COME
TI RACCONTO
TI RACCONTO
LO ZAFFERANO (1)
Quante sono le presentazioni capaci di banalizzare
prodotti pregiati? Vediamo di non caderci e di usare tecniche opportune
per valorizzarli.
Lo zafferano è un prodotto antico che ha percorso
migliaia di chilometri nella storia, partendo dall’oriente e arrivando in
Italia: l’oro rosso, come viene chiamato, ha sempre avuto un ruolo di prestigio
nella storia, grazie alle sue peculiari proprietà non solo sensoriali, ma anche
farmaceutiche e terapeutiche.
Il Crocus sativus L. ha sempre appassionato
migliaia di persone, trovando negli chef, nei gastronomi e nei lovers della
gastronomia i suoi veri testimonial. Ma quanto lo zafferano è conosciuto veramente
dai consumatori e dai ristoratori? Quali sono le sue note aromatiche,
importantissime, per capirne l’impiego in cucina? Come riuscire a far conoscere questo
meraviglioso prodotto e al contempo crearne affezione?
Per raggiungere un tale
obiettivo non basta una serata con un intervento frontale condotto da un
esperto che descriva le caratteristiche del prodotto e che alla fine lo faccia
assaggiare in purezza o in un piatto preparato ad hoc è indispensabile creare
un vero percorso formativo esperienziale e ludico, in grado di rendere
protagonista il partecipante che, passo passo, arriva a scoprire, divertendosi,
il profilo sensoriale dello zafferano in assaggio.
La progettazione
e la
preparazione
dell’evento
Per realizzare un evento veramente efficace è importante
fissare il livello di narrazione che si vuole raggiungere e definire gli
obbiettivi dell’intero percorso formativo e delle singole attività. Sicuramente
va pensato un evento dove il prodotto di punta, ovvero lo zafferano locale,
debba essere confrontato con altre tipologie di zafferano che arrivano da altre
parti d’Italia e del mondo, così da evidenziare al meglio le singole
caratteristiche e le possibili applicazioni di ciascuno nel campo culinario.
Nel momento dell’ideazione va anche valutata la possibilità di assaggiare non solo lo zafferano in purezza, ma anche alcuni piatti della tradizione enogastronomica locale in cui il prezioso oro rosso viene utilizzato e valorizzato. È importante infine definire i migliori spazi in cui svolgere l’evento e i corretti supporti per l’assaggio da impiegare.
L’attività
Nel momento dell’ideazione va anche valutata la possibilità di assaggiare non solo lo zafferano in purezza, ma anche alcuni piatti della tradizione enogastronomica locale in cui il prezioso oro rosso viene utilizzato e valorizzato. È importante infine definire i migliori spazi in cui svolgere l’evento e i corretti supporti per l’assaggio da impiegare.
L’attività
L’evento deve essere
caratterizzato da un susseguirsi di attività divertenti e coinvolgenti che
permettano via via che si svolgono un’acquisizione sempre più completa di
conoscenze delle proprietà dello zafferano, fino a sfociare in una
consapevolezza di come poter impiegare al meglio il prodotto. Il primo passo
con i partecipanti è sicuramente quello di allenare i propri sensi, nello
specifico il sistema olfattivo, attraverso un gioco che metta in sana
competizione tra i giocatori ma al contempo permetta a chi lo esegue di
misurarsi con le proprie capacità e conoscenze. Di seguito vanno poi
programmati tre differenti assaggi da condursi con tecniche diverse e sempre
più ludiche.
L’allenamento è possibile
utilizzare a tale scopo standard olfattivi (per esempio Sensory box) oppure un
kit con spezie, fiori, frutti ecc. con il quale i partecipanti cercano di
associare a ciascun aroma il proprio nome. Al termine dell’attività viene
corretta la sequenza degli aromi e proclamato il vincitore assoluto. Un altro
gioco di allenamento riguarda i meccanismi che regolano la percezione degli
aromi in bocca. Con l’impiego di
caramelle aromatiche ben definite e con una semplice tecnica di assaggio, è
possibile fornire ai partecipanti la consapevolezza di come, attraverso il
sistema olfattivo, si percepisca a livello retrolfattivo il complesso aromatico
di un prodotto.
Il primo assaggio
le parole dello zafferano
La prima di
attività di assaggio dello zafferano viene svolta in purezza ovvero con il
prodotto diluito nell’acqua e a ciascun partecipante vengono servite tre
tipologie differenti (per origine o per qualità). In questo primo passo del
percorso viene richiesto al gruppo di assaggiare uno alla volta i prodotti
proposti e di segnare su un’apposita scheda le caratteristiche visive,
olfattive e retrolfattive, tattili e gustative che vengono percepite. Il
conduttore attraverso la tecnica della tavola rotonda raccoglie in plenaria
tutti i descrittori percepiti dall’intero gruppo e ne realizza a voce un
profilo sensoriale condiviso. In questo modo si definiscono i primi parametri
organolettici del prodotto che scaturiscono dall’intero gruppo.
(Zafferano 1, continua)
Annalisa Renzi
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