Cortina, De la Poste
chiuso fino a maggio
per focolaio
dopo i mondiali
Fonte: Dolomiti Review |
Chiuso a seguito di un focolaio L’Hotel De la Poste, tra i più famosi alberghi di Cortina (Bl). Riaprirà a riaprirà a fine maggio.
Il focolaio di coronavirus è strascico dei Mondiali di sci di febbraio ed emerso dopo che la Regina delle Dolomiti ha ospitato un evento di Polo e il premio «Car of the Year». Una beffa, considerato che il sistema delle «bolle», studiato per impedire proprio la diffusione del Covid 19 tra gli sciatori, pare aver funzionato alla perfezione: oltre ventimila tamponi eseguiti su staff, atleti e personale delle strutture ricettive, e appena 22 positivi.
Il titolare del De la Poste, Gherardo Manaigo commenta al Corriere della Sera: «Abbiamo seguito i protocolli dell’Oms e del ministero. Il contagio succede perché si lavora senza vaccino, e questa vicenda dimostra l’importanza di immunizzare al più presto chi, come il personale alberghiero, opera a contatto con il pubblico. Non solo. Chi viaggia dovrebbe essere munito di un “passaporto sanitario”, in modo da poter esibire il risultato dei tamponi già al check in: gli alberghi non possono diventare degli ospedali con il pre-triage fuori dalla porta...». IAT
Stando a quanto ricostruito dall’Usl di Belluno, la prima notizia del focolaio risale al 2 marzo, quando all’imbarco dell’aeroporto di Venezia si presenta un atleta straniero di ritorno dall’evento equestre risultato positivo alla variante inglese. Dopo la notizia che lo sportivo aveva soggiornato nell’hotel ampezzano scattano i controlli al personale, che portano a scoprire altri dodici contagiati. Non è escluso che lo straniero si sia ammalato proprio in hotel e che la catena dell’infezione sia antecedente a quel 2 marzo. Durante i Mondiali, infatti, il De la Poste ospitava «Casa Veneto», uno spazio promozionale della Regione in cui era stato allestito anche un set televisivo. Lì alloggiavano gli inviati di quotidiani e tv. E proprio una decina di quei giornalisti, che hanno lasciato Cortina poco prima della cerimonia di chiusura (il 21 febbraio) o nei primi giorni della settimana successiva, si sono scoperti positivi alla variante inglese del Covid 19.
Il titolare del De la Poste, Gherardo Manaigo commenta al Corriere della Sera: «Abbiamo seguito i protocolli dell’Oms e del ministero. Il contagio succede perché si lavora senza vaccino, e questa vicenda dimostra l’importanza di immunizzare al più presto chi, come il personale alberghiero, opera a contatto con il pubblico. Non solo. Chi viaggia dovrebbe essere munito di un “passaporto sanitario”, in modo da poter esibire il risultato dei tamponi già al check in: gli alberghi non possono diventare degli ospedali con il pre-triage fuori dalla porta...». IAT
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