Vino in garanzia
per ripartire
Così i prestiti
arrivano
alle aziende
Tante cantine stanno accedendo a nuovi prestiti bancari per fare fronte alla crisi post Covid, attraverso gli accordi tra gli istituti di credito e i loro consorzi. Gli esempi del Vino Nobile di Montepulciano e del Chianti Classico con il Monte dei Paschi di Siena. Il via libera dal decreto Cura Italia.
Piace e rincuora, di questi tempi, osservare fenomeni il cui esito felice è funzione di una dinamica dei ruoli resa possibile da competenze precise e condivise, rispetto reciproco dei partner nell’osservanza degli accordi e dalla visione del raggiungimento di un obiettivo comune. Di tutto ciò la pandemia si è resa elemento che ha catalizzato il fenomeno, agevolandone l’applicazione. Parliamo del pegno rotativo. Vediamo di cosa si tratta: un’azienda manufatturiera produce beni e necessita di aperture di credito per continuare appropriatamente la sua attività.
La novità di queste settimane è che lo strumento del pegno rotativo, ovvero la possibilità che l’azienda dia in pegno alla banca lotti di prodotto per un corrispondente valore determinato, e che questi prodotti possano ruotare senza che ciò comporti l’iter di un nuovo contratto tra le parti, sia divenuto fatto certo nel settore vitivinicolo (in Sardegna è già applicato al Pecorino Romano).
Pertanto alcune aziende vitivinicole, per effetto di accordo raggiunto dal loro consorzio, hanno ottenuto accesso al credito “costituendo in garanzia” parte della loro produzione vinicola. Qualora, e così dovrà essere (!), questo vino impegnato sia poi venduto sul mercato, nessun problema. Ad esso, in rotazione se ne sostituisce altro di identico valore.
Ciò è stato reso possibile da una misura contenuta nel cosiddetto decreto Cura Italia. Era già legge, (Legge n. 401 del 1985) la costituzione di pegno sui prosciutti a denominazione di origine tutelata mentre con il decreto ministeriale 26 luglio 2016 furono dettate specifiche norme per la costituzione del pegno rotativo su prodotti lattiero-caseari di lunga stagionatura.
Ed ora, finalmente, anche per il vino, esiste lo strumento del pegno rotativo non possessorio. Altri due casi virtuosi in territorio toscano, dopo quello tra il Brunello e il Banco Bpm (di cui vi abbiamo dato notizia nelle scorse settimane). Articolato l’accordo tra il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ed il Monte dei Paschi di Siena. Un prestito garantito dal vino prodotto esclusivamente da uve di proprietà, per un importo pari all' 80% del prezzo medio delle mercuriali pubblicate dalle Camere di Commercio al momento della domanda di finanziamento.
Altro consorzio che ha celermente colto l’imperdibile occasione a beneficio dei suoi soci viticoltori del Gallo Nero è stato il Consorzio del Chianti Classico. Anche in questo caso la banca partner è lo storico istituto senese, il Monte dei Paschi di Siena. Non direttamente riconducibile al pegno rotativo, ma comunque significativa per quanto a sostegno dei viticoltori del Gallo Nero, la misura straordinaria grazie alla quale viene posticipata l’immissione al consumo dell’annata 2019, che potrà pertanto essere immessa sul mercato solo a partire dal gennaio 2021, anziché dall’ottobre 2020.
Inoltre, ha dichiarato la direttrice Carlotta Gori, vi è l’attenzione del Consorzio verso nuove iniziative di promozione, destinate a sollecitare la domanda dei mercati e generare ulteriore attenzione sul marchio Gallo Nero. L’Italia laboriosa delle eccellenze agroalimentari che tanto lustro e tanto business arrecano al made in Italy, sa rialzarsi e sa e vuole guardare avanti, ben consapevole che non si tratta di ragionare in termini di “ritorno alla normalità”, bensì in termini di “costruzione della nuova normalità”.
La Toscana sta dimostrando che con la volontà, l’impegno, la competenza ed il rispetto dei ruoli, gliela la si fa, lavorando insieme.di Vincenzo D’Antonio
Accordi tra banche e consorzi per accedere ai prestiti
La novità di queste settimane è che lo strumento del pegno rotativo, ovvero la possibilità che l’azienda dia in pegno alla banca lotti di prodotto per un corrispondente valore determinato, e che questi prodotti possano ruotare senza che ciò comporti l’iter di un nuovo contratto tra le parti, sia divenuto fatto certo nel settore vitivinicolo (in Sardegna è già applicato al Pecorino Romano).
Pertanto alcune aziende vitivinicole, per effetto di accordo raggiunto dal loro consorzio, hanno ottenuto accesso al credito “costituendo in garanzia” parte della loro produzione vinicola. Qualora, e così dovrà essere (!), questo vino impegnato sia poi venduto sul mercato, nessun problema. Ad esso, in rotazione se ne sostituisce altro di identico valore.
Ciò è stato reso possibile da una misura contenuta nel cosiddetto decreto Cura Italia. Era già legge, (Legge n. 401 del 1985) la costituzione di pegno sui prosciutti a denominazione di origine tutelata mentre con il decreto ministeriale 26 luglio 2016 furono dettate specifiche norme per la costituzione del pegno rotativo su prodotti lattiero-caseari di lunga stagionatura.
Ed ora, finalmente, anche per il vino, esiste lo strumento del pegno rotativo non possessorio. Altri due casi virtuosi in territorio toscano, dopo quello tra il Brunello e il Banco Bpm (di cui vi abbiamo dato notizia nelle scorse settimane). Articolato l’accordo tra il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ed il Monte dei Paschi di Siena. Un prestito garantito dal vino prodotto esclusivamente da uve di proprietà, per un importo pari all' 80% del prezzo medio delle mercuriali pubblicate dalle Camere di Commercio al momento della domanda di finanziamento.
Vino in pegno per accedere al credito
Altro consorzio che ha celermente colto l’imperdibile occasione a beneficio dei suoi soci viticoltori del Gallo Nero è stato il Consorzio del Chianti Classico. Anche in questo caso la banca partner è lo storico istituto senese, il Monte dei Paschi di Siena. Non direttamente riconducibile al pegno rotativo, ma comunque significativa per quanto a sostegno dei viticoltori del Gallo Nero, la misura straordinaria grazie alla quale viene posticipata l’immissione al consumo dell’annata 2019, che potrà pertanto essere immessa sul mercato solo a partire dal gennaio 2021, anziché dall’ottobre 2020.
Inoltre, ha dichiarato la direttrice Carlotta Gori, vi è l’attenzione del Consorzio verso nuove iniziative di promozione, destinate a sollecitare la domanda dei mercati e generare ulteriore attenzione sul marchio Gallo Nero. L’Italia laboriosa delle eccellenze agroalimentari che tanto lustro e tanto business arrecano al made in Italy, sa rialzarsi e sa e vuole guardare avanti, ben consapevole che non si tratta di ragionare in termini di “ritorno alla normalità”, bensì in termini di “costruzione della nuova normalità”.
La Toscana sta dimostrando che con la volontà, l’impegno, la competenza ed il rispetto dei ruoli, gliela la si fa, lavorando insieme.di Vincenzo D’Antonio
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