Solfiti nella carne
da sugo. Condannati
due macellai torinesi
Ai titolari della bottega Celoria Carni inflitti due anni e 15 giorni di reclusione e l’interdizione dall’esercizio della professione per adulterazione di sostanze alimentari.
Ma i cibi non erano pericolosi per la salute.
Le analisi del servizio veterinario dell’Asl di Torino risalgono al 2016: nella carne trita della storica bottega torinese Celoria Carni è stata riscontrata la presenza di solfito di sodio. Per questo, come riporta oggi il Corriere Torino, i titolari dell’attività commerciale sono stati condannati a due anni e 15 giorni di reclusione e all’interdizione dall’esercizio della professione, per «adulterazione di sostanze alimentari». I giudici della terza sezione penale hanno così accolto la ricostruzione fatta dal pubblico ministero Lisa Bergamasco.
Carne trita da sugo
I legali dei macellai hanno già annunciato che presenteranno appello: «A nostro avviso - sostengono - le analisi sulle carni, alla base della condanna, non sono attendibili». L’indagine era partita da un controllo dell’Asl, su igiene e qualità degli alimenti, che aveva poi evidenziato la presenza di solfito di sodio nella carne macinata. I solfiti, come altri additivi, hanno un’azione conservativa, rallentando la crescita microbica e antiossidante, e aiutando a mantenere il colore rosso delle carni. Il loro utilizzo, però, è vietato. Per questo Giorgio Celoria, 80 anni, e Francesca Aimone, 76 sono stati condannati. «Ma sono stati assolti dall’accusa che le carni fossero pericolose per la salute», sottolineano i legali.
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