sabato 22 febbraio 2020

Brunello e Barolo spopolano nei locali di Londra e New York

Brunello e Barolo 

spopolano
nei locali 

di Londra 

e New York


I due rossi nostrani sono tra i primi in termini di presenze nei ristoranti della Grande Mela, in quelli della capitale inglese e a San Francisco. Vini italiani in grande spolvero, alle spalle soltanto di quelli francesi. 

A confermarlo, i numeri di una ricerca Nomisma presentata oggi, 22 febbraio, nel corso dell'iniziativa "Benvenuto Brunello" in corso a Montalcino.

Brunello e Barolo trainano l’export dei vini italiani più presenti nelle wine-list dei ristoranti di New York, San Francisco e Londra con prezzi medi che si aggirano dai 320 agli oltre 400 dollari a bottiglia. Lo dicono i numeri presentati oggi a Benvenuto Brunello dal responsabile di Nomisma-Wine Monitor, Denis Pantini.

Brunello e Barolo sono tra i vini più presenti a Londra e New York - Brunello e Barolo spopolano nei locali di Londra e New York

Brunello e Barolo sono tra i vini più presenti a Londra e New York

L’analisi, realizzata su tre città chiave tra Usa e Inghilterra, leader nell’import di vino (oltre 9 miliardi di euro), si è focalizzata sulle wine-list di 850 ristoranti, per un totale di quasi 216mila referenze. Diversi i punti di forza dimostrati dai vini italiani - in particolare da quelli piemontesi e toscani che si alternano in cima alle presenze regionali del Belpaese (Piemonte primo a New York e San Francisco, Toscana in testa a Londra) - a partire dal numero complessivo delle etichette in carta (oltre 45mila), fino a un’incidenza media che sale in maniera direttamente proporzionale alla fascia di prezzo del ristorante. I punti di debolezza sono però evidenti e riguardano un posizionamento che solo in parte prescinde dalla cucina italiana (nei 2/3 dei casi i vini in carta a New York si trovano nei ristoranti made in Italy), un prezzo medio che seppur alto non è paragonabile ai campioni francesi, un en plein dei cugini d’Oltralpe sul fronte delle referenze, primi a New York, San Francisco e Londra.
 
«I dati estratti oggi –  ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – sono fondamentali per capire l’esatto posizionamento della nostra denominazione in 3 mercati strategici. Non ci possiamo lamentare se si guarda indietro, ma nemmeno cantare vittoria senza provare a competere con i pochi che ci stanno davanti, perché siamo convinti che il gap sia commerciale e non legato alla qualità del prodotto». Nonostante il buon posizionamento, infatti, c’è ancora molto da fare rispetto ai competitor Bordeaux e Borgogna.

Il Brunello esce comunque bene tra i top wine mondiali. In particolare a New York, dove è risultato terzo tra le grandi denominazioni rosse con un prezzo medio fissato a 382 dollari a bottiglia per quasi 2mila referenze e una presenza al 57% nei 350 locali selezionati, dato che sale considerevolmente se riferito alla ristorazione di alta fascia. Minore, ma di tutto rispetto, il prezzo medio (319 dollari) e la presenza nei ristoranti a San Francisco (al 46%), piazza di riferimento per i prodotti della Napa Valley.  A Londra la concorrenza francese al Brunello (al 10° posto) è feroce con 4 denominazioni rosse nella top 10, anche se rimane alto il prezzo medio: 339 sterline e circa 400 referenze. Anche Oltremanica l’incidenza media del principe dei vini toscani nelle carte dei vini (36%) registra un fortissimo rialzo nei ristoranti di lusso: nel campione, infatti, questa tipologia vale solo l’8% dei menù considerati ma raggruppa il 36% delle referenze di Brunello.
 
Con oltre 45mila referenze registrate, il 22% del totale, di cui 27mila di vino rosso, l’Italia è al secondo posto tra i Paesi di origine presenti nelle wine-list. E una grande fetta arriva dai rossi italiani, in particolare da quelli toscani e piemontesi che a New York rappresentano i 3/4 delle etichette made in Italy della tipologia, mentre a San Francisco sommano il 68% e a Londra il 64%. A distanza, seguono i rossi di Veneto, Sicilia, Campania e Puglia. Nel computo totale delle presenze bianchi e rossi per Paese d’origine, vince la Francia che domina a New York (46% la percentuale sul totale delle referenze, con l’Italia al 24%), a Londra (50% vs 19%) ed è prima anche a San Francisco (40%), davanti agli Stati Uniti.ù

Intanto sempre questa mattina sono stati resi noti i giudizi degli esperti sull’annata 2015 del Brunello di Montalcino. Un’annata che già dopo la vendemmia si era aggiudicata 5 stelle per l’ottimo andamento stagionale e che ora gli esperti definiscono “un successo in grado di stupire sempre di più nel corso del tempo”. Un Brunello che sarà in grado dunque di affrontare l’invecchiamento, dando grandi risultati anche a distanza di decenni. Ottima anche la produzione con circa 10,5 milioni di bottiglie attese.
italiaatavola
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