Discendenti di emigrati italiani provenienti da Nord America, Sud America, Australia ed Europa scelgono sempre più spesso di visitare l’Italia non solo per turismo, ma per riscoprire le proprie origini. Questo fenomeno, noto come "turismo delle radici", è stato analizzato nel convegno organizzato a Firenze da Confcommercio Toscana e Italea Toscana, tenutosi a Palazzo Strozzi Sacrati. L’incontro ha visto la partecipazione del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dell’assessore Leonardo Marras, che hanno sottolineato le potenzialità di questa forma di turismo per lo sviluppo locale.
L’indagine condotta da SWG per Confcommercio - Imprese per l’Italia ha delineato il profilo del “turista delle radici” o "rootista": ha tra i 40 e i 60 anni, viaggia in coppia o in famiglia, soggiorna in borghi legati alla storia familiare e predilige piccole strutture ricettive come B&B e case vacanza. La durata media del soggiorno è di 12-15 giorni, con una spesa compresa tra i 3.000 e i 5.000 euro, comprensiva di voli, alloggi, pasti e trasporti.
Oltre alla visita ai luoghi d’origine, questi turisti cercano esperienze autentiche legate alla cultura locale, come l’enogastronomia tipica e la partecipazione a ricerche genealogiche. L’obiettivo è ricostruire la storia familiare attraverso percorsi organizzati o attività personalizzate.
Secondo Giovanni Maria De Vita, responsabile del progetto per la Direzione Generale Italiani all’Estero - Maeci, il turismo delle radici rappresenta un’alternativa all’overtourism, orientando i visitatori verso borghi meno frequentati. Il programma Italea, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nell’ambito del Pnrr e finanziato da NextGenerationEU, ha sviluppato una rete territoriale con 20 gruppi regionali e 16 coordinatori.
Ad oggi, si registrano oltre 4.500 richieste di viaggi o ricerche genealogiche e più di un milione di accessi alla piattaforma italea.com. La Italea Card, che offre vantaggi e agevolazioni per chi torna in Italia alla scoperta delle proprie radici, conta 650 partner, 55.000 utenti attivi e oltre 11.000 iscritti. Nel complesso, il progetto ha coinvolto 833 Comuni, 742 eventi già realizzati e 60 incontri di sensibilizzazione in Italia. Inoltre, sono state organizzate 19 missioni all’estero in 13 Paesi, con una partecipazione stimata di 1,5 milioni di persone.
La Toscana, pur non essendo tra le regioni con il più alto numero di emigrati, ha visto partire migliaia di persone negli ultimi due secoli. Secondo i dati, nel 2023 i toscani residenti all’estero erano circa 214.000, pari al 6% della popolazione regionale. Molti di loro, insieme ai loro discendenti, potrebbero essere interessati a tornare nei borghi d’origine per un viaggio che coniuga turismo e memoria familiare.
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