COME
TI RACCONTO
TI RACCONTO
LO ZAFFERANO (2)
Quante sono le presentazioni capaci di banalizzare
prodotti pregiati? Vediamo di non caderci e di usare tecniche opportune
per valorizzarli.
Il secondo assaggio -
quale zafferano nel risotto?
A questo punto si propone un assaggio
di un piatto cucinato (semplice come un risotto) preparato con le tre tipologie
di zafferano utilizzate nel primo assaggio. Il conduttore chiede al gruppo di
provarli uno alla volta e di associare i campioni di zafferano in purezza dell’assaggio
precedente con i tre piatti di risotto spiegando anche le motivazioni della
propria scelta. L’obiettivo di questa
attività è di riflettere ancora sulle caratteristiche organolettiche dello
zafferano di qualità e di come queste peculiarità vengano trasferite anche nei
piatti cucinati.
La naturale conclusione di questo gioco è proprio il concetto
della differenza tra campioni di zafferano e della presenza delle
caratteristiche del prodotto di qualità quali sapidità, intensità olfattiva,
note floreali e note speziate come il legno. Il terzo assaggio - le olimpiadi
del piacere e del lusso
Ultimo assaggio e chiusura dell’evento
E' un’attività
legata alla percezione di tipo edonico dove si chiede ai partecipanti, dopo
aver assaggiato tre dolci identici, ma preparati con le tre tipologie di
zafferano, di posizionare su un podio immaginario del piacere e uno del lusso i
campioni di dolci, evidenziando quale conquista il primo posto, quale il
secondo e quale il terzo. Non è detto che per entrambi i podi si raggiunga il
medesimo risultato. Il conduttore chiede al gruppo quale sia la classifica per
entrambi i podi e si apre la discussione sulle motivazione delle diverse
classifiche o meno di ciascun partecipante, il tutto richiamando le
caratteristiche delle tipologie di zafferano e mettendo l’accento su come uno
stesso prodotto possa influire in modi diversi se viene impiegato per
realizzare un piatto salato come il risotto oppure un dolce. Inoltre è
possibile, basandosi sui giudizi dei partecipanti, mettere l’accento sulla
piacevolezza di alcune caratteristiche di un particolare zafferano e di come
chi assaggia voglia quale soddisfazione in tutti i piatti (antipasti, primi,
secondi e dessert) in cui viene impiegato il medesimo zafferano.
Conclusioni
Conclusioni
Il
Consorzio per la Tutela dello Zafferano
dell’Aquila Dop, nel 2018, ha realizzato - in collaborazione con
Qui da noi cooperative agricole e Scuola
del Gusto Abruzzo e condotto dai Narratori del gusto e dal Centro Studi Assaggiatori - due workshop informativi-formativi
rivolti principalmente a ristoratori, coltivatori, esperti del settore, ma anche alla cittadinanza e ai
consumatori, con l’obiettivo di scoprire attraverso l’analisi sensoriale le peculiarità organolettiche
dello Zafferano dell’Aquila Dop.
A tale scopo è stato utilizzato il format appena descritto che ha portato al
coinvolgimento di circa quaranta partecipanti e che ha permesso di mettere l’accento sul come poter narrare
questo splendido prodotto in modo alternativo e come sia importante impiegare nei proprio locali e
nelle proprie ricettazioni lo Zafferano dell’Aquila Dop, non solo per le sue caratteristiche organolettiche di
eccellenza ma anche per ciò che la percezione dei sapori e degli aromi di questo prodotto rievoca del territorio
nell’individuo che lo assaggia e lo degusta.
Il risultato di questi momenti
formativi è stato sicuramente un’importante affezione verso lo Zafferano
dell’Aquila Dop e una maggior voglia da
parte di tutti di raccontarlo, di viverlo in prima persona e di farlo vivere
ai visitatori di queste bellissime zone
in cui viene coltivato il prezioso oro rosso.
(Zafferano 2, fine)
Annalisa Renzi
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