Firenze, poco lavoro
e troppe spese
Un ristoratore
si toglie la vita
Un uomo di 44 anni, titolare di un ristorante a pochi passi da Santa Maria Novella, si è suicidato nella giornata di sabato. Chi lo conosceva è certo che i motivi siano stati esclusivamente di natura professionale.
Dalle parole ai fatti, fino alle tragedie. La drammatica situazione che si sta delineando sempre più nel mondo della ristorazione ha indotto un ristoratore di Firenze a togliersi la vita. È successo lo scorso sabato 22 agosto nel locale in Santa Croce e la vittima è un uomo di 44 anni, molto conosciuto nel settore e in città proprio per la posizione strategica della sua attività.
Una storia che inizia pochi mesi fa quando il ristoratore acquista il fondo del suo locale e lo avvia, ma proprio mentre tutto si preparava a decollare, ecco il lockdown. Stop al pagamento del mutuo subito, ma il blocco sarebbe durato ancora pochi giorni e poi le rate sarebbero riprese. Da qui la preoccupazione di non farcela perché i bilanci piangevano per i motivi legati al covid di cui quotidianamente diamo notizia.
I conoscenti non hanno dubbi che siano proprio i motivi legati al lavoro quelli che hanno convinto il 44enne a togliersi la vita. L’attività l’aveva avviata insieme al fratello, socio, con il quale però probabilmente non è riuscito a condividere il timore di un futuro nero.
«Staremo accanto alla famiglia - ha detto il presidente dei Ristoratori toscani Pasquale Naccari - è morto uno di noi, è successo a lui ma poteva capitare a chiunque di noi. In questo momento siamo tutti sulla stessa barca». Proprio la stessa associazione solo un paio di settimane fa si era rivolta al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova chiedendo più soldi per la cassa integrazione.
La speranza è che quello di Firenze resti solo un caso isolato, ma la preoccupazione che la situazione possa degenerare sempre di più e portare gli addetti ai lavori dell’Horeca a scegliere di togliersi la vita piuttosto che affrontare il baratro professionale è tanta. È l’ora, già comunque tarda, di prendere decisioni drastiche a sostegno di lavoratori e imprenditori. ITALIAATAVOLA
Il ristoratore aveva aperto il locale da pochi mesi
Una storia che inizia pochi mesi fa quando il ristoratore acquista il fondo del suo locale e lo avvia, ma proprio mentre tutto si preparava a decollare, ecco il lockdown. Stop al pagamento del mutuo subito, ma il blocco sarebbe durato ancora pochi giorni e poi le rate sarebbero riprese. Da qui la preoccupazione di non farcela perché i bilanci piangevano per i motivi legati al covid di cui quotidianamente diamo notizia.
I conoscenti non hanno dubbi che siano proprio i motivi legati al lavoro quelli che hanno convinto il 44enne a togliersi la vita. L’attività l’aveva avviata insieme al fratello, socio, con il quale però probabilmente non è riuscito a condividere il timore di un futuro nero.
«Staremo accanto alla famiglia - ha detto il presidente dei Ristoratori toscani Pasquale Naccari - è morto uno di noi, è successo a lui ma poteva capitare a chiunque di noi. In questo momento siamo tutti sulla stessa barca». Proprio la stessa associazione solo un paio di settimane fa si era rivolta al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova chiedendo più soldi per la cassa integrazione.
La speranza è che quello di Firenze resti solo un caso isolato, ma la preoccupazione che la situazione possa degenerare sempre di più e portare gli addetti ai lavori dell’Horeca a scegliere di togliersi la vita piuttosto che affrontare il baratro professionale è tanta. È l’ora, già comunque tarda, di prendere decisioni drastiche a sostegno di lavoratori e imprenditori. ITALIAATAVOLA
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