giovedì 6 aprile 2017

Cantine Ferrari, vigneti certificati bio

Cantine Ferrari, 

vigneti certificati bio 
Il traguardo 

di un percorso 

ventennale


I vigneti trentini di Cantine Ferrari, dopo un percorso di oltre vent'anni, hanno ricevuto la certificazione biologica a pochi giorni dal Vinitaly. Il vice presidente Marcello Lunelli lo definisce «un grande traguardo»


Tutti i vigneti trentini di proprietà del Gruppo Lunelli e destinati alla creazione di Ferrari Trentodoc hanno ottenuto la certificazione biologica: una notizia attesa, che arriva il 20 marzo, a pochi giorni dal Vinitaly 2017 e corona l'impegno della famiglia Lunelli nel riportare al centro dell’attività agricola il concetto stesso di fertilità naturale del terreno, il rispetto dell'ambiente e di chi vi lavora.

Cantine Ferrari, vigneti certificati bio Il traguardo di un percorso ventennale

Questo traguardo è il punto di arrivo di un percorso lungo e impegnativo, iniziato oltre vent’anni fa. Numerosi studi e sperimentazioni in campagna condotti con il supporto della Fondazione Mach, hanno portato alla convinzione che, una volta ottenuto un adeguato equilibrio del vigneto, sia possibile fare viticoltura biologica anche in territori di montagna. Negli anni è stato introdotto il divieto totale di utilizzo di diserbanti e concimi chimici, a favore di pratiche tradizionali come il sovescio, di fertilizzanti naturali come il letame e dell'uso esclusivo di fitofarmaci ad alto grado di sicurezza, che prediligono l'impiego di prodotti naturali quali il rame e lo zolfo. 

In questo contesto, nel 2014 è iniziato il processo di conversione al biologico di tutti i vigneti di proprietà delle Cantine Ferrari, che è terminato con successo qualche giorno fa. Questa cultura della sostenibilità e del rispetto per il territorio negli anni è stata condivisa anche con le oltre 500 famiglie che conferiscono le proprie uve alle Cantine Ferrari, attraverso un lungo processo di formazione e di educazione da parte del team di agronomi di Casa Ferrari.

A tutti i conferenti è stato chiesto di seguire un vero e proprio protocollo di viticoltura di montagna salubre e sostenibile denominato “Il Vigneto Ferrari”, elaborato sempre col sostegno scientifico della Fondazione Edmund Mach e certificato da Csqa. Oltre a garantire una migliore qualità della pianta e dell'uva prodotta, queste iniziative hanno avuto importanti ricadute su tutto il territorio circostante, che oggi beneficia di una più ricca biodiversità, confermata anche dalla certificazione “Biodiversity Friend” da parte della Worldwide Biodiversity Association. 

Un territorio, quello delle montagne del Trentino, che nei secoli il lavoro dell'uomo ha trasformato, rendendo più dolci i pendii con filari di viti coltivati e mantenuti come giardini. Oggi questi vigneti di montagna, gli unici ad assicurare l'eccellenza della base spumante Trentodoc, sono ancora più in sintonia con la natura, grazie all'importante traguardo raggiunto dalle Cantine Ferrari, che dimostrano di conservare lo spirito pioneristico del loro fondatore. Fu proprio Giulio Ferrari, infatti, oltre un secolo fa, a individuare le montagne trentine come terreno ideale per la produzione del migliore Chardonnay destinato alla produzione di Metodo Classico.

«La certificazione biologica di tutti i vigneti trentini della nostra famiglia - ha commentato Marcello Lunelli, vice presidente delle Cantine Ferrari - rappresenta un grande traguardo che ha ricadute positive su tutto il processo produttivo, e rafforza ulteriormente il nostro impegno in termini di responsabilità sociale verso i territori in cui operiamo».

Per informazioni: www.ferraritrento.it

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