Chianti Classico
è amore per il territorio
Una storia che dura
da 300 anni
Il 2015 ha rappresentato un anno positivo per il Consorzio Chianti
Classico, che non si ferma mai e per festeggiare degnamente i suoi 300 anni ha candidato il territorio del Chianti a diventare patrimonio dell’Unesco
Classico, che non si ferma mai e per festeggiare degnamente i suoi 300 anni ha candidato il territorio del Chianti a diventare patrimonio dell’Unesco
Il Chianti Classico, tra i vini simbolo del panorama italiano, senza dubbio uno di quelli con più storia, ha raggiunto un traguardo importante: i 300 anni dalla sua nascita. I festeggiamenti si sono uniti alla presentazione della Chianti Classico Collection, alla Stazione Leopolda di Firenze, dove si sono presentate 165 aziende per 587 etichette in degustazione, con 70 etichette di Chianti Classico Gran Selezione, la categoria nata da poco tempo, che sta già raccogliendo consensi.
«Il nostro slogan è “300 anni e neanche una penna bianca” - sostiene Sergio Zingarelli (nella foto), presidente del Consorzio Chianti Classico - il Gallo Nero è ancora in piena vigoria ed effettivamente stiamo vivendo un periodo molto felice per la nostra denominazione, perché il 2015 è andato molto bene per quanto riguarda le vendite.
Abbiamo una qualità dei nostri prodotti crescente, abbiamo dei mercati che finalmente stanno riconoscendo questa grande qualità e abbiamo un territorio splendido. Questo in 300 anni, perché nel 1716 appunto ha Cosimo III de’ Medici ha emanato questo bando dove si descriveva esattamente la zona del vino Chianti di allora, che nel 1932 è diventato Chianti Classico, e la zona del 1716 è quasi sovrapponibile a quella attuale».
Dalla sua fondazione il Consorzio si occupa della tutela, della vigilanza e della valorizzazione della denominazione Chianti Classico. Nel 1932 al nome del Consorzio viene aggiunto il suffisso “Classico” per distinguere il Chianti originale da quello prodotto al di fuori del territorio delimitato nel 1716, e oggi rappresenta circa il 96% dei produttori della Docg e si conferma uno dei principali referenti delle istituzioni nazionali e comunitarie per il settore vitivinicolo.
«Siamo 600 aziende - precisa Zigarelli - di cui 370 vendono le proprie etichette sui mercati, queste 370 si occupano di tutta la filiera, mentre le altre vendono uve o vino ad altre aziende. Sono 70mila ettari di superficie, in una zona fra le città di Siena e Firenze, tutta chiaramente collinare, sono circa 7mila ettari di Chianti Classico, e all'anno vendiamo circa 35 milioni di bottiglie. La quota dell'export negli ultimi 10 anni è aumentata molto, siamo intorno a un 80-81% estero e un 19-20% Italia. In Italia abbiamo avuto sicuramente un calo dei consumi e di richieste, però il 2015 è stato il primo anno dopo 6 anni in cui le vendite sono tornate a crescere, anche in Italia».
«Il Consorzio ha lavorato molto bene negli ultimi 6-7 anni - continua il presidente Zingarelli - sta puntando su una maggiore visibilità e soprattutto ha preso decisioni molto importanti e coraggiose, la più importante è l'introduzione di una nuova categoria di Chianti Classico, che è la Gran Selezione, quindi da due anni non abbiamo più solo due categorie, ovvero Chianti Classico e Chianti Classico Riserva, ma anche la Gran Selezione. Una nuovo categoria, che al di là del fatto che oggi rappresenta il 4% del totale delle vendite del Chianti Classico, ha suscitato molto interesse e ha fatto parlare molto del Chianti Classico. La Gran Selezione, che è stata anche criticata all'inizio ma questo è comunque positivo che ha generato un confronto, ha uno scopo principale, che è quello di creare più ordine all'interno del Chianti Classico, essendo una categoria che raggruppa le grandi eccellenze del Chianti Classico».
Si può dire che il Consorzio Chianti Classico sia una punta di diamante, anche in termini propositivi, un vero e proprio motore di tutta un'aggregazione che si impegna a promuovere il territorio e difendere anche il paesaggio.
