mercoledì 5 febbraio 2025

Bar e ristoranti: luoghi del bere consapevole

 

Bar e ristoranti: 

non luoghi dell'eccesso, 

ma del bere consapevole

Il nuovo Codice della strada non intacca in nessun modo lo stile di vita italiano, ma serve prestare attenzione soprattutto ai giovani, fornendo loro una mobilità alternativa negli orari serali

di Aldo Mario Cursano
Vice Presidente Vicario Fipe

Inostri luoghi, bar e ristoranti, sono luoghi della socialità e dell’incontro e non certo degli eccessi o del vizio. È importante dirlo per far comprendere all’opinione pubblica e al legislatore come il pubblico esercizio si senta e abbia una responsabilità sociale, abbia a cuore i clienti, la loro salute e il loro benessere. Si avvale di competenze e professionalità in cucina, al banco, all’accoglienza che sono una garanzia in questo senso. Dico questo con la consapevolezza che chi viene alla tavola di un ristorante o a uno dei nostri caffè, viene per stare insieme, per trascorrere momenti piacevoli.

Bar e ristoranti: non luoghi dell'eccesso, ma del bere consapevole

Bar e ristoranti: non luoghi dell'eccesso, ma del bere consapevole

Eccedere costa tanto, ma è importante inquadrare al meglio il fenomeno della distribuzione di alcool in Italia. Oltre il 70% è riconducibile, infatti, alla vendita e solo poco meno del 30% è legato alla somministrazione. Questo dà la dimensione per comprendere che gli eccessi e gli abusi sono spesso legati a forme di vendita dell’alcool diverse da bar e ristoranti. E vediamo gli effetti anche e soprattutto sulle fasce più giovani della popolazione.

Il cibo e il vino, la tavola, il ristorante, lo stile di vita italiano non si fondano sugli eccessi, ma sulla salute e sul consumo equilibrato. Anche il nuovo Codice della strada, in questo senso, non modifica i limiti. Lo 0,5 che c'era in precedenza, rimane tale e non intacca la bottiglia in due che ci si può bere al ristorante, abbinata al pasto. Si sta tranquillamente all’interno dei limiti e lo stile italiano a tavola è salvo, lo è sempre stato

Cosa fare, allora? Serve rassicurare il consumatore in questa direzione e come Fipe ci stiamo organizzando per accompagnare tutti i pubblici esercizi, per esempio, con gli etilometri, per creare consapevolezza affinché ognuno possa comprendere e misurare i propri limiti. Sono tanti i fattori che agiscono, ma se il cliente viene supportato per lui è più facile comprendere i limiti, capire come non superarli e regolarsi di conseguenza. Il bere responsabile era ed è nei limiti di legge.

C'è poi un discorso da fare legato ai giovani. Non si può impedire ai giovani di vivere la proprio giovinezza: la responsabilità degli adulti è fare in modo che tutto si svolga in sicurezza, fornendo per esempio la possibilità di una mobilità alternativa. Permettere loro di non prendere auto o motorini, ma di avere a disposizione un servizio pubblico, che oggi purtroppo nelle fasce di tarda serata non è quasi mai garantito. Se inaspriamo le condizioni con l'obiettivo di creare consapevolezza dei rischi per sé stessi e per gli altri, serve fornire anche alternative.

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