Viareggio, cacciati
dal ristorante
Hanno mangiato
e speso troppo poco
Ordinano solo una pizza e un'insalata di mare, e vengono scacciati dal locale “Sa Playa” di Viareggio perché con quei soldi «non ci riprendo neanche l'apparecchiatura», dice il personale. La questione sfocia sui social
Un altro caso di vile ristorazione, un altro caso spiacevole che scalfisce ancora quell'ospitalità tutta italiana che un tempo ci contraddistingueva. Qui non si parla di una rissa tra ristoratori per accaparrarsi clienti, nemmeno di scritte omofobe sulle pareti delle pizzerie o di proprietari di b&b che non accettano clienti omosessuali... A Viareggio, comune conosciuto nella storia degli ultimi decenni come meta turistica unica nel suo genere, una famiglia è stata cacciata dal ristorante per aver “speso troppo poco”.
Sventurata protagonista dell'episodio, la famiglia di Corrado Guidi, a lungo sindaco di Bientina (Pi) e fino a pochi mesi fa presidente dell'unione dei comuni della Valdera. Partiamo dal principio, ricostruendo la vicenda che Corrado ha raccontato a Il Tirreno: erano soliti farsi una giornata in Versilia, arrivando prima a Forte dei Marmi per poi fermarsi a Viareggio. S'era fatta l'ora di cena, e la famiglia decide di fermarsi in un ristorante in Passeggiata.
«Dico subito che non ho prenotato e mi indicano un tavolo da due, vicino alla porta. Va bene, lo capisco, ci aggiustiamo», ha spiegato Guidi. Poi ordinano, non molto: una pizza e un'insalata di mare. Ci mette poco, a quel punto, la situazione a precipitare: «Arriva il padrone, maleducato - continua Guidi - e con fare minaccioso ci butta fuori perché consumiamo poco. Quando siamo usciti ci è venuto dietro gridando. Mia madre aveva una trattoria e se quel ristoratore mi avesse preso da parte e mi avesse spiegato la sua posizione, avrei capito. Invece è venuto al tavolo a dirci “andate via, ma che ordine è? non ci riprendo neanche l'apparecchiatura”... Che poi era una tovaglia di carta. Gli ho chiesto di non gridare, ma niente da fare».
Le parole dell'ex sindaco sono più esaustive di qualsivoglia commento si possa fare attorno a questo triste episodio. Guidi, giustamente, ha reso pubblico l'episodio sulla propria pagina Facebook, rivolgendosi al sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro: «Caro Giorgio, amico mio ed ex collega, Viareggio grazie a questi individui senza arte né parte va sempre più giù, ormai in una ineluttabile deriva, rispetto ad altri luoghi che ormai offrono altro».
Non tarda la risposta del sindaco: «Mi dispiace davvero. Stiamo lavorando a testa bassa per ridare dignità alla città. Ma sull'educazione il lavoro è ancora più duro». A questo parole, che di certo non faranno piacere ai cittadini della perla della Versilia, il sindaco ha aggiunto anche un invito a cena, concludendo poi: «Viareggio è bella e accogliente. Te lo garantisco».
Chi è davvero autore di questa triste faccenda, il ristoratore poco garbato, non ha voluto fare pubblicamente il nome del locale, ha scritto solo in privato: «Ci sono posti di lavoro che non intendo mettere a rischio». Ma così rimane il dubbio ai più, turisti e cittadini, e subito in mattinata scatta la caccia all'”ospitalità indigesta”, come la chiama Donatella Francesconi, autrice del pezzo su Il Tirreno. Alcuni gestori di locali, come Alessandro Santini, direttore dello storico Gran Caffè Margherita, ha dichiarato in sua difesa, senza mezzi termini: «Fuori i nomi, perché la vicenda rischia di infangare tutti i ristoranti della Passeggiata».
Pian piano la questione comincia a dipanarsi, e gli sguardi accusatori si rivolgono verso “Sa Playa”, ristorante-pizzeria tra i più frequentati: una continua turnazione di tavoli che permette prezzi contenuti, della serie: con un tavolo da due a fine serata devono aver cenato in dodici.
«Io non c’ero - racconta il titolare, Marco Fantoni -. Può darsi che l’incidente sia accaduto con qualcuno del personale, ma non mi hanno detto niente. Se c’è stato un disguido non ne sono al corrente. Mi sembra che sia stato tutto un po’ ingigantito. Comunque me ne assumo la responsabilità e mi piacerebbe parlare a tu per tu con questo signore, e non a mezzo stampa. Se poi mi dimostra che è vero quello che racconta, allora lo invito a tornare a mangiare in tutta tranquillità».
Fin qui niente di grave, anzi... tutta la questione pare trovare un lieto fine. Finché poi, continuando la sua “risposta alla stampa”, Fantoni non si lascia un po' andare: «I clienti hanno sempre ragione, come si dice... Ma fino ad un certo punto». E quando gli si chiede se al “Sa Playa” ci si può sedere con poco appetito la risposta arriva e pare ricalcare un po' il contenuto della vicenda di cui trattiamo: «L'altra sera sono venuti in quattro e hanno ordinato due pizze. Bene: ho fatto presente che vicino a me c'è un'ottima pizzeria al taglio e che io non ho intenzione di togliere lavoro agli altri. Perché due pizze in quattro altro non sono che pizza al taglio».
