Cinque stelle
alla vendemmia 2015
del Brunello di Montalcino
Un’annata da ricordare, quella del 2015 del Brunello di Montalcino,
grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla capacità dei produttori di leggere e anticipare i cambiamenti stagionali che si sono verificati. Per celebrare l'anniversario 5 artisti di fama internazionale hanno realizzato una piastrella dedicata all'annata
grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla capacità dei produttori di leggere e anticipare i cambiamenti stagionali che si sono verificati. Per celebrare l'anniversario 5 artisti di fama internazionale hanno realizzato una piastrella dedicata all'annata
Presentazione annata 2015 con assegnazione delle stelle, 50° anniversario del riconoscimento della Doc, apposizione della formella realizzata da 5 artisti, consegna dei premi Leccio d’Oro 2016 e visita a sorpresa dell’ambasciatore Usa in Italia John Phillips: questi i momenti salienti di Benvenuto Brunello, presso il Complesso di Sant’Agostino, che da fine anno ospiterà la nuova sede delConsorzio in uno spazio di oltre 800 metri quadrati.
Tutti concordi sia i produttori che gli esperti coinvolti dal Consorzio, Carlo Ferrini, Paolo Caciorgna e Vittorio Fiore, nell’affermare che il 2015 è stata un’annata importante, con grandi caratteristiche di equilibrio, e ottima per vini di lungo invecchiamento come il Brunello. Simone Orlandini, del dipartimento di scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’Università di Firenze, ha condotto un'analisi sulle variabili meteorologiche e sui più importanti indici agroclimatici dell’anno 2015, rilevando «un andamento termico superiore alle medie e precipitazioni inferiori, con alcune ondate di calore. Il periodo della vendemmia ha visto invece temperature leggermente al di sotto delle medie e assenza di precipitazioni con buona escursione termica tra giorno e notte». Quindi un’annata a 5 stelle sotto tutti i punti di vista.
Per celebrare un “compleanno speciale” la piastrella celebrativa dell'annata, andata ad arricchire il “calendario del Brunello” sul muro esterno del Palazzo pubblico di Montalcino, sono stati chiamati cinque artisti di fama internazionale: Sandro Chia, uno dei protagonisti della Transavanguardia italiana e produttore di vino a Montalcino con l’azienda Castello Romitorio; Pino Deodato, pittore e scultore con le sue figure umane in posizione meditativa che raccontano le metafore della vita; Bertozzi & Casoni con le loro ceramiche; Gian Marco Montesano per la sua indagine su memoria e storia e Mimmo Paladino per la sua capacità di raccontare una storia antica radicata in un terreno, ma in un modo assolutamente e del tutto contemporaneo.
Nella foto, da sinistra: Fabrizio Bindocci, Pino Deodato e Gian Marco Montesano
L’ideazione e la realizzazione del progetto sono state affidate a Enrico Mattei, critico d’arte, curatore e fondatore della società di management Vehicle Projects. «La vite, l’uva e il vino sono onnipresenti in opere d'arte», spiega Mattei. «Ciò che in questo progetto è essenziale non è il vino come rappresentazione, quanto piuttosto la capacità creativa di un’intera comunità territoriale. Un insieme complesso che si associa e che, ritrovando una vera occasione di festa, partecipa alla creazione di qualcosa di unico, che è in questo caso il Brunello. Oscar Wilde si era chiesto se la nebbia esistesse già prima che Whistler e Turner la dipingessero. Sono gli artisti che rendono visibili determinati fenomeni. Se sono gli artisti che “inventano” la geografia e l’universo del vino, esso, associandosi a cinque opere di grandi artisti, si propone come creazione geografica e culturale, che si lega al Made in Italy».
Il progetto artistico è stato raccolto in un catalogo della stessa dimensione della formella “ArteBrunello 5 opere per 5 stelle” curato da Enrico Mattei e Paolo Antognoli che raccoglie documentazione sull’evento e contenetene cenni storici sul Consorzio e sugli artisti. Verrà anche realizzato un cofanetto in serie limitata composto da cinque bottiglie di Brunello di Montalcino etichettate con le opere degli artisti.
Il premio Leccio d’Oro 2016, conferiti dal Consorzio ai locali che hanno la carta dei vini con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello e degli altri vini di Montalcino, quest’anno è stato assegnato ex-aequo sia per la categorie ristoranti ed enoteche. Il riconoscimento è andato al Ristorante Del Posto di New York e a Il Convivio Troiani di Roma per la categoria ristoranti, mentre per la categoria enoteche l’ex-aequo è tra l’Enoteca Molesini di Cortona e la canadese Enoteca del Monopolio Lcbo (Liquor Control Board of Ontario). La giuria che ha scelto i locali è composta, come di consueto, dal Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci e dai componenti del Comitato di presidenza composto da Patrizio Cencioni, Bernardo Losappio e Francesco Ripaccioli, dagli esperti Allan Bay, giornalista nel settore enogastronomico e collaboratore del Corriere della Sera; Faith Willinger, scrittrice di libri sul cibo per il mercato Usa Faith Willinger e Antonello Maietta, presidente dell’Associazione italiana sommelier (Ais).
