Green pass
fino a primavera
come garanzia
per non richiudere
i ristoranti
Il Governo dovrà decidere se prorogare lo stato di emergenza (e il generale Figliuolo) di fronte al rischio di una ripresa dei contagi. Il ministro della Salute Roberto Speranza non lo esclude. La scadenza sarebbe al 31 dicembre ma c'è tutta la fase della terza dose dei vaccini da gestire per stare in sicurezza se non aumentano i vaccinati
Dopo e polemiche dei mesi scorsi, ora, a causa della lenta ripresa dei contagi (complici il brutto tempo e le manifestazioni dei no vax che, come a Trieste, fanno schizzare all’in sù i ricoveri in ospedale, quasi tutti non vaccinati), si torna a parlare di un possibile (più che probabile) prolungamento dello stato d’emergenza in scadenza al 31 dicembre (data che Salvini aveva già “subito”). E, anche se non c’è connessione stretta, di uno spostamento dell’obbligo del green pass. Il ministro Speranza ha dato il via alla discussione. Del resto c’è l’obiettivo del Governo di garantire tutte le attività e coi contagi che montano in parte dell’Europa (dalla Gran Bretagna ai paesi slavi) bisogna essere pronti a fare fronte a nuovi rischi, e non è certo il caso di farlo chiudendo il Comitato tecnico scientifico e la struttura del generale Figliuolo. Da qui l’ipotesi di una proroga almeno fino alla primavera, se non per sei mesi fino a giugno, insieme ad un prolungamento dell'uso del green pass.
La decisione sarà su basi scientifiche
«Come Governo ci baseremo sull'evidenza scientifica e se sarà necessario prorogare lo stato d'emergenza lo faremo senza timore», anche perché «ricordo che ad oggi la curva è in risalita». Così il ministro della Salute Roberto Speranza, ha in particolare ipotizzato una proroga pur precisando che «chiaramente sarà la scienza a decidere», cercando così di chiudere la querelle che tiene banco da settimane e la cui sola ipotesi fa vedere rosso alla destra della Meloni.
Insomma, all'interno dell'esecutivo l'idea di poter prorogare ancora lo stato d'emergenza c'è e non viene nascosta, anche perché la curva epidemiologica è in risalita - anche se i casi sono ancora pochi - e soprattutto si va incontro all'inverno. Inoltre la protezione del vaccino calerà nel corso dei mesi invernali e c'è in ballo la discussione sulla possibilità di somministrare la terza dose a tutta la popolazione. Il tutto con la dichiarata volontà del Governo di tentare ogni strada per non chiudere di nuovo le attività, a partire da bar, ristoranti e cinema, che sarebbero i primi a dovere nuovamente subire i maggiori danni da un eventuale aumento dei contagi se non riuscissimo a raggiungere la soglia del 90% di vaccinati.
Chi gestirebbe la terza dose dei vaccini senza una proroga della struttura del Generale Figliuolo
La domanda che ci si dovrebbe porre è una sola: se il 31 dicembre lo stato d'emergenza non fosse rinnovato, chi si occuperebbe delle terze dosi che con ogni probabilità dovranno essere somministrate a tutta la popolazione? Teoricamente la gestione tornerebbe completamente in capo alle Regioni e ai medici di famiglia, senza la certezza dei risultati ottenuti dal generale Figliuolo.
Anche il Green pass potrebbe essere prorogato
Decisioni a breve dovranno essere prese anche per quanto riguarda il green pass. Il certificato da esibire per accedere sui posti di lavoro o nelle attività più disparate, può essere svincolato dallo stato di emergenza e quindi potrebbe restare in essere anche qualora si decida di non rinnovare l'emergenza. Ma certo si deve tenere conto anche di questo aspetto. Sempre Speranza non ha escluso la permanenza dello strumento anche dopo il 31 dicembre. «Pensiamo sia fondamentale - ha detto - perché ci consente di tenere aperti tutti i luoghi della socializzazione, della cultura, i ristoranti, le scuole e le università». D'altronde annunciare lo stop all'uso della certificazione in una fase in cui i contagi sono in risalita e la campagna della terza dose è solo all'avvio, rischierebbe di avere un impatto sulle vaccinazioni e potrebbe creare nuove situazioni di contagio.
Al massimo lo stato di emergenza dovrebbe durare 24 mesi, ma...
L'Italia, va ricordato, in stato d'emergenza a causa del virus Sars-Cov2 dal 31 gennaio 2020. Tra polemiche e recrudescenze pandemiche, lo status è stato poi rinnovato a più riprese (l'ultima volta a luglio 2021), e secondo i più critici ora potrebbe essere prorogato solo per ulteriori 30 giorni. In realtà però, non è proprio così. C'è al momento solo una legge di riferimento. Un decreto legislativo del 2018, il numero 1, il Codice della Protezione civile che ha rinnovato quello emanato nel 1992. Ed è l’unico che parla di come ci si debba comportare con lo stato di emergenza. All’articolo 24, comma 3, si legge: «La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi». Il conto è piuttosto semplice: non lo si può rinnovare per più di 24 mesi. Il che significa che, calendario alla mano, non potrà prorogarlo oltre il 31 gennaio 2022. italiaatavola
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