Premio IaT, grazie ai professionisti
vince tutto il mondo
del turismo
Al termine di un'altra edizione del sondaggio tiriamo le somme: un successo innanzitutto per il settore dell'accoglienza nel suo complesso. La consegna dei premi è in programma il 28 e il 29 marzo a Gubbio
Onore ai vincitori del sondaggio forse più combattuto di sempre, ma anche a quei professionisti che non hanno rotto il nastro solo per un’incollatura di pochi voti. Come il festival di Sanremo insegna, si può vincere per lo 0,01% di voti in più, ma poi il vero successo lo si ha con il pubblico di tutti i giorni. E a vincere su tutti in ogni caso è il mondo dell’accoglienza, con tutte le sue specializzazioni e i suoi diversi protagonisti che per 9 settimane sono stati idealmente rappresentati dai candidati in gara. Lo spirito del Premio Italia a Tavola è del resto sempre stato quello di giocare, senza prenderci troppo sul serio, e di offrire ai lettori tanti esempi di professionalità. Non ci è mai interessato tanto chi potesse vincere, perché tutti erano degni di vincere. Ciò che conta è dare luce a tutte le categorie del mondo dell’enogastronomia, della ristorazione e dell’ospitalità, mettendo tutte le professioni sullo stesso piano. Non c’è chi è più bravo o chi è migliore. Cuochi o barman, sommelier o pasticceri, direttori d’hotel o pizzaioli, per noi sono tutte figure uguali per dare valore a un comparto che è poco considerato dalle istituzioni. E la massa enorme di votanti nei 3 turni fornisce da sola una risposta al disinteresse delle istituzioni verso le quali la faremo “pesare” per ottenere l’attenzione che merita un comparto centrale come quello del turismo, soprattutto nella sua declinazione dell’enogastronomia. E lo faremo a partire dalle premiazioni che si svolgeranno il 28 marzo a Gubbio.
Da 12 anni il nostro intento è quello di proporre candidati esemplari per ogni categoria per accendere i riflettori sul mondo che rappresentano. Poi lasciamo ad ognuno di loro la scelta di come porsi in gioco rispetto al pubblico per avere delle preferenze. Ci sono candidati che per riservatezza lasciano che i lettori scoprano da soli la loro presenza in lista ed altri che invece puntano su social, mail, interviste sui mezzi d’informazione, appelli al voto da parte delle loro aziende od agenzie. Da questo punto di vista non ci sono norme vincolanti, se non quella del rispetto fra i candidati (e salvo marginali occasioni questo c’è sempre stato).
Il sistema di voto del sondaggio non è un sistema controllato tramite registrazione proprio perché volevamo garantire una votazione libera, priva di impegno e immediata. Oltretutto la vittoria di questo sondaggio comporta solo un premio simbolico. Abbiamo sempre dichiarato che controllavamo gli IP, sistema comunque impegnativo e che richiede tempo (votazioni cioè fluide e non concentrate in poco tempo).
È però evidente dal numero dei votanti che negli ultimi anni l’interesse per il nostro sondaggio è cresciuto sempre di più. Se questo ci ha reso molto orgogliosi da una parte, dall’altra abbiamo notato che qualche candidato, preso dalla competitività, ha giocato forse troppo pensando di correre i 100 metri invece che fare una maratona. Qualcuno ha magari esagerato con gli sforzi fatti per avere un consenso e questo ha portato a volte a concentrazioni di voti che i nostri sistemi di sicurezza dei server hanno smaltito con difficoltà, generando delle temporanee sospensioni del voto per i necessari controlli. I candidati erano stati avvertiti di non fare sollecitazioni eccessive in pochi momenti, ma qualcuno si è fatto prendere la mano pensando di poter catalizzare consensi solo in chiusura del sondaggio e ciò ha portato ad un blocco temporaneo generale dei server di controllo a poche ore dalla chiusura. Di questo ci dispiace. In primis per noi, per aver perso la trepidazione che ha sempre coinvolto la nostra redazione (l’anno scorso abbiamo annunciato i vincitori in diretta social), e poi per i lettori. E in secondo luogo per chi, magari un po’ troppo coinvolto, si era organizzato per uno sprint finale che non è nella logica del sondaggio e si è in parte scontrato con l’esigenza di controllare tutti i voti con la dovuta attenzione.
Hashtag:
#premioiat
I vincitori di questa 12ª edizione del sondaggio Personaggio dell'anno di Italia a Tavola
Da 12 anni il nostro intento è quello di proporre candidati esemplari per ogni categoria per accendere i riflettori sul mondo che rappresentano. Poi lasciamo ad ognuno di loro la scelta di come porsi in gioco rispetto al pubblico per avere delle preferenze. Ci sono candidati che per riservatezza lasciano che i lettori scoprano da soli la loro presenza in lista ed altri che invece puntano su social, mail, interviste sui mezzi d’informazione, appelli al voto da parte delle loro aziende od agenzie. Da questo punto di vista non ci sono norme vincolanti, se non quella del rispetto fra i candidati (e salvo marginali occasioni questo c’è sempre stato).
Il sistema di voto del sondaggio non è un sistema controllato tramite registrazione proprio perché volevamo garantire una votazione libera, priva di impegno e immediata. Oltretutto la vittoria di questo sondaggio comporta solo un premio simbolico. Abbiamo sempre dichiarato che controllavamo gli IP, sistema comunque impegnativo e che richiede tempo (votazioni cioè fluide e non concentrate in poco tempo).
È però evidente dal numero dei votanti che negli ultimi anni l’interesse per il nostro sondaggio è cresciuto sempre di più. Se questo ci ha reso molto orgogliosi da una parte, dall’altra abbiamo notato che qualche candidato, preso dalla competitività, ha giocato forse troppo pensando di correre i 100 metri invece che fare una maratona. Qualcuno ha magari esagerato con gli sforzi fatti per avere un consenso e questo ha portato a volte a concentrazioni di voti che i nostri sistemi di sicurezza dei server hanno smaltito con difficoltà, generando delle temporanee sospensioni del voto per i necessari controlli. I candidati erano stati avvertiti di non fare sollecitazioni eccessive in pochi momenti, ma qualcuno si è fatto prendere la mano pensando di poter catalizzare consensi solo in chiusura del sondaggio e ciò ha portato ad un blocco temporaneo generale dei server di controllo a poche ore dalla chiusura. Di questo ci dispiace. In primis per noi, per aver perso la trepidazione che ha sempre coinvolto la nostra redazione (l’anno scorso abbiamo annunciato i vincitori in diretta social), e poi per i lettori. E in secondo luogo per chi, magari un po’ troppo coinvolto, si era organizzato per uno sprint finale che non è nella logica del sondaggio e si è in parte scontrato con l’esigenza di controllare tutti i voti con la dovuta attenzione.
di Alberto Lupini
direttore
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