giovedì 13 aprile 2017

Sindacati confederali e il freno allo sviluppo

Sindacati confederali 
e il freno allo sviluppo

Nonostante i sindacati siano funzionali alla democrazia, non devono ostacolare lo sviluppo italiano, rallentando manifestazioni di portata fondamentale quali il Salone del Mobile o Vinitaly. Ciò che conta è fare squadra


Alla fine è andato tutto bene. Il Salone del Mobile è stato un successo e ha passato il testimone del Made in Italy al Vinitaly. Dal design al vino, in 10 giorni il nostro Paese riesce ad attirare l'attenzione internazionale grazie al richiamo di due simboli fortissimi del nostro stile di vita. Eppure sembrava avessimo fatto di tutto per mettere una zeppa all'avvio di questa abbinata straordinaria. Dimostrando un vero disinteresse per gli interessi generali, i sindacati aveva tentato di bloccare Milano con gli scioperi contestuali di Alitalia e dei mezzi pubblici. 

Sindacati confederali e il freno allo sviluppo

Il caos generato non ha irritato, per usare un eufemismo, solo centinaia di migliaia di lavoratori italiani. Si è trattato di un vero e proprio attentato all'immagine di un Paese che solo con grande difficoltà cerca di ritrovare la strada dello sviluppo che in Europa già in tanti stanno percorrendo con più velocità di noi. Per caritá, avranno anche ragione i sodali della Camusso & Company, ma che si possa mettere in ginocchio una città in occasione di una delle fiere più importanti per le nostre esportazioni, francamente ci sembra inaccettabile.

Perchè non spostare lo sciopero di qualche giorno? E perché il Governo non ha precettato questi lavoratori che non rischiano il posto? Se essere supini alla Cgil (che già ha ottenuto il ritorno al passato del lavoro nero con la cancellazione del voucher) è l'unico modo per garantire che un Governo possa "galleggiare", forse è meglio fermare tutto e, come chiedono in tanti, ridare la parola agli italiani.

Transfughi del Pd e Cgil non possono ricattare il Governo per qualche pugno di tessere in più. E che nessuno ci dica che siamo pregiudizialmente contro i sindacati. Siamo convinti che una democrazia non possa esistere senza corpi intermedi e associazioni. Ma questi devo concorrere ad un bene generale, e smetterla con un sistema malato di corporativismo e di difese sterili di micro interessi.

Crediamo talmente al valore dell'associazionismo che in occasione del recente Premio Italia a Tavola abbiamo voluto dare un riconoscimento straordinario a cinque associazioni (Fic, Conpait, Euro-Toques, AMPI e Le Soste) che ultimamente si sono rafforzate e operano in collaborazione per una crescita generale di tutto il settore della ristorazione e della pasticceria italiana. Ci piacerebbe che questo spirito di squadra e di attenzione all'interesse generale venisse condiviso anche dai sindacati confederali dei lavoratori (e soprattutto dei pensionati), che oggi sembrano davvero una componente conservatrice e sterile.
di Alberto Lupini
direttore

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