IL TERZO LIVELLO
DEL PIACERE
Il terzo livello del piacere, il più alto, si raggiunge solo
imparando ad
assaggiare. Se il primo è comune a tutti gli umani (vivo un evento e "mi
piace"),
al secondo
si arriva con la capacità incrementata di indagare sensorialmente per poi
mettere in relazione il percepito con le caratteristiche della materia prima e
delle tecniche di lavorazione e, al terzo, con la coscienza di vivere un evento
raro e prezioso.
Alcuni prendono la scorciatoia e, avendone le possibilità,
vogliono giungere
subito al terzo saltando il secondo, facendosi bastare la denominazione altisonante di un vino, un caffè o un cioccolato.
subito al terzo saltando il secondo, facendosi bastare la denominazione altisonante di un vino, un caffè o un cioccolato.
Ma in questo caso è un terzo livello fittizio,
mancando la possibilità di giudizio proprio e manifestandosi quindi il sospetto
che si tratti di una fregatura. Provate a pensarci: per un comune mortale una bottiglia di
vino da 500 euro è capriccio, per un assaggiatore è un' esperienza emozionante.
È per questo motivo
che, in barba alla crisi, gli scolarizzati del gusto in questi ultimi anni hanno manifestato una
crescita costante, valutabile intorno al 5/10.
Se fino a mezzo secolo fa era praticamente solo il vino a
essere oggetto
di attenzione, oggi abbiamo assaggiatori di caffè, acqueviti, olio di oliva, salumi, carne, formaggi, miele, frutta, tè, tartufi, birra, aceto balsamico e persino acqua. Gli ultimi ad aggiungersi, con la nascita dell'Istituto Internazionale Chocolier, sono stati gli assaggiatori di cioccolato.
di attenzione, oggi abbiamo assaggiatori di caffè, acqueviti, olio di oliva, salumi, carne, formaggi, miele, frutta, tè, tartufi, birra, aceto balsamico e persino acqua. Gli ultimi ad aggiungersi, con la nascita dell'Istituto Internazionale Chocolier, sono stati gli assaggiatori di cioccolato.
I metodi didattici, scelti dalle diverse organizzazioni che
riuniscono gli scolarizzati del gusto, stanno via via migrando dal
comportamentismo e dal cognitivismo per approdare al costruttivismo, quindi
facendo largo uso delle
tecniche di analisi sensoriale per passare dalla formazione di eruditi a quella
di individui che manifestano vere competenze in materia.
tecniche di analisi sensoriale per passare dalla formazione di eruditi a quella
di individui che manifestano vere competenze in materia.
Ecco che l'utilità che ne traggono gli allievi si eleva, passando dalla semplice auto gratificazione
alla capacità di scegliere autonomamente, consumando meno (con buona pace della salute e del portafoglio) e godendo di più dei loro acquisti.
Insomma, un mondo di assaggiatori gioca a favore della
qualità della vita sociale e delle imprese che perseguono la qualità.
Luigi Odello, direttore
della rivista L’ASSAGGIO
Nessun commento:
Posta un commento