martedì 23 marzo 2021

Prunesta, autoctono calabrese litorale tirrenico

 

Prunesta, autoctono 

calabrese 

litorale tirrenico


Chiamato anche “uva del soldato” o “Ruggia”, è presente soprattutto sul versante tirrenico della Calabria. Se ne ricava un vino di buon corpo, profumo di prugna, mediamente tannico.

Vitigno autoctono calabrese dalle origini antiche, la Prunesta generalmente viene vinificata con altre uve locali. È autorizzata nelle Igt Calabria, Costa Viola e Valdamato. Alcuni studiosi ritengono potrebbe essere l’uva Capinia citata da Plinio il Vecchio. L’etimologia del nome sembra farlo derivare dal latino bruma e si rifà all’abbondanza di pruina che riveste la buccia, quasi come una nebbia sottile.
Dal punto di vista ampelografico, presenta una foglia media, orbicolare, trilobata. Il grappolo è medio, piramidale o conico, talvolta alato, mediamente compatto o spargolo. L’acino è grande, ellissoidale con buccia pruinosa, di colore blu-viola. Il vitigno Prunesta è registrato ufficialmente nel Catalogo nazionale delle varietà di vite dal 1970. La sua superficie coltivata a livello nazionale ammonta a 34 ettari.

Tradizionalmente il vitigno è chiamato “uva del soldato” o anche “Ruggia”. È presente soprattutto sul versante tirrenico della Calabria. Se ne ricava un vino dal colore rosso rubino più o meno intenso, di buon corpo, profumo di prugna, mediamente tannico e alcolico.

Interessante il rosso Armacia, uno dei vini estremi certificati dal Cervim, della Casa vinicola Criserà di Reggio Calabria, dove l’armacia è il tipico muro a secco in pietra che costituisce i terrazzamenti a strapiombo sul mare della Costa Viola lungo il litorale tirrenico, dove da secoli viene praticata la “viticoltura eroica” in forte pendenza, che contribuisce a salvaguardare il territorio.
di Piera Genta
Piera Genta

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