martedì 18 febbraio 2020

Panettieri lombardi si uniscono per ridare prestigio all’arte bianca

Panettieri lombardi 

si uniscono
per ridare 

prestigio 

all’arte bianca


Nasce l'Associazione Fornai Milano; tra gli obiettivi, la riapertura delle scuole specializzate, il rispetto delle normative e la tutela dei commercianti di paese. Già 160 gli iscritti.

Restituire prestigio all'arte bianca proponendo innanzitutto la riapertura di scuole specializzate di panificazione per fare in modo che il mestiere di panettiere non si disperda e possa anzi diventare uno sbocco lavorativo per i giovani. E poi per tutelare maggiormente i consumatori anche la revisione delle norme sulle etichette.

Cesare Marinoni (Panettieri lombardi si uniscono per ridare prestigio all’arte bianca)
Cesare Marinoni

Sono questi alcuni degli obiettivi della neonata Associazione Fornai Milano, organizzazione indipendente di categoria che già vede 160 iscritti tra città, provincia, Lombardia e altre regioni, e che è stata fondata da Cesare Marinoni, della nota famiglia il cui cognome è sinonimo di pane. Presieduta da Marinoni, l'associazione ha come co-presidenti i panificatori Luca Piantanida di Coggiola, nel Biellese, e Milena Pizzocchero, milanese, che hanno contribuito alla nascita dell'organismo insieme ad altri 7 colleghi di diversa provenienza.

«Non ci sentiamo più tutelati e vogliamo che la figura del maestro dell'arte bianca ritrovi tutto il riconoscimento sociale che merita», ha spiegato Marinoni e pertanto in generale l'Associazione punta a “riaccendere i riflettori sul mestiere del panettiere” una professione che nel tempo "è molto cambiata" ed ha “perso autenticità”. Pur essendo «sempre più importante - prosegue Marinoni - non è più apprezzata e noi ci impegneremo per riportarla alla giusta considerazione. È stata abbandonata a se stessa, sorpassata dall'industria, dal mondo del surgelato e del precotto. Si deve considerare invece che è l'artigianato lo scrigno di questo sapere tra i più antichi del mondo e come tale dovrebbe essere protetto dallo Stato».

E proprio per questo tra i principali punti del programma c'è la riapertura delle scuole specializzate in panificazione, attività che oggi viene insegnata come materia nell'ambito dei corsi di pasticceria e cucina. E poi la discesa in campo per i panificatori che operano in particolari contesti sociali, come per esempio nei piccoli paesini: lì, è stato fatto notare, se chiude il panettiere sparisce l'identità stessa del borgo, perché è nella sua bottega che la gente si ritrova. Oppure è sempre lui che va a consegnare a mano il pane nelle case di anziani, disabili e mamme in difficoltà. In tali contesti, «non ha senso - ha aggiunto Marinoni - che il panettiere sia obbligato a sostenere la spesa di un pos, perché tutti pagano in contanti».

Infine un capitolo moto importante dell'attività della Associazione appena avviata e la revisione delle norme sulle etichette. L'intenzione è accendere un faro sul Decreto Interministeriale n. 131 del 1° ottobre 2018, ossia il regolamento che disciplina la denominazione di “panificio”, di “pane fresco” e l’adozione della dicitura di “pane conservato”.  Normativa questa che per l'Associazione non basta a tutelare la produzione e il consumo del prodotto realmente appena sfornato.
di Francesca Brunati
Francesca Brunati

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