domenica 28 luglio 2019

Val Camonica, una lotta continua quando le istituzioni non aiutano

Val Camonica, 

una lotta continua 
quando le istituzioni 

non aiutano



Produttori, allevatori, pastori, malghesi: difficile sopravvivere se non aiutati, se una strada viene chiusa per una frana e per otto mesi non viene fatto nulla. 

La protesta è silenziosa, singolare e in controtendenza. In sintesi «Voi - enti pubblici, Provincia in primo luogo - non mantenete le promesse e in otto mesi non siete stati in grado di ripristinare una strada chiusa per una frana? Noi: pastori, malghesi e allevatori, vi rispondiamo lavorando di più e producendo il doppio dei formaggi tipici».
L'originale manifestazione di dissenso avviene in alta valle Camonica, fra i comunidi Breno e Bagolino (patria del bagòss), in provincia di Brescia, dove la strada provinciale delle Tre Valli che sale al Croce Domini in località Campolaro, è chiusa dall'autunno scorso a causa di uno smottamento. I lavori per la messa in sicurezza del manto d'asfalto e il consoldiamento della parete rocciosa, dopo un lungo tiramolla (fra promesse e annunci) sono iniziati di fatto solo un mese fa.

La vita di pastori, malghesi e allevatori  (Val Camonica, una lotta continua quando le istituzioni non aiutano)
La vita di pastori, malghesi e allevatori

E cosi tutte le attività turistiche - rifugi e case vacanze, alberghi, ristoranti e trattorie - e agricole della zona sono ancora parzialmente bloccate e senza grandi prospettive per la stagione estiva. Difficile raggiungere i bivacchi, le mete montane così come le stalle, se non salendo dalla piana del Gaver o dal suggestivo, ma poco sicuro, Dosso dei Galli.

E così, stufi di tante promesse non mantenute e di impegni solo di facciata assunti dai Comuni, dalla Provincia, dalla Regione e dalla Comunità montana, han deciso di lanciare il guanto della sfida. «Altro che proclami per far vivere la montagna - han detto allevatori e operatori turistici - nella stagione di massima affluenza gli amministratori si sono squagliati come neve al sole. Vergogna».

Il lavoro di montagna è un lavoro in salita (Val Camonica, una lotta continua quando le istituzioni non aiutano)
Il lavoro di montagna è un lavoro in salita

Situazione drammatica per cui l'Associazione per il formaggio tipico Brè, presieduta da Francesco Moscardi, per questa stagione ha deciso di raddoppiare le forme di Brè commissionate agli alpeggiatori, in modo da dare loro fiducia e almeno un introito certo. «Visto il difficile momento - ha dichiarato Moscardi alla stampa locale- abbiamo deciso di fare la nostra parte. Si tratta di un piccolo gesto che purtroppo non riuscirà a cambiare le sorti della stagione e i problemi delle aziende agricole e delle stalle in quota, ma che vuole dimostrare vicinanza a chi, con cura e passione, ci fornisce da anni un prodotto eccellente, mantenedo vive le tradizioni e il territorio montano».

Una meta ideale per la stagione estiva (Val Camonica, una lotta continua quando le istituzioni non aiutano)
Una meta ideale per la stagione estiva

Il Brè poi è un formaggio unico. Nasce solo negli alpeggi in quota siti nel comune di Breno, fra i 1.700 e 2.000 metri d'altitudine, senza l'utilizzo di mangimi. I capi si nutrono esclusivamente nei pascoli fioriti, specie a luglio, e la salatura è effettuata ancora a mano. Un prodotto di nicchia che rimanere sempre e solo tale. 
di Renato Andreolassi
Renato Andreolassi

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