sabato 8 febbraio 2025

Fine wines: l'Italia conquista il mondo

Fine wines: l'Italia conquista 

il mondo, trainato 

dai Millennials americani

Dogajolo Carpineto
I grandi marchi italiani del vino hanno raddoppiato il fatturato in vent'anni, con il 55% proveniente dall'export. Gli Stati Uniti restano il principale mercato, mentre cresce la presenza nei mercati extra-Ue

7

Raddoppio del fatturato in vent'anni, una crescita inarrestabile sui mercati esteri e un'attrattiva sempre maggiore tra i consumatori (Millennials) americani. I fine wines italiani si confermano protagonisti dell'export enologico, con gli Stati Uniti in prima linea come mercato di riferimento. Secondo l'ultima ricerca realizzata da Nomisma-Wine Monitor per l'Istituto grandi marchi (Igm), il 55% del fatturato delle 18 aziende associate proviene dall'estero, con una netta espansione nei mercati extraeuropei. Un trend che evidenzia il consolidamento della reputazione dei vini italiani di alta gamma, ormai sempre più percepiti come sinonimo di classe ed eleganza.

Fine wines: l'Italia conquista il mondo, trainato dai Millennials americani

Fine wines italiani: un successo globale, con gli Usa come mercato di riferimento

La ricerca, presentata a Milano nella cornice di Terrazza Palestro in occasione del ventesimo anniversario dell'Igm, ha esplorato l'evoluzione e le prospettive del vino di qualità attraverso il punto di vista delle aziende associate, approfondendo al contempo le dinamiche di consumo negli Stati Uniti, primo mercato di destinazione dei fine wines italiani.

Fine wines italiani: crescono le esportazioni negli Usa nonostante la crisi

A livello globale, il comparto del vino di qualità si muove in un contesto economico complessocaratterizzato da inflazione e alti tassi d'interesseEppurei dati rivelano una controtendenza positiva per i vini italiani: nel periodo gennaio-novembre 2024, l'import dagli Usa è cresciuto del 5% in valore per i vini fermi imbottigliati e addirittura del 10% per gli spumanti. Numeri che certificano il forte appeal del Made in Italy anche in un contesto competitivo e incerto.

Fine wines: l'Italia conquista il mondo, trainato dai Millennials americani

Piero Mastroberardino, presidente di Igm

«Al di là dei dati specifici, di indubbio interesse per l'intero movimento del vino, ciò che più conta e ci lusinga è registrare la crescita del peso dei fattori immateriali legati alla percezione del nostro mondo, nella considerazione dei consumatori di mercati importanti per valori e per volumi, come ad esempio gli Stati Uniti. I vini di pregio forniscono un contributo chiave all'immagine che gli stili di vita tipici della cultura italiana occupano nella mente del pubblico. Tale immagine si lega intimamente con i valori positivi trasmessi dalla storicità, continuità, coerenza qualitativa delle imprese familiari multigenerazionali che si ergono a custodi delle radici dei propri territori» ha dichiarato Piero Mastroberardino, presidente di Igm.

I Millennials americani scelgono il vino italiano: 

cresce la domanda di fine wines

Un altro aspetto fondamentale che emerge dalla ricerca è il legame tra i fine wines italiani e le nuove generazioni di consumatori. L'indagine ha coinvolto 2.400 consumatori statunitensi in quattro Stati chiave (California, New York, New Jersey e Florida), rivelando che il 30% si identifica come “real user” di vini di alta gamma. In particolare, i millennials americani si distinguono per il crescente interesse verso il vino italiano, considerato sempre più una scelta di prestigio. Se tradizionalmente l'eleganza enologica era prerogativa dei vini francesioggi il 27% degli intervistati attribuisce queste caratteristiche anche ai fine wines italianiin netto aumento rispetto al 20% registrato nel 2017. Inoltre, il 76% di chi non ha ancora consumato vini italiani di fascia alta si dice interessato a provarli, segnale di un enorme potenziale di crescita nel prossimo futuro.

Fine wines: l'Italia conquista il mondo, trainato dai Millennials americani

Fine wines italiani: boom di export e appeal tra i Millennials americani

Le prospettive per il mercato statunitense sono dunque più che incoraggianti, con una tendenza alla “premiumization” del consumo di vino che gioca a favore dell'Italia. «Le potenzialità di crescita sul mercato americano per i fine wines italiani sono concrete. Non solo perché si assiste da tempo ad una premiumization dei consumi di vino, ma anche perché il 44% dei consumatori statunitensi intervistati prevede di aumentarne l'acquisto nei prossimi tre anni, contro un 50% che ritiene di mantenerli invariati e solo un 6% che invece pensa di diminuirli» ha sottolineato Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor.

Fine wines: l'Italia conquista il mondo, trainato dai Millennials americani

Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor

Un elemento distintivo che gioca un ruolo chiave nella percezione del vino italiano di qualità è il modello del family business. La ricerca mostra che il 16% dei millennials considera la gestione familiare un valore distintivo, un dato superiore alla media generale dell'11%. L'heritage e la tradizione familiare non solo consolidano l'identità del prodotto, ma rappresentano un elemento di autenticità che attrae soprattutto i consumatori più giovani, particolarmente sensibili alla storia e alla qualità delle produzioni artigianali. Se da un lato il brand e i riconoscimenti nelle guide di settore restano fattori chiave nelle scelte d'acquistodall'altro il legame con l'Italia e l'esperienza diretta del territorio giocano un ruolo fondamentaleMolti consumatori di fine wines italiani vantano infatti origini italiane o viaggi recenti nel Bel Paese, fattori che rafforzano il valore emozionale del prodotto e ne incentivano il consumo.

Che cosa sapere sull'Istituto grandi marchi

Per l'occasione, ricordiamo che l'Istituto del vino italiano di qualità grandi marchi nasce nel 2004 dalla determinazione e dall'entusiasmo di 18 famiglie del vino, tra le più importanti realtà produttive d'Italia, unite dal desiderio di divulgare la culturale tradizioni e l'insieme di valori etici e sostenibili che costituiscono l'eccellenza del vino made in Italy. Ne fanno parte, con la presidenza di Piero Mastroberardino, le aziende Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Ca' del Bosco, Carpenè Malvolti, Col D'Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Tenuta San Guido, Tenuta San Leonardo e Umani Ronchi.

Nel corso dei suoi 20 anni di storia, l'Igm è stato ambasciatore del vino italiano nel mondo attraverso l'organizzazione di missioni annuali che hanno interessato 31 Paesi in tutti i continenti e che lo hanno visto protagonista di 415 eventi internazionali, 130 masterclass, 128 walkaround tasting e 83 gala dinner. In collaborazione con Wine Monitor Nomisma, sono state realizzate otto ricerche e approfondimenti di mercato; sono stati inoltre conferiti cinque riconoscimenti a giornalisti e riviste internazionali che, in linea con la missione dell'Istituto, si dedicano alla divulgazione dei vini italiani di qualità e dei loro territori. Dal 2009 l'Istituto è uno dei supporter dell'Institute of Masters of Wine di Londra, la più prestigiosa ed influente istituzione internazionale che si propone di promuovere l'eccellenza professionale, la cultura, la scienza e il business del vino attraverso severi programmi di formazione. 

Nessun commento:

Posta un commento