«I primi a proteggere il paesaggio siamo noi produttori di vino - conclude Zingarelli - anche grazie alla lungimiranza e allo spirito imprenditoriale di chi ci ha preceduto, perché oggi ci troviamo in un territorio penso unico al mondo così esteso come il Chianti Classico, dove siamo riusciti a coniugare questo sviluppo economico basato sul vino, con la tutela del paesaggio e con tutte ricchezze del nostro paesaggio, artistiche, culturali, architettoniche… quindi oggi ci troviamo davanti a un territorio splendido, a un vino che sta andando veramente bene, a dei produttori con un grandissimo entusiasmo e questo è un connubio che ci permette di guardare al futuro in maniera molto positiva. Proprio ieri in assemblea abbiamo deciso di candidare la zona del Chianti a sito Unesco, perché siamo convinti che abbia tutte le caratteristiche per poter diventare un sito protetto dal Patrimonio dell'Umanità».
«Il nostro slogan è “300 anni e neanche una penna bianca” - sostiene Sergio Zingarelli (nella foto), presidente del Consorzio Chianti Classico - il Gallo Nero è ancora in piena vigoria ed effettivamente stiamo vivendo un periodo molto felice per la nostra denominazione, perché il 2015 è andato molto bene per quanto riguarda le vendite.
Abbiamo una qualità dei nostri prodotti crescente, abbiamo dei mercati che finalmente stanno riconoscendo questa grande qualità e abbiamo un territorio splendido. Questo in 300 anni, perché nel 1716 appunto ha Cosimo III de’ Medici ha emanato questo bando dove si descriveva esattamente la zona del vino Chianti di allora, che nel 1932 è diventato Chianti Classico, e la zona del 1716 è quasi sovrapponibile a quella attuale».
Dalla sua fondazione il Consorzio si occupa della tutela, della vigilanza e della valorizzazione della denominazione Chianti Classico. Nel 1932 al nome del Consorzio viene aggiunto il suffisso “Classico” per distinguere il Chianti originale da quello prodotto al di fuori del territorio delimitato nel 1716, e oggi rappresenta circa il 96% dei produttori della Docg e si conferma uno dei principali referenti delle istituzioni nazionali e comunitarie per il settore vitivinicolo.
«Siamo 600 aziende - precisa Zigarelli - di cui 370 vendono le proprie etichette sui mercati, queste 370 si occupano di tutta la filiera, mentre le altre vendono uve o vino ad altre aziende. Sono 70mila ettari di superficie, in una zona fra le città di Siena e Firenze, tutta chiaramente collinare, sono circa 7mila ettari di Chianti Classico, e all'anno vendiamo circa 35 milioni di bottiglie. La quota dell'export negli ultimi 10 anni è aumentata molto, siamo intorno a un 80-81% estero e un 19-20% Italia. In Italia abbiamo avuto sicuramente un calo dei consumi e di richieste, però il 2015 è stato il primo anno dopo 6 anni in cui le vendite sono tornate a crescere, anche in Italia».
«Il Consorzio ha lavorato molto bene negli ultimi 6-7 anni - continua il presidente Zingarelli - sta puntando su una maggiore visibilità e soprattutto ha preso decisioni molto importanti e coraggiose, la più importante è l'introduzione di una nuova categoria di Chianti Classico, che è la Gran Selezione, quindi da due anni non abbiamo più solo due categorie, ovvero Chianti Classico e Chianti Classico Riserva, ma anche la Gran Selezione. Una nuovo categoria, che al di là del fatto che oggi rappresenta il 4% del totale delle vendite del Chianti Classico, ha suscitato molto interesse e ha fatto parlare molto del Chianti Classico. La Gran Selezione, che è stata anche criticata all'inizio ma questo è comunque positivo che ha generato un confronto, ha uno scopo principale, che è quello di creare più ordine all'interno del Chianti Classico, essendo una categoria che raggruppa le grandi eccellenze del Chianti Classico».
Si può dire che il Consorzio Chianti Classico sia una punta di diamante, anche in termini propositivi, un vero e proprio motore di tutta un'aggregazione che si impegna a promuovere il territorio e difendere anche il paesaggio.
«I primi a proteggere il paesaggio siamo noi produttori di vino - conclude Zingarelli - anche grazie alla lungimiranza e allo spirito imprenditoriale di chi ci ha preceduto, perché oggi ci troviamo in un territorio penso unico al mondo così esteso come il Chianti Classico, dove siamo riusciti a coniugare questo sviluppo economico basato sul vino, con la tutela del paesaggio e con tutte ricchezze del nostro paesaggio, artistiche, culturali, architettoniche… quindi oggi ci troviamo davanti a un territorio splendido, a un vino che sta andando veramente bene, a dei produttori con un grandissimo entusiasmo e questo è un connubio che ci permette di guardare al futuro in maniera molto positiva. Proprio ieri in assemblea abbiamo deciso di candidare la zona del Chianti a sito Unesco, perché siamo convinti che abbia tutte le caratteristiche per poter diventare un sito protetto dal Patrimonio dell'Umanità».
ITALIAATAVOLA
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