Roma Ostiense,
agrichef ai fornelli
Piatti tipici
per il compleanno
di Eataly
Nel gennaio di 11 anni fa fu aperto il primo negozio Eataly, quello di Torino Lingotto e l’anniversario è stato festeggiato nella sede romana dell’Ostiense con una grande cena preparata dagli agrichef della Cia.
Alla Confederazione degli agricoltori italiani aderiscono molti titolari degli agriturismi e i loro familiari. Protagonisti delle serata sono stati i produttori agricoli, cuochi e cuoche che hanno presentato i prodotti dei loro orti e dei loro allevamenti elaborati secondo le tradizioni regionali. Presenti anche agricoltori delle zone colpite dal sisma del 2016 che nonostante le difficoltà hanno portato avanti la loro attività.La qualifica di agrichef, termine brevettato dalla Cia ma già molto diffuso, è stata assegnata finora ad un centinaio di persone, cuochi/cuoche di provata esperienza e abilità, impegnate all’interno della cucina di un agriturismo. Vengono trasformati prevalentemente prodotti aziendali nel rispetto della stagionalità soprattutto attingendo ai patrimoni della biodiversità regionale. Questo contribuisce anche a preservarli dal rischio dell’abbandono.
La loro cucina va molto al di là di un progetto puramente gustativo perché - se mangiare è un atto agricolo - rispettando le tradizioni della cultura contadina si tutela anche l’ambiente, così come è stato trovato e come dovranno trovarlo le generazioni future.
Tra i cento titolari di agriturismo di tutte le regioni italiane, undici per ogni anno da festeggiare, si sono presentati al grande pubblico presentando ognuno un prodotto o un piatto, raccontandone l’origine, la lavorazione e le tradizioni territoriali. Difficile gustare fuori da Piemonte i Ravioli al plin nel vino, con tutti i segreti che ha raccontato il piemontese Pier Carlo dell’agriturismo Punto Verde Ponti (Al) o il monumentale Timballo teramano a più strati di pasta (strippelle), anche 15, con mozzarella, uova, piselli, parmigiano, polpettine di carne e rigaglie di pollo.
Anna Maria dell’agriturismo Capodacqua di Montegualtieri (Te) ne ha descritto l’elaborata preparazione, riservata ai matrimoni o a feste speciali: abbondanza per esorcizzare la vita frugale del mondo contadino. Franco Iannelli, titolare con la moglie Pasqualina della Collina di Roseto (contrada Roseto di Benevento) ha invece descritto le tradizioni natalizie campane che non possono prescindere dalla delicatissima Minestra di cardone, indicata per il giorno dopo la rituale abbuffata, tanto per stare leggeri.
Presentato anche il Peposo toscano tipico dell’ Impruneta, nato nelle fornaci dove si produceva il famoso cotto. Un piatto semplice e nutriente a base di carne di manzo, lasciato nel coccio per cinque ore, così alla fine del turno di lavoro pronto. Ne ha raccontato la preparazione Lia di Villa Caprareccia di Bibbona (Li) che ha anche raccontato che questo era il piatto che ha nutriva le maestranze che lavoravano a Firenze alla costruzione del Duomo e della cupola del Brunelleschi. Particolare apprezzamento del pubblico ha accolto gli Spaghetti all’amatriciana di Emidio dell’Agriturismo Lu Ceppe di Cittareale (Ri), nell'area terremotata. Serve di rigore - ha detto - una padella di ferro per far rosolare il guanciale (no assoluto alla pancetta) poi abbondante peperoncino e pecorino a parte. Gli 11 piatti sono stati abbinati a vini regionali della cantina Eataly. Per segnare l’anniversario è stata anche offerta una grande torta offerta al pubblico con un calice di bollicine.
Mariella Morosi
www.eataly.net
www.cia.it
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