%) e del Museo di Miramare a Trieste (+10,7%). Dall'altra le situazioni più deludenti riguardano la Reggia di Venaria (che perde 120mila visitatori), la Reggia di Caserta (che ne perde 125mila) e a Firenze le Gallerie del Bargello (che ne perdono 60mila); chiude a Roma la Galleria Borghese che vede diminuire le sue presenze di circa 40mila unità.
Gli Scavi di Pompei
Tra i record segnalati dagli esperti del Ministero anche quello del Pantheon a Roma, dove non si paga il biglietto e dove i visitatori sono stati nel 2019 più di 9 milioni (+4% rispetto al 2018). E poi Matera, che pur non entrando nella top 30, con l'anno della cultura ha visto crescere di 50mila unità gli ingressi nel suo museo (+20%).
Quanto alla soppressione parziale e temporanea delle domeniche gratuite, il riflesso negativo sul numero totale di visitatori c'è indubbiamente stato, ma secondo gli esperti di statistica Mibact ha colpito più i musei piccoli, già svantaggiati in partenza anche per il fatto di trovarsi lontano dalle rotte turistiche più "tipiche".
Tra le regioni si conferma il primato del Lazio, seguito dalla Campania che con il successo ritrovato di Pompei e il nuovo appeal di tanti istituti napoletani ha ormai strutturalmente scavalcato la Toscana, terza davanti alla Lombardia.
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