ESISTE UNA PRFETTA SCIENZA
DELL'ALIMENTAZIONE?
Oggi ci troviamo in una situazione in cui,
specie per quanto riguarda l'alimentazione, vengono propagandati percorsi salutari assolutamente diversi uno dall'altro.
Una
«perfetta» scienza dell'alimentazione mette in discussione tutte le
altre e colui che cerca di orientarsi nel labirinto degli interrogativi
dell'alimentazione finisce per essere ricacciato indietro con un senso
di frustrazione.
Ma oggi la questione è forse ancora quella di soddisfare
l'universo
mondo con una bella serie di precetti preconfezionati e standardizzati
sulla salute, e in particolare sull'alimentazione, o non succede forse
piuttosto che l'uomo venga sollecitato a ricercare il suo percorso
individuale per promuovere uno sviluppo complessivo dell'io e conseguire
felicità e salute?
L'«individualità standardizzata» non costituisce forse il
problema più grosso per l'uomo moderno?
Riferito
all'alimentazione assistiamo oggi alla tendenza di scindere
radicalmente l'aspetto spirituale-intellettuale da quello
istintivocorporale, in modo tale che viene a crearsi tra i due una
sorta di polarità. È un problema che si sta con ogni evidenza
sviluppando e nel quale troviamo con un'intensità fino a ieri
sconosciuta i corrispondenti disturbi dell'es definiti nei modi
più diversi. Qui i bisogni primari e i meccanismi regolatori
da sempre determinati da una qualche disposizione con un
apposito intervento, vengono aboliti con la forza.
Ciò induce alla destabilizzazione delle sensazioni fisiche e di conseguenza alla paralisi della regolazione dei bisogni.
Imparare
di nuovo ad avere « rapporti interpersonali normali» è quasi un compito
ineludibile. Compito essenziale della nostra epoca e della nostra
cultura, e non limitatamente all'ambito della pedagogia nutrizionale, è a
mio avviso quello di reintegrare e riconciliare le due polarità: la
componente spirituale deve comprendere, integrandola, quella fisica e
non può costituirne la polarità contrapposta.
L'uomo deve tornare a sentirsi in sintonia con
il proprio corpo perché dal superamento della polarità abbia
inizio un nuovo capitolo dell'umanità. A tale proposito mi
appare essenziale sottolineare come questo processo non
possa limitarsi a una ricerca rivolta verso l'interno: è anzi
esattamente il contrario! Esige un'elaborazione della situa-
zione condotta tenendo in considerazione l'ambiente, in per-
fetta sintonia con quanto sosteneva Goethe: « L'uomo non
conosce che se stesso, dal momento che conosce il mondo,
di cui egli si accorge in sé e in cui solo riconosce se stesso.
Ogni oggetto, osservato con attenzione, dìschìude in noi un
nuovo organo».
Oggi
si rende necessario tornare a comprendere e ad apprendere
individualmente l'informazione diffusa (comunicazione) tra uomo e
ambiente, e in particolare il rapporto del singolo uomo con i cibi e con
la catena alimentare che gli è sottesa.
Compito
della scienza dell'alimentazione, ad esempio in modo particolare per
quanto concerne la pedagogia alimentare non consiste tanto nel
sommergere il pubblico di prescrizioni preconfezionate, quanto nel
renderlo consapevole della possibilità di sviluppare un proprio percorso
alimentare e di conseguenza il regime alimentare più appropriato al
tipo di vita che sta vivendo; in perfetta sintonia con il detto: «
Ciascuno è l'esperto alimentare di se stesso».
Questa è anche l'intenzione di Rudiger Dahlke autore del libro MANGIAR SANO (nutrirsi bene e con gusto).
Poiché
un simile passo verso un modo di pensare innovativo è sottoposto a un
notevole gravame di difficoltà, invito il lettore a non estrapolare
qualche singola affermazione per poi dedicarsi sulla loro scorta a
quella clowneria concettuale oggi tanto in voga, quanto piuttosto a
rivolgere sempre lo sguardo alla trama complessiva, pena il rischio di
scontrarsi con delle barriere alla comprensione che in realtà non
esistono.
Alexander Beck
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