Un giovane studente laziale è stato scoperto dalla sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale mentre vendeva green pass falsi per conto di hacker russi. A far scattare l'intervento delle forze dell'ordine, la denuncia di una modella genovese che, alla ricerca di una certificazione verde fasulla per entrare senza problemi in palestra è caduta in una truffa.
Telegram la vetrina per sponsorizzare la vendita di green pass falsi
Nel corso della verifica informatica è emerso che il giovane, che gestiva direttamente i canali Telegram su cui erano proposti in vendita i certificati contraffatti, dopo aver ricevuto la richiesta dell’utente comunicava i dati all’hacker russo e questi forniva le indicazioni su come procedere al pagamento. Per poter confezionare un certificato credibile, il gruppo criminale richiedeva l’invio della copia dei documenti d’identità che venivano poi utilizzati per aprire conti on line, carte di credito o account presso le principali piattaforme di e-Commerce o per compiere altri reati.
Soldi spesi per beni di lusso e account fasulli
Il giovane, sfruttando le numerose richieste di green pass, era riuscito ad accumulare in pochi mesi oltre ventimila euro che aveva investito in cryptomonete o nell'acquisto di bot in grado di moltipplicare gli utenti fasulli sui canali telegram e "sponsorizzare" l'affidabilità dei propri servizi. Parte dei proventi illeciti sarebbero stati utilizzati dal giovane anche per acquistare beni elettronici di ultima generazione nonché costosi prodotti di bellezza e lussuosi capi di abbigliamento griffato; tutto materiale sequestrato nel corso della perquisizione. L'indagine, diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Genova, Federico Panichi, e coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma è oggetto di approfondimenti per gli eventuali sviluppi transnazionali.
(La Presse)
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