Drone-mania:
tutti pazzi
per l’oggetto volante
Sono ormai
una realtà, che sembra destinata a diventare
una consuetudine paragonabile
all’uso di qualsiasi altro device impiegato per il lavoro, come ad esempio il
PC o il tablet.
C’erano una volta i rivenditori al
dettaglio, chiamati “negozi”, dove la gente comprava generi alimentari. Si
pagava con pezzi di metallo e carta, il cosiddetto “contante”, e poi si portava
a casa la merce per mezzo di una forma di locomozione nota come “camminare”.
Spesso questa era anche l’occasione per indugiare in un’attività definita “conversazione”,
uno scambio di messaggi verbali diretti, in tempo reale, talvolta fra più
partecipanti. Ma ben presto tutto questo potrebbe essere démodé, grazie
all’ultimo ritrovato della tecnologia: i droni. Sono una realtà con la quale ci
stiamo confrontando da pochi anni ma che col passare del tempo diventerà una
consuetudine, paragonabile all’impiego di qualsiasi altro device utilizzato per
lavoro, come il tablet, la macchina fotografica o il computer.
Sono dei velivoli a controllo remoto,
quindi senza pilota, che hanno le eliche ma non sono elicotteri. Alcuni hanno anche le
ali ma in tal caso non possono stazionare in cielo in “un punto fisso”. Le forme con
cui sono realizzati sono diverse a seconda
dell’utilizzo che ne viene fatto. Quelli
con 4 o più eliche si assomigliano ma possono
differire per potenza, capacità di
carico, sistemi di controllo e autonomia. La tecnologia è ovviamente di
provenienza militare, sdoganata e riadattata ad un impiego civile per ambiti
molto diversi tra loro: monitoraggio, sorveglianza, mappatura del territorio, protezione
civile.
Nella Silicon Valley, questo pensare in
grande si adatta perfettamente al panorama o, per meglio dire, al suo cielo. Il
loro attuale potenziale, spiega Chris Anderson, CEO di 3D Robotics e fondatore
di DIY Drones, è analogo a quello dei personal computer
negli anni Settanta. E prosegue
paragonando lo smanettare odierno a quello del leggendario “Homebrew Computer Club”
(fra i cui membri si annoveravano anche i fondatori di Apple Steve Wozniak e Steve
Jobs), che ha contribuito a spargere i semi
della rivoluzione del PC. Anderson e
altri colleghi prospettano un futuro radioso per i droni nel settore agricolo (controllo e
irrigazione delle colture), ma si affrettano ad aggiungere che nemmeno loro conoscono
tutti i possibili usi di questi apparecchi. “E non c’è bisogno di saperlo - ribatte
Zackary Schildhorn, la cui azienda Lux Capital ha finanziato diverse imprese nel settore -
assisteremo alla nascita di app che non avremmo mai immaginato, proprio com’è
avvenuto con i PC e gli smartphone”.
Gli ultimi dispositivi sono la
dimostrazione più eclatante dello sviluppo dei droni. “Oggi un normale
cittadino ha in tasca - afferma Schildhorn -, una tecnologia che appena dieci
anni fa il Presidente degli Stati Uniti poteva soltanto sognarsi”. “Fotocamere,
processori, giroscopi e tutti gli altri componenti di cui un drone ha bisogno
sono disponibili, senza limiti, per pochi centesimi - aggiunge Anderson -.
Siamo in grado di offrire quella che una volta era tecnologia di livello
militare tramite pezzi acquistati al RadioShack locale”.
Nati per scopi legati alla difesa e alla
sicurezza, i droni stanno vivendo oggi un vero boom in tutto il mondo, sia sul fronte
delle varie applicazioni civili, che per quanto riguarda l’interesse da parte del grande
pubblico. Le utilizzazioni professionali di questi piccoli velivoli
radiocomandati (soprattutto ad ala rotante, ma anche ad ala fissa) si moltiplicano
infatti di giorno in giorno: dalle riprese televisive e cinematografiche al monitoraggio
ambientale, dalla sorveglianza di grandi strutture e installazioni al telerilevamento
di aree urbane e agricole fino alle attività di protezione civile. E si tratta di
un settore ancora in rapida espansione.
Si utilizzano molto negli Stati Uniti,
soprattutto per la sicurezza e il controllo del territorio.
In Spagna per l’elettronica di bordo. La
Germania poi si distingue dalle altre per la sua efficienza dal lato
ingegneristico. E poi non si possono non citare Israele, nel controllo del
territorio, e ovviamente la Cina. Il Giappone invece, che in genere scala le
vette di tutte le classifiche che riguardano l’innovazione, si colloca qui in
una posizione non preminente. L’Italia è partita dopo rispetto ad altri Stati
ma è stata la prima nazione dell’Unione europea ad aver codificato la bozza del
Regolamento dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) che ha
abilitato10 scuole in tutta Italia ad effettuare dei corsi dei mezzi aerei a
pilotaggio remoto.
Il fenomeno dei piccoli oggetti volanti
(ma anche di quelli in grado di correre e saltare) dotati di video e fotocamere
è destinato a crescere in maniera esponenziale.
Il successo ottenuto fino ad oggi è solo l’inizio di un percorso che sta già adessocambiando le nostre abitudini in termini di riprese video, consentendo non solo a chi lo fa in maniera professionale ma anche agli amatori di poter girare delle immagini
Il successo ottenuto fino ad oggi è solo l’inizio di un percorso che sta già adessocambiando le nostre abitudini in termini di riprese video, consentendo non solo a chi lo fa in maniera professionale ma anche agli amatori di poter girare delle immagini
assolutamente