A tirare le somme della faccenda è Esmeralda Giampaoli, a lungo ristoratrice, oggi presidente nazionale di Fiapet-Confesercenti: «Sono “barista”. In tanti anni di attività in Confesercenti non ho mai sentito una storia del genere. Che è sicuramente un messaggio distorto sulla ristorazione a Viareggio. Ci tengo a dirlo con forza». E ancora, Piero Bertolani, commerciante della Passeggiata e direttore di Confcommercio Viareggio, che aggiunge: «Ad imprenditori così va ritirata la “patente”»
La Passeggiata di Viareggio (foto: Andrea Zani)
Sventurata protagonista dell'episodio, la famiglia di Corrado Guidi, a lungo sindaco di Bientina (Pi) e fino a pochi mesi fa presidente dell'unione dei comuni della Valdera. Partiamo dal principio, ricostruendo la vicenda che Corrado ha raccontato a Il Tirreno: erano soliti farsi una giornata in Versilia, arrivando prima a Forte dei Marmi per poi fermarsi a Viareggio. S'era fatta l'ora di cena, e la famiglia decide di fermarsi in un ristorante in Passeggiata.
«Dico subito che non ho prenotato e mi indicano un tavolo da due, vicino alla porta. Va bene, lo capisco, ci aggiustiamo», ha spiegato Guidi. Poi ordinano, non molto: una pizza e un'insalata di mare. Ci mette poco, a quel punto, la situazione a precipitare: «Arriva il padrone, maleducato - continua Guidi - e con fare minaccioso ci butta fuori perché consumiamo poco. Quando siamo usciti ci è venuto dietro gridando. Mia madre aveva una trattoria e se quel ristoratore mi avesse preso da parte e mi avesse spiegato la sua posizione, avrei capito. Invece è venuto al tavolo a dirci “andate via, ma che ordine è? non ci riprendo neanche l'apparecchiatura”... Che poi era una tovaglia di carta. Gli ho chiesto di non gridare, ma niente da fare».
Le parole dell'ex sindaco sono più esaustive di qualsivoglia commento si possa fare attorno a questo triste episodio. Guidi, giustamente, ha reso pubblico l'episodio sulla propria pagina Facebook, rivolgendosi al sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro: «Caro Giorgio, amico mio ed ex collega, Viareggio grazie a questi individui senza arte né parte va sempre più giù, ormai in una ineluttabile deriva, rispetto ad altri luoghi che ormai offrono altro».
Non tarda la risposta del sindaco: «Mi dispiace davvero. Stiamo lavorando a testa bassa per ridare dignità alla città. Ma sull'educazione il lavoro è ancora più duro». A questo parole, che di certo non faranno piacere ai cittadini della perla della Versilia, il sindaco ha aggiunto anche un invito a cena, concludendo poi: «Viareggio è bella e accogliente. Te lo garantisco».
Chi è davvero autore di questa triste faccenda, il ristoratore poco garbato, non ha voluto fare pubblicamente il nome del locale, ha scritto solo in privato: «Ci sono posti di lavoro che non intendo mettere a rischio». Ma così rimane il dubbio ai più, turisti e cittadini, e subito in mattinata scatta la caccia all'”ospitalità indigesta”, come la chiama Donatella Francesconi, autrice del pezzo su Il Tirreno. Alcuni gestori di locali, come Alessandro Santini, direttore dello storico Gran Caffè Margherita, ha dichiarato in sua difesa, senza mezzi termini: «Fuori i nomi, perché la vicenda rischia di infangare tutti i ristoranti della Passeggiata».
Pian piano la questione comincia a dipanarsi, e gli sguardi accusatori si rivolgono verso “Sa Playa”, ristorante-pizzeria tra i più frequentati: una continua turnazione di tavoli che permette prezzi contenuti, della serie: con un tavolo da due a fine serata devono aver cenato in dodici.
«Io non c’ero - racconta il titolare, Marco Fantoni -. Può darsi che l’incidente sia accaduto con qualcuno del personale, ma non mi hanno detto niente. Se c’è stato un disguido non ne sono al corrente. Mi sembra che sia stato tutto un po’ ingigantito. Comunque me ne assumo la responsabilità e mi piacerebbe parlare a tu per tu con questo signore, e non a mezzo stampa. Se poi mi dimostra che è vero quello che racconta, allora lo invito a tornare a mangiare in tutta tranquillità».
Fin qui niente di grave, anzi... tutta la questione pare trovare un lieto fine. Finché poi, continuando la sua “risposta alla stampa”, Fantoni non si lascia un po' andare: «I clienti hanno sempre ragione, come si dice... Ma fino ad un certo punto». E quando gli si chiede se al “Sa Playa” ci si può sedere con poco appetito la risposta arriva e pare ricalcare un po' il contenuto della vicenda di cui trattiamo: «L'altra sera sono venuti in quattro e hanno ordinato due pizze. Bene: ho fatto presente che vicino a me c'è un'ottima pizzeria al taglio e che io non ho intenzione di togliere lavoro agli altri. Perché due pizze in quattro altro non sono che pizza al taglio».
A tirare le somme della faccenda è Esmeralda Giampaoli, a lungo ristoratrice, oggi presidente nazionale di Fiapet-Confesercenti: «Sono “barista”. In tanti anni di attività in Confesercenti non ho mai sentito una storia del genere. Che è sicuramente un messaggio distorto sulla ristorazione a Viareggio. Ci tengo a dirlo con forza». E ancora, Piero Bertolani, commerciante della Passeggiata e direttore di Confcommercio Viareggio, che aggiunge: «Ad imprenditori così va ritirata la “patente”»
ITALIAATAVOLA
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