Non sono solo le vendite di vino a soffrire, ora anche i corsi da sommelier stanno registrando un calo significativo delle iscrizioni. Sempre meno persone scelgono infatti di intraprendere il percorso di formazione, un dato che preoccupa il comparto vinicolo. Il motivo? Il clima di allarme generato dalla comunicazione del nuovo Codice della strada da parte del ministro Matteo Salvini, che ha diffuso la paura di pesanti conseguenze anche per un semplice bicchiere di vino, creando un effetto domino che ha colpito non solo ristoranti ed enoteche, ma anche chi desidera avvicinarsi alla cultura enologica.
L'appello dei sommelier: «Andiamo
a prenderci i corsisti quasi a casa»
A confermare il trend è Gianpaolo Breda, presidente di Ais Veneto, che ha commentato la situazione a Il Gazzettino: «Dopo l'esplosione del Covid c'è stato un ritorno su un equilibrio un po' precario. Passata - è il caso di dirlo - l'ubriacatura dell'immediato post pandemia, ci sono una serie di criticità anche economiche che hanno avuto delle ricadute anche sul nostro comparto. Sicuramente tutto quello che sta accadendo intorno al vino non sta aiutando, dobbiamo fare grandissima educazione sul bere responsabile, anche se sono anni che lo facciamo. So per certo che la categoria più penalizzata è quella dei ristoratori, vedo addirittura sconti sulle carte dei vini per cercare di favorirne il consumo».
Le sue parole, che arrivano da una regione storicamente devota al vino, non possono essere ignorate. Il punto, secondo Breda, è che la percezione del rischio ha superato la realtà dei fatti, e questo sta generando una reazione sproporzionata. Dopo il boom post-pandemico, come detto, il comparto si è ritrovato a fronteggiare una fase di rallentamento, complice anche la crisi economica. Proprio per contrastare questo calo di interesse, l'Ais ha aumentato il numero dei corsi di primo livello, cercando di avvicinare i potenziali iscritti con una presenza capillare sul territorio. «I dati veri si avranno alla chiusura delle iscrizioni, tra due mesi. Ma in generale cerchiamo di andare a prenderci i corsisti quasi a casa. Gioca molto la pigrizia in questi casi - aggiunge Breda - per questo abbiamo attivato molti corsi in più rispetto allo scorso anno. Cerchiamo di invertire un trend che effettivamente non è in crescita o quantomeno non va nella direzione di sei o sette anni fa».
L'Ais: «Si sta mettendo in difficoltà
un comparto fondamentale della nostra economia»
L'impressione, insomma, è che il vino sia finito sotto accusa in modo sproporzionato. «Si sta facendo un po' di terrorismo sul nostro comparto - conclude il presidente. L'Ais, che ha sempre predicato la degustazione e non l'eccesso di consumo, ha le spalle grosse e può permettersi di investire un po' di più, moltiplicando i corsi e le opportunità. Altre associazioni, invece, ne risentono molto di più. Certamente si sta mettendo in difficoltà un comparto fondamentale della nostra economia».
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