Stabilimento
di produzione
in etichetta:
il Ministro
lo reintroduce
Il Consiglio dei Ministri ha approvato la norma che prevede l’inserimento dello stabilimento che ha prodotto o confezionato un alimento sull'etichetta dello stesso per garantire una maggior informazione ai consumatori. Scattano ora 180 giorni di periodo transitorio, poi diventa obbligatorio adeguarsi
Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto attuativo che reintroduce l'obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento in etichetta. L'obbligo era già sancito dalla legge italiana, ma poi abrogato in seguito al riordino della normativa Ue sull'etichettatura. «L'Italia - spiega il ministero per le Politiche agricole in una nota - ha stabilito la reintroduzione per garantire oltre che una corretta informazione al consumatore la rintracciabilità immediata degli alimenti da parte degli organi di controllo».
Lo schema di decreto sarà inviato ora alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato per i pareri. La legge di delega affida la competenza per il controllo del rispetto della norma e l'applicazione delle eventuali sanzioni all'Ispettorato repressione frodi (Icqrf). Il provvedimento prevede un periodo transitorio di 180 giorni, per lo smaltimento delle etichette già stampate, e fino a esaurimento dei prodotti etichettati prima dell'entrata in vigore del decreto ma già immessi in commercio. «Questo provvedimento - ha commentato il Ministro Maurizio Martina - si inserisce nel lavoro che stiamo portando avanti per dare massima informazione ai cittadini sugli alimenti che consumano».
«Per questo - prosegue - abbiamo voluto inserire di nuovo l'obbligo di riportare in etichetta lo stabilimento di produzione dei cibi. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Il nostro lavoro non si ferma qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l'etichettatura sia sempre più completa. La valorizzazione della distintività del nostro modello agroalimentare passa anche da qui».
Lo schema di decreto sarà inviato ora alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato per i pareri. La legge di delega affida la competenza per il controllo del rispetto della norma e l'applicazione delle eventuali sanzioni all'Ispettorato repressione frodi (Icqrf). Il provvedimento prevede un periodo transitorio di 180 giorni, per lo smaltimento delle etichette già stampate, e fino a esaurimento dei prodotti etichettati prima dell'entrata in vigore del decreto ma già immessi in commercio. «Questo provvedimento - ha commentato il Ministro Maurizio Martina - si inserisce nel lavoro che stiamo portando avanti per dare massima informazione ai cittadini sugli alimenti che consumano».
«Per questo - prosegue - abbiamo voluto inserire di nuovo l'obbligo di riportare in etichetta lo stabilimento di produzione dei cibi. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Il nostro lavoro non si ferma qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l'etichettatura sia sempre più completa. La valorizzazione della distintività del nostro modello agroalimentare passa anche da qui».
Italiaatavola
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