sabato 29 febbraio 2020

Scuole chiuse altri 7 giorni al nord per rallentare la corsa dei contagi

Scuole chiuse 

altri 7 giorni al nord
per rallentare 

la corsa 

dei contagi


Decisione di Lombardia, Veneto ed Emilia, chiusura almeno fino al 78 marzo. L'epidemiologo VITTORIO DEMICHELI spiega le ragioni scientifiche. Le aule resteranno vuote almeno fino al 7 marzo. Apertura "a scacchiera in altre regioni". Decisione presa dopo il parere dei medici del Comitato tecnico-scientifico nazionale.

Le scuole in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto resteranno chiuse un’altra settimana. Ad anticipare l’ufficialità del Governo sono state le stesse Regioni nel primo pomeriggio di oggi. L’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, ha parlato di una "sostanziale adesione del Governo alle richieste" che la Regione aveva avanzato nelle scorse ore.

In Piemonte, invece, le scuole riapriranno mercoledì. Lunedì e martedì gli edifici saranno aperti al solo personale scolastico. Ad annunciarlo, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: «D'accordo con l'ufficio scolastico regionale - ha detto - abbiamo sottoscritto un protocollo in cui abbiamo concordato un'igienizzazione straordinaria. Si tratta di due giorni in più che ci consentono anche di tenere sotto controllo l'evoluzione della situazione».

Aule deserte al nord anche settimana prossima - Scuole chiuse altri 7 giorni al nord per rallentare la corsa dei contagi
Aule deserte al nord anche settimana prossima
Dopo Gallera In Lombardia, anche il governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha confermato la chiusura degli istituti nella sua regione con un post su Facebook. La decisione è stata assunta, ha scritto, “sulla base del parere del comitato tecnico-scientifico nazionale”. Chi non voleva la proroga della chiusura delle scuole era invece Luca Zaia, che in Veneto ne avrebbe voluto invece la riapertura a partire già da lunedì 2 marzo.

Nelle tre regioni, le aule sono rimaste chiuse anche questa settimana. Dal Governo si attende ora una deroga ai 200 giorni di scuola previsti dall’ordinamento, per non invalidare l’intero anno scolastico.

Vittorio DEmicheli - Scuole chiuse altri 7 giorni al nord Per rallentare la corsa dei contagi
                                                                             Vittorio De Micheli

Determinante per questa decisione è stato il parere di Vittorio Demicheli, 64 anni, epidemiologo dell’Unità di crisi di Regione Lombardia, secondo il quale «il virus clinicamente non dà problemi, o comunque è facilmente risolvibile, nel 90% dei pazienti. Ma in oltre il 10% dei casi, soprattutto se anziani. Ciò comporta problemi gravi che richiedono un ricovero in Terapia intensiva».

Il vero problema è che se oggi la diffusione del virus è di fatto limitata alle zone in cui risiede il 4% della popolazione, con punte di contagio alte solo in poche aree, come a Codogno (Lo) o Alzano Lombardo (Bg), dove si deve solo aspettare che raggiunto il picco il contagio si esaurisca, biosgna evitare che si raggiungano quei livelli nel resto della Lombardia. «Se la stessa situazione succedesse a Milano - aggiuge Bonaccini - sarebbe un disastro. È il motivo per cui è fondamentale agire prima», ed evitare nuovi contagi attraverso i bambini.

E le due settimane di chiusura delle scuole sono proprio in funzione del fatto che il tempo di incubazione del coronavirus è di 14 giorni. «Dal «Paziente Uno» - precisa l'epidemiologo - si concluderebbero venerdì prossimo i 14 giorni statistici. A quel punto potremo avere un quadro più chiaro. L’obiettivo è rallentare i contagi in modo da portarli a uno a uno, cioè con una persona che ne infetta un’altra e non due come adesso. Per farlo bisogna limitare i contatti». Attualmente il tasso di contagio è attualmente al 2,6. Cioè ogni infetta ne contagia più di due.

Come dire che è solo un problema di matematica, o meglio di statistica. Dobbiamo aspettare che il virus rallenti la sua corsa. italiaatavola
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