Quest’anno sono stati degustati in anteprima il Brunello di Montalcino 2011, la Riserva 2010 e il Rosso di Montalcino 2014, Sant’Antimo e Moscadello. Una vendemmia quella del 2010 di grande successo che ha visto un tutto esaurito nelle cantine con più richiesta che offerta al punto che le quotazioni dello sfuso sono a mille euro al quintale, dopo picchi di 1.400 raggiunti per l’annata 2010 ed il valore dei terreni a 500mila euro a ettaro.
In generale con alcune eccezioni, nel bicchiere i Brunello 2011, la cui annata aveva ricevuto le 4 stelle, risultano elegante, di buona freschezza, sapidi e piacevoli con legni nella maggioranza dei casi ben dosati ed equilibrati, buona l’ intensità di profumi ed aromi. La riserva 2010 deve ancora invecchiare per equilibrare la sua struttura, ma la qualità dell’annata porta vini di classe con eleganza distribuita secondo le zone.
A conferma della buona salute del Brunello ci sono i numeri dell'export, che si conferma al 70% dell'intera produzione, con gli Usa in testa con oltre il 30% delle esportazioni, seguiti da Europa (con Uk in crescita, Germania e Svizzera in testa) al 20%, i mercati asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong etc.) che realizzano il 15%, il Canada e il centro e sud America. Quasi 15mio le bottiglie immesse sul mercato nel 2015; giro d’affari è aumentato del 10% rispetto all'anno scorso, arrivando agli oltre 187 milioni di euro. Inoltre a Montalcino nel 2015 si è registrato un aumento del 20% di turisti rispetto all’anno scorso.
Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, nato nel 1967 all'indomani del riconoscimento della Doc, ha favorito la nascita di un tessuto produttivo fatto di aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, unite da intenti comuni di rispetto della natura e aspirazione all’alta qualità del vino. Il Consorzio organizza gli eventi in Italia e all’estero e la partecipazione dei produttori alle fiere. Cura l’immagine delle denominazioni montalcinesi e assiste i soci sulle normative che regolano la produzione del vino. Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino ad oggi comprende un numero di 250 produttori (di cui 208 imbottigliatori), tutti associati al Consorzio. Complessivamente gli ettari a vigneto nel territorio di Montalcino sono 3500 così ripartiti: 2100 ettari coltivati a Brunello di Montalcino; 510 ettari coltivati a Rosso di Montalcino; 50 ettari coltivati a Moscadello di Montalcino; 600 ettari coltivati a Sant’Antimo Doc; la restante parte è coltivata a Igt.
Tutti concordi sia i produttori che gli esperti coinvolti dal Consorzio, Carlo Ferrini, Paolo Caciorgna e Vittorio Fiore, nell’affermare che il 2015 è stata un’annata importante, con grandi caratteristiche di equilibrio, e ottima per vini di lungo invecchiamento come il Brunello. Simone Orlandini, del dipartimento di scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’Università di Firenze, ha condotto un'analisi sulle variabili meteorologiche e sui più importanti indici agroclimatici dell’anno 2015, rilevando «un andamento termico superiore alle medie e precipitazioni inferiori, con alcune ondate di calore. Il periodo della vendemmia ha visto invece temperature leggermente al di sotto delle medie e assenza di precipitazioni con buona escursione termica tra giorno e notte». Quindi un’annata a 5 stelle sotto tutti i punti di vista.
Per celebrare un “compleanno speciale” la piastrella celebrativa dell'annata, andata ad arricchire il “calendario del Brunello” sul muro esterno del Palazzo pubblico di Montalcino, sono stati chiamati cinque artisti di fama internazionale: Sandro Chia, uno dei protagonisti della Transavanguardia italiana e produttore di vino a Montalcino con l’azienda Castello Romitorio; Pino Deodato, pittore e scultore con le sue figure umane in posizione meditativa che raccontano le metafore della vita; Bertozzi & Casoni con le loro ceramiche; Gian Marco Montesano per la sua indagine su memoria e storia e Mimmo Paladino per la sua capacità di raccontare una storia antica radicata in un terreno, ma in un modo assolutamente e del tutto contemporaneo.
