domenica 12 marzo 2017

L’alimentazione può aiutare a migliorare le capacità intellettive? (1)

L’alimentazione 
può aiutare a migliorare 
le capacità intellettive? (1)

Pico della Mirandola
Un progetto di ricerca dell’Unione Europea
sta cercando di individuare quali sono i nutrienti specifici che possono influenzare lo sviluppo cerebrale e le prestazioni di neonati, bambini e adolescenti
La dieta che ci fa diventare più intelligenti
Una delle cose più ambite dall’uomo, fin da tempo immemorabile, è quella di avere delle eccellenti doti mentali, quali sono l’intelligenza e la memoria, e le leggende e i miti di tutti i popoli della terra nominano personaggi che erano eccezionalmente dotati
in questo senso.

 Non solo, siamo a conoscenza di personaggi reali del passato e del presente particolarmente dotati in questo senso e li invidiamo e adoriamo.
Allora è chiaro che l’uomo è andato sempre alla ricerca di rimedi “miracolosi” che avrebbero potuto incrementare queste capacità in modo provvisorio o duraturo, possibilmente senza compiere troppi sforzi. In questo articolo non tratto la questione
dei farmaci, droghe e spezie, alla quale semmai dedicherò un altro pezzo, ma mi
riserverò di trattare l’argomento “alimentare”, ovvero di vedere un po’ se, alla luce
delle conoscenze scientifiche attuali, esistono degli alimenti per i quali si può dire che
hanno una certa capacità di incrementare alcune funzioni mentali producendo effetti
positivi e durevoli sui neuroni del cervello, responsabili delle nostre prestazioni
intellettive.
Effettivamente, le ricerche sull’argomento abbondano, ma non sono molte quelle fatte
in modo serio secondo tutti i canoni della scienza, poiché ci stanno dietro soprattutto
interessi di tipo commerciale e con queste ricerche si vuole in un certo senso
“ingannare” le persone ingenue.
Mangiare bene

Ormai è chiaro, senza ombra di dubbio che nutrirci in modo adeguato è essenziale per
la crescita, lo sviluppo e il benessere dell’organismo; ma mangiare bene è anche una
delle strategie migliori per il buon funzionamento del nostro cervello, che richiede
ogni giorno nutrienti proprio come i nostri muscoli, la nostra pelle e le nostre ossa;
pur rinnovandosi solo al livello molecolare, si ricostruisce in continuazione e quando
mangiamo forniamo i materiali affinché tutto ciò avvenga.
Ci sono alcuni nutrienti che possono incidere più di altri sulle funzioni del nostro
cervello sull’abilità cognitiva, sulla memoria, l’apprendimento o le emozioni? Un
progetto di ricerca dell’Unione Europea sta cercando di individuare quali sono i
nutrienti specifici che possono influenzare lo sviluppo mentale e le prestazioni di
neonati, bambini e adolescenti.
Ecco cosa ne dice la nutrizionista Elisabetta Bernardi, ricercatrice inclusa nel
suddetto progetto: “Come le altre cellule dell’organismo, le cellule cerebrali
utilizzano il glucosio come fonte di energia. Quest’energia deriva dagli alimenti che
assumiamo; il cervello è affamato di energia perché pur rappresentando soltanto il 2%
dell’organismo, divora ben il 20% dell’energia proveniente dagli alimenti. Oltre
all’energia, divora anche nutrienti, come si sta studiando all’Università di Milano”. 
Gli «alleati»
La nutrizione, nelle fasi precoci della vita, può incidere sulle abilità cognitive
successive. Per esempio, si ritiene che i folati, contenuti in grandi quantità in verdure,
broccoli, agrumi e uova, debbano essere assunti già da quando si programma una
gravidanza, perché si è osservato che quando le mamme li assumono i bambini hanno
minori problemi comportamentali, migliori competenze sociali e una ridotta
iperattività. I folati sono importanti anche per gli adulti perché il loro consumo è  
legato a risultati migliori in test di memoria, nella velocità di risoluzione di problemi e
nella fluidità verbale.

Altri nutrienti da tenere sotto controllo sono il ferro, la cui carenza in gravidanza
 modifica la struttura della cellula cerebrale, lo iodio, la cui carenza porta a ridotte
capacità intellettive e potrebbe determinare delle anormalità irreversibili nello
sviluppo cerebrale, e lo zinco, essenziale per il normale sviluppo cognitivo. Ferro e
zinco sono presenti in una forma molto assimilabile nella carne, lo iodio nel sale
iodato e nel pesce. Il pesce è però necessario in tutte le fasi della vita perché fornisce i
preziosi Omega 3, grassi strutturali dei neuroni, essenziali per la trasmissione
dell’informazioni tra le cellule cerebrali.
Vediamo cose ne dice anche il prof. Carlo Agostoni (Dipartimento di Scienze cliniche
e di Comunità, Università di Milano): “Il cervello del bambino ha una struttura che
nell’ultimo trimestre della vita fetale si arricchisce molto di queste molecole come il
DHA che sono gli acidi grassi molto insaturi, che hanno una struttura fluida che
permette una migliore trasmissione dell’impulso nervoso, e nel caso del DHA,
soprattutto delle vie visive, ma anche al livello della corteccia prefrontale che è quella
dedicata all’intelligenza vera e propria.”
Il DHA è talmente fondamentale nelle prime fasi di crescita che l’organismo fa di
tutto perché sia presente nel latte materno, infatti se la mamma non consuma quantità
sufficienti di alimenti che lo forniscono, per produrre un latte idoneo va a prenderlo
nell’organo dove ce n’è di più, il cervello. La mamma rischia così una perdita di
massa cerebrale fino al 3%, legata poi, sembra, all’insorgenza della depressione post-
partum.
Il DHA contribuirà però a costruire nel bambino, membrane dei neuroni più fluide,
più flessibili e cellule cerebrali in grado di comunicare più efficientemente l’una con
l’altra perché diventa più facile il compito dei neurotrasmettitori.
I «nemici»
Se ci sono alimenti che fanno bene al cervello, ce ne sono altri deleteri per la funzione
dei neuroni. Una dieta troppo ricca di grassi saturi, zuccheri e quindi ipercalorica, può
danneggiare, attraverso i radicali liberi, le strutture cerebrali come le sinapsi e ridurre
le funzioni cognitive. Ciò che è stato visto essere efficace per le funzioni del nostro
cervello è uno stile di vita complessivamente sano come seguire la dieta mediterranea
e fare del movimento con costanza. Ma, e lo devo ribadire, questi consigli funzionano
solo se si mantiene una certa costanza e coerenza nell’applicarli e non si creda che
mangiando non so che cosa si possa trasformare di colpo una persona dalle capacità
medie, o sotto la media, in un genio.
Da anni ormai si sa che le capacità intellettive sono qualcosa che in gran parte è innata
nelle persone e sulle potenzialità innate si innestano fattori ambientali, quali possono
essere un ambiente stimolante, una scolarizzazione di buona qualità, la motivazione al
successo ed altri fattori personologici, come ho già più volte esposto in altri scritti.
Non si creda che sia sufficiente farsi una grande scorpacciata di alimenti per la mente
prima di affrontare un esame per superarlo. Il massimo che si può ottenere è una poco
sana indigestione.  
                  (1 continua)                                                          
Denis Stefan

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