lunedì 22 luglio 2019

COME TI RACCONTO LO ZAFFERANO (2)

COME 
TI RACCONTO
LO ZAFFERANO  (2)


Quante sono le presentazioni capaci di banalizzare prodotti pregiati? Vediamo di non caderci e di usare tecniche opportune per valorizzarli.


Il secondo assaggio -
quale zafferano nel risotto? 
A questo punto si propone un assaggio di un piatto cucinato (semplice come un risotto) preparato con le tre tipologie di zafferano utilizzate nel primo assaggio. Il conduttore chiede al gruppo di provarli uno alla volta e di associare i campioni di zafferano in purezza dell’assaggio precedente con i tre piatti di risotto spiegando anche le motivazioni della propria scelta.  L’obiettivo di questa attività è di riflettere ancora sulle caratteristiche organolettiche dello zafferano di qualità e di come queste peculiarità vengano trasferite anche nei piatti cucinati. 
La naturale conclusione di questo gioco è proprio il concetto della differenza tra campioni di zafferano e della presenza delle caratteristiche del prodotto di qualità quali sapidità, intensità olfattiva, note floreali e note speziate come il legno. Il terzo assaggio - le olimpiadi del piacere e del lusso 
Ultimo assaggio e chiusura dell’evento 
 E' un’attività legata alla percezione di tipo edonico dove si chiede ai partecipanti, dopo aver assaggiato tre dolci identici, ma preparati con le tre tipologie di zafferano, di posizionare su un podio immaginario del piacere e uno del lusso i campioni di dolci, evidenziando quale conquista il primo posto, quale il secondo e quale il terzo. Non è detto che per entrambi i podi si raggiunga il medesimo risultato. Il conduttore chiede al gruppo quale sia la classifica per entrambi i podi e si apre la discussione sulle motivazione delle diverse classifiche o meno di ciascun partecipante, il tutto richiamando le caratteristiche delle tipologie di zafferano e mettendo l’accento su come uno stesso prodotto possa influire in modi diversi se viene impiegato per realizzare un piatto salato come il risotto oppure un dolce. Inoltre è possibile, basandosi sui giudizi dei partecipanti, mettere l’accento sulla piacevolezza di alcune caratteristiche di un particolare zafferano e di come chi assaggia voglia quale soddisfazione in tutti i piatti (antipasti, primi, secondi e dessert) in cui viene impiegato il medesimo zafferano. 

Conclusioni 
Il Consorzio per la Tutela dello  Zafferano dell’Aquila Dop, nel  2018, ha realizzato - in collaborazione con Qui da noi  cooperative agricole e Scuola del Gusto Abruzzo e condotto dai Narratori del gusto e dal Centro Studi  Assaggiatori - due workshop informativi-formativi rivolti principalmente a ristoratori, coltivatori, esperti  del settore, ma anche alla cittadinanza e ai consumatori, con l’obiettivo di scoprire attraverso l’analisi  sensoriale le peculiarità organolettiche dello Zafferano dell’Aquila Dop. 
A tale scopo è stato utilizzato il  format appena descritto che ha portato al coinvolgimento di circa quaranta partecipanti e che ha permesso  di mettere l’accento sul come poter narrare questo splendido prodotto in modo alternativo e come sia  importante impiegare nei proprio locali e nelle proprie ricettazioni lo Zafferano dell’Aquila Dop, non solo  per le sue caratteristiche organolettiche di eccellenza ma anche per ciò che la percezione dei sapori e degli   aromi di questo prodotto rievoca del territorio nell’individuo che lo assaggia e lo degusta. 
Il risultato di questi momenti formativi è stato sicuramente un’importante affezione verso lo Zafferano dell’Aquila Dop  e una maggior voglia da parte di tutti di raccontarlo, di viverlo in prima persona e di farlo vivere ai  visitatori di queste bellissime zone in cui viene coltivato il prezioso oro rosso. 
(Zafferano 2, fine)

Annalisa Renzi

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