Nella foto, da sinistra: Fabrizio Bindocci, Pino Deodato e Gian Marco Montesano
L’ideazione e la realizzazione del progetto sono state affidate a Enrico Mattei, critico d’arte, curatore e fondatore della società di management Vehicle Projects. «La vite, l’uva e il vino sono onnipresenti in opere d'arte», spiega Mattei. «Ciò che in questo progetto è essenziale non è il vino come rappresentazione, quanto piuttosto la capacità creativa di un’intera comunità territoriale. Un insieme complesso che si associa e che, ritrovando una vera occasione di festa, partecipa alla creazione di qualcosa di unico, che è in questo caso il Brunello. Oscar Wilde si era chiesto se la nebbia esistesse già prima che Whistler e Turner la dipingessero. Sono gli artisti che rendono visibili determinati fenomeni. Se sono gli artisti che “inventano” la geografia e l’universo del vino, esso, associandosi a cinque opere di grandi artisti, si propone come creazione geografica e culturale, che si lega al Made in Italy».
Il progetto artistico è stato raccolto in un catalogo della stessa dimensione della formella “ArteBrunello 5 opere per 5 stelle” curato da Enrico Mattei e Paolo Antognoli che raccoglie documentazione sull’evento e contenetene cenni storici sul Consorzio e sugli artisti. Verrà anche realizzato un cofanetto in serie limitata composto da cinque bottiglie di Brunello di Montalcino etichettate con le opere degli artisti.
Il premio Leccio d’Oro 2016, conferiti dal Consorzio ai locali che hanno la carta dei vini con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello e degli altri vini di Montalcino, quest’anno è stato assegnato ex-aequo sia per la categorie ristoranti ed enoteche. Il riconoscimento è andato al Ristorante Del Posto di New York e a Il Convivio Troiani di Roma per la categoria ristoranti, mentre per la categoria enoteche l’ex-aequo è tra l’Enoteca Molesini di Cortona e la canadese Enoteca del Monopolio Lcbo (Liquor Control Board of Ontario). La giuria che ha scelto i locali è composta, come di consueto, dal Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci e dai componenti del Comitato di presidenza composto da Patrizio Cencioni, Bernardo Losappio e Francesco Ripaccioli, dagli esperti Allan Bay, giornalista nel settore enogastronomico e collaboratore del Corriere della Sera; Faith Willinger, scrittrice di libri sul cibo per il mercato Usa Faith Willinger e Antonello Maietta, presidente dell’Associazione italiana sommelier (Ais).
Quest’anno sono stati degustati in anteprima il Brunello di Montalcino 2011, la Riserva 2010 e il Rosso di Montalcino 2014, Sant’Antimo e Moscadello. Una vendemmia quella del 2010 di grande successo che ha visto un tutto esaurito nelle cantine con più richiesta che offerta al punto che le quotazioni dello sfuso sono a mille euro al quintale, dopo picchi di 1.400 raggiunti per l’annata 2010 ed il valore dei terreni a 500mila euro a ettaro.
In generale con alcune eccezioni, nel bicchiere i Brunello 2011, la cui annata aveva ricevuto le 4 stelle, risultano elegante, di buona freschezza, sapidi e piacevoli con legni nella maggioranza dei casi ben dosati ed equilibrati, buona l’ intensità di profumi ed aromi. La riserva 2010 deve ancora invecchiare per equilibrare la sua struttura, ma la qualità dell’annata porta vini di classe con eleganza distribuita secondo le zone.
A conferma della buona salute del Brunello ci sono i numeri dell'export, che si conferma al 70% dell'intera produzione, con gli Usa in testa con oltre il 30% delle esportazioni, seguiti da Europa (con Uk in crescita, Germania e Svizzera in testa) al 20%, i mercati asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong etc.) che realizzano il 15%, il Canada e il centro e sud America. Quasi 15mio le bottiglie immesse sul mercato nel 2015; giro d’affari è aumentato del 10% rispetto all'anno scorso, arrivando agli oltre 187 milioni di euro. Inoltre a Montalcino nel 2015 si è registrato un aumento del 20% di turisti rispetto all’anno scorso.
Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, nato nel 1967 all'indomani del riconoscimento della Doc, ha favorito la nascita di un tessuto produttivo fatto di aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, unite da intenti comuni di rispetto della natura e aspirazione all’alta qualità del vino. Il Consorzio organizza gli eventi in Italia e all’estero e la partecipazione dei produttori alle fiere. Cura l’immagine delle denominazioni montalcinesi e assiste i soci sulle normative che regolano la produzione del vino. Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino ad oggi comprende un numero di 250 produttori (di cui 208 imbottigliatori), tutti associati al Consorzio. Complessivamente gli ettari a vigneto nel territorio di Montalcino sono 3500 così ripartiti: 2100 ettari coltivati a Brunello di Montalcino; 510 ettari coltivati a Rosso di Montalcino; 50 ettari coltivati a Moscadello di Montalcino; 600 ettari coltivati a Sant’Antimo Doc; la restante parte è coltivata a Igt.
ITALIAATAVOLA
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