Grano biologico italiano,
patto di filiera
per valorizzarlo
Dunque, prende forma l’impegno condiviso tra Cia, Alleanza delle Cooperative e Italmopa, affinché sia sempre garantito l’approvvigionamento delle materie prime italiane e la sua tracciabilità a tutela dei cittadini-consumatori, consentendo loro di risalire alle diverse fasi della filiera produttiva, dalla coltivazione alla prima trasformazione del prodotto finale per la sua commercializzazione.
I punti caldi del tavolo
Numerosi i punti sul tavolo del confronto e alla base del progetto in fase di sviluppo. Tutti concordi, per esempio, sulla necessità di sottoscrivere veri contratti di filiera con almeno durata triennale e contenenti gli strumenti e le modalità per determinare il prezzo, la programmazione delle semine e la definizione degli standard di qualità dei prodotti.
Inoltre, come convenuto, occorre intervenire sui prezzi per una giusta remunerare dei produttori agricoli e fidelizzare i clienti, puntando su un’applicazione più disciplinata delle regole e sulla valorizzazione degli accordi di filiera che coinvolgano oltre agli agricoltori e agli industriali anche gli operatori della distribuzione.
Pnrr, un ruolo strategico
Strategico all’intesa anche il passaggio sul Pnrr riconosciuto dalle organizzazioni strumento utile a elevare gli standard qualitativi della filiera del frumento biologico, in quanto finanzia gli investimenti nelle strutture di trasformazione per ammodernare i centri di stoccaggio e i molini, realizzare un sistema della logistica al passo con le tecnologie digitali.
Infine, il progetto avviato da Cia con Alleanza Cooperative e Italmopa, apre la strada al coinvolgimento anche di altri partner interessati a valorizzare le produzioni destinate alla mangimistica e agli oli vegetali. Ferma, infatti, l’intenzione tra le parti di conferire alla filiera un approccio multi-prodotto per rispettare la coltivazione in rotazione del cereale biologico. iat
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