Dieta vegana,
vale davvero la pena rinunciare al gusto
di un piatto gourmet?
L'1 novembre si celebra il World Vegan Day, un'occasione per riflettere su un fenomeno che, almeno per quanto riguarda l'Italia, sta crescendo e vede gli uomini più fedeli delle donne. Ma sia dal punto di vista nutrizionale che di piacere nello stare a tavola, quanto incide questo "credo" sulla qualità della vita?
Vegani si diventa e oggi tutti coloro che lo sono diventati possono festeggiare perchè è il World Vegan Day. Impossibile che vegani si nasca per quanto vero è che molto difficoltosamente si sopravviverebbe nei primi anni di vita senza assunzione di latte. E il latte, si sa, è alimento di origine animale.
Ergo, l’assunto secondo cui saremmo tutti vegani per sorta di vocazione universale e di destino segnato dell’umanità, suona palesemente debole.
Una scelta di vita, non solo alimentare
Ciò non toglie che il divenire consapevolmente vegani è scelta di vita, ben aldilà delle pur connotanti scelte alimentari, verso cui non si può non nutrire rispetto. E nell’ambito delle regole di carattere alimentare, spiccano proibizioni pesanti: carne, pesce, uova, latte, formaggi, miele. Per vegano infatti si intende una persona che ha deciso in modo consapevole di eliminare dalla propria alimentazione quotidiana tutti gli alimenti di origine animale. Un vegano non mangia carne (anche pesce, ovviamente), uova, latte e suoi derivati, miele.
Sarà mica del tutto insulso il modo di dire “né carne né pesce” a voler intendere “ma di cosa parliamo”, “ma dove si trova l’ubi consistam”. E non che si poteva portarla a lungo e far diventare la locuzione: “né carne e né pesce e né uova e né latte e né formaggi e né miele”. troppo lunga, suvvia!
Eccellenze locali "proibite"
Probabilmente da quel limbo melanconico che è l’osservanza a tavola delle regole vegane, con le proibizioni di cui sopra, si può trarre salvezza se ci si consente qualche eccezione. ITALIAATAVOLA
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