Draghi, tra critiche
e aspettative
conta solo
fare squadra
Che il nuovo Governo faccia bene, come auspicato dall'opinione pubblica, o deluda, come sembra dalle prime impressioni della stampa, non importa: la Fic è pronta a dare sostegno e fare gioco di squadra
Tra una firma e l'altra dei titolari dei vari dicasteri, si è insediato il nuovo Governo presenziato dal professor Mario Draghi. Una famosa favola di Esopo narra di una montagna che stava per partorire: dalla sua cima usciva intenso fumo e la terra tutt’intorno tremava. Gli abitanti di un villaggio vicino temevano che qualcosa di grande e terribile stesse per abbattersi su di loro, quando da una nube fumante, con grande meraviglia, spuntò un topolino! Sollievo per un mancato pericolo, ma unito da sorta di inverosimile “delusione”.
Il tanto clamore e il grande rilievo mediatico nella persona di Mario Draghi, ex presidente della BCE, incaricato da Sergio Mattarella di formare il nuovo Governo “dei grandi”, ha generato nell’opinione pubblica una grande aspettativa, soprattutto dopo aver riscontrato, ancor prima del suo insediamento a presidente del Consiglio, riflessi assai positivi nella borsa italiana e sullo “spread”.
Dopo il solito giro di consultazioni, lo scioglimento della riserva e la presentazione dei ministri, molti hanno avuto la sensazione che la montagna delle nostre aspettative avesse prodotto il parto di un misero topolino. “Fotocopia precedente e novità oscene”; “Draghi ha perso una occasione storica”; “Ha compiaciuto gli appetiti dei partiti e ha deluso gli italiani” ; “Un Governo senza speranza nonostante Speranza”. Questi alcuni commenti tra i più delusi.
La Federazione italiana cuochi si astiene dal commentare il nuovo quadro politico che ne è scaturito, come è giusto che sia. Il nostro ente è apolitico, si è sempre dimostrato rispettoso delle istituzioni e fiducioso nei politici eletti, di qualunque colore, “espressione” del popolo sovrano. Ha sempre affermato con voce decisa ai propri amministratori la necessità di doversi sedere tutti attorno ad un tavolo di lavoro, serio, per fare "gioco di squadra", e non di partito, abbandonando le posizioni sovraniste e gli slogan populisti, agendo sostenendosi con lealtà e convinzione. Governo politico o tecnico, di alto profilo o dei “grandi”, come si vuol chiamarlo poco conta, purché tutti diano il loro incondizionato sostegno: i bisogni del Paese vengono prima degli interessi di parte.
Non esistono ricette magiche: Draghi non è mago Merlino. Esiste solo la volontà di “fare” nell’interesse del bene comune: litigi e contrapposizioni non portano a nulla, lo abbiamo sempre professato. Avanti uniti dunque: è necessario subito mettere economicamente in sicurezza l'Italia e lasciarci alle spalle il prima possibile la pandemia con tutte le sue conseguenze.
Il Paese è ancora attraversato da tanti timori, nonostante l’elevato ottimismo sollevato da tutti i partiti del nuovo Governo, che sino alla settimana prima litigavano tra loro. Ora tutti (o quasi) appoggiano incondizionatamente il nuovo premier. Finalmente “tutti” hanno compreso che nell’aria ci sono ancora tanta angoscia, smarrimento e paura collettiva, di chi ha già dato e perso tanto, troppo, a causa di questa pandemia. Speriamo e aspettiamoci che il “topolino” scaturito dalla montagna possa dare - come non potrà essere altrimenti quando c’è unità di intenti - i suoi giusti frutti, sperati da tutti noi.
Il tanto clamore e il grande rilievo mediatico nella persona di Mario Draghi, ex presidente della BCE, incaricato da Sergio Mattarella di formare il nuovo Governo “dei grandi”, ha generato nell’opinione pubblica una grande aspettativa, soprattutto dopo aver riscontrato, ancor prima del suo insediamento a presidente del Consiglio, riflessi assai positivi nella borsa italiana e sullo “spread”.
Dopo il solito giro di consultazioni, lo scioglimento della riserva e la presentazione dei ministri, molti hanno avuto la sensazione che la montagna delle nostre aspettative avesse prodotto il parto di un misero topolino. “Fotocopia precedente e novità oscene”; “Draghi ha perso una occasione storica”; “Ha compiaciuto gli appetiti dei partiti e ha deluso gli italiani” ; “Un Governo senza speranza nonostante Speranza”. Questi alcuni commenti tra i più delusi.
La Federazione italiana cuochi si astiene dal commentare il nuovo quadro politico che ne è scaturito, come è giusto che sia. Il nostro ente è apolitico, si è sempre dimostrato rispettoso delle istituzioni e fiducioso nei politici eletti, di qualunque colore, “espressione” del popolo sovrano. Ha sempre affermato con voce decisa ai propri amministratori la necessità di doversi sedere tutti attorno ad un tavolo di lavoro, serio, per fare "gioco di squadra", e non di partito, abbandonando le posizioni sovraniste e gli slogan populisti, agendo sostenendosi con lealtà e convinzione. Governo politico o tecnico, di alto profilo o dei “grandi”, come si vuol chiamarlo poco conta, purché tutti diano il loro incondizionato sostegno: i bisogni del Paese vengono prima degli interessi di parte.
Non esistono ricette magiche: Draghi non è mago Merlino. Esiste solo la volontà di “fare” nell’interesse del bene comune: litigi e contrapposizioni non portano a nulla, lo abbiamo sempre professato. Avanti uniti dunque: è necessario subito mettere economicamente in sicurezza l'Italia e lasciarci alle spalle il prima possibile la pandemia con tutte le sue conseguenze.
Il Paese è ancora attraversato da tanti timori, nonostante l’elevato ottimismo sollevato da tutti i partiti del nuovo Governo, che sino alla settimana prima litigavano tra loro. Ora tutti (o quasi) appoggiano incondizionatamente il nuovo premier. Finalmente “tutti” hanno compreso che nell’aria ci sono ancora tanta angoscia, smarrimento e paura collettiva, di chi ha già dato e perso tanto, troppo, a causa di questa pandemia. Speriamo e aspettiamoci che il “topolino” scaturito dalla montagna possa dare - come non potrà essere altrimenti quando c’è unità di intenti - i suoi giusti frutti, sperati da tutti noi.
i Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
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