Longarone: grandi
approfondimenti scientifici
per il post Vaia
a Fiera e Festival
delle Foreste
Grande successo per il primo dibattito tecnico introdotto dal presidente Bellati e curato dal
comitato scientifico. Proposte, soluzioni e promesse per rilanciare l’economia montana, a
partire da quella colpita da Vaia.
La tempesta Vaia: un’occasione per ripensare la pianificazione e la gestione forestale non solo nella
montagna veneta, ma in tutte le montagne d’Italia. Così si potrebbe riassumere in poche parole l’intervento
del comitato scientifico della Fiera e del Festival delle Foreste in svolgimento fino a domani presso
Longarone Fiere Dolomiti. Dopo i saluti del presidente Gian Angelo Bellati, del ministro per i rapporti con il
parlamento On. D’Incà e del rappresentante della provincia di Belluno il Consigliere Massimo Bortoluzzi,
Alessandra Stefani illustra al Ministro D Incà i dati dello stand MIPAAFT |
sono stati approfonditi alcuni temi legati dal filo conduttore del “che fare” davanti alle grandi questioni
aperte dopo Vaia. A moderare il prof. Raffaele Cavalli (Direttore Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-
forestali – TeSAF, Università degli Studi di Padova). All’interno del Comitato anche Giustino Mezzalira di
Veneto Agricoltura, Luca Cesaro, primo ricercatore dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria e la dott.ssa
Paola Berto rappresentante dell’Ordine Dottori agronomi e forestali di Belluno. Ad aprire il dibattito tecnico
il presidente Gian Angelo Bellati. «Oltre a ringraziare tutti i partner, il nostro obiettivo è affrontare il
cambiamento climatico e il ripopolamento delle zone montane. Tempo fa la provincia di Belluno, in
collaborazione con la CGIA di Mestre, aveva preparato un report sulle problematiche legate alla decrescita economica e abitativa delle zone montane. La Fiera, in collaborazione con la Provincia, vuole ora partire da quello studio per proporre nuove soluzioni contro lo spopolamento delle montagne, puntando in particolare alle esenzioni fiscali come strumento per bilanciare i maggiori costi di vita dei cittadini e delle imprese in montagna rispetto alla pianura.
L’esenzione potrebbe arrivare fino a 200.000 euro in tre anni per impresa. Ora con la CGIA e la Provincia, come Fiera prepareremo uno studio per fare una proposta
concreta allo Stato e alla Comunità Europea». Dopo Bellati ha preso la parola Leandro Grones: il sindaco di
Livinallongo del Col di Lana ha ricordato commosso quei momenti, come hanno affrontato la questione
forestale i piccoli comuni come il suo e ha esposto, attraverso alcune immagini come era la situazione quasi un anno fa e come è oggi. «Oltre i fondi regionali per il nostro comune – sottolinea il sindaco – siamo anche
riusciti a vendere molto del legname che si pensava perso e nei prossimi giorni ci sarà un’ulteriore asta».
Chi ha fatto un’analisi specifica della situazione a quasi un anno dalla Vaia attraverso un quadro generale è stato Massimo Bortoluzzi, Consigliere provinciale con delega alla Protezione Civile e alla Difesa del Suolo per la provincia di Belluno. «Cantieri storici del Bellunese sono finiti sotto i riflettori per la tragedia di Vaia – sottolinea Bortoluzzi – e si sono messi subito al lavoro per attivarsi per far fronte all’emergenza. Oltre all’intervento della Regione ci siamo attivati anche noi con provvedimenti al welfare e adesso possiamo dire che abbiamo dimostrato come rimboccandoci le mani si può far fronte anche a problemi come questo legati al cambio del climatico».
A chiudere gli interventi del Prof. Raffaele Cavalli. «Dopo la tempesta Vaia
ci sono diverse sfide da affrontare, Dobbiamo imparare da questi fenomeni per sapere come intervenire
davanti a diversi tipi di emergenze: quelle forestali e le conseguenze che si possono riprodurre dopo
l’evento in sé e quindi creare un piano di monitoraggio, quello dello stress della popolazione e il problema
amministrativo che deve essere in grado di far fronte all’ordinario e all’imprevisto e su questo punto siamo
molto carenti». Dopo gli interventi sulle sistemazioni idraulico-forestali: strumento di tutela del territorio
montano in occasione di eventi eccezionali ad opera di Vincenzo D’Agostino del TeSAF, La ricostruzione dei
boschi danneggiati: un compromesso tra le esigenze della società e le logiche di pianificazione di Emanuele
Lingua e Tommaso Sitzia sempre del TeSAF, e l’intervento sugli interventi economico-finanziari per le zone
colpite di Emanuele Crosato della Direzione Agroambiente, caccia e pesca della Regione del Veneto e la
pianificazione delle aree percorse dalla tempesta Vaia: un’opportunità per i territori della montagna veneta
di Nicola Dell’Acqua per la Regione Veneto) e la Multifunzionalità del patrimonio forestale: nuove
prospettive dopo la tempesta Vaia di Claudia Scarzanella, Membro del Tavolo Filiera Legno al Ministero
delle politiche agricole e forestali, la conclusione è stata affidata ad Alessandra Stefani, Direttore Generale
del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo che ha approfondito i temi sui
Decreti attuativi della Legge Forestale e le emergenze post Vaia. «Quello che salta agli occhi in questa fiera
si vede la passione e il know how degli standisti. Mai come oggi, anche perché Vaia ha segnato un evento
drammatico, la foresta è al centro dell’attenzione. Le Dolomiti sono u patrimonio di cui tutti gli italiani si
devono sentire orgogliosi. Non è accettabile che il 40% del territorio italiano sia negletto – specifica la
Stefani – ed è nostro dovere preservare questo patrimonio e saper scegliere con coscienza perché dietro
non c’è mai la scelta a vantaggio o danno di un singolo. Vaia è diventata un simbolo che rappresenta il momento giusto per affrontare e vedere gli effetti di quello che un evento eccezionale può creare. Avremo
molto da giustificare alle persone e spiegare che nel giro di cinque o sei anni la foresta riprenderà il suo territorio. Le foreste non sono solo alberi ma è un ecosistema che dobbiamo difendere. Tocca a noi trasformarlo in un ecosistema rigoglioso e produttivo lasciando perdere quelle sfumature che sembrano non mettere d’accordo tutti. È importante la creazione di un tavolo di concertazione in cui tutti la pensano allo stesso modo perché vuol dire che tutti faranno di più. Ci sono stati eventi simili in passato anche all’estero. Non ne abbiamo fatto tesoro.
È giunto il momento di farlo. Imparando, conoscendo, informando
e mandando avanti anche i decreti attuativi».
In conclusione bisogna avere più cura della foresta e delle zone montane aumentando anche, però, la comunicazione e la conoscenza dall’alto. Ci sono esperienze pregresse dalle quali si può ripartire per non sottovalutare l’importanza dei boschi e imparare dal passato come non ripetere gli stessi errori ma, soprattutto, come imparar e a prevedere, reagire e riprendersi davanti ad eventi atmosferici improvvisi come Vaia.
Per approfondimenti:
http://www.arteinfiera.it/FIERAFORESTE/index.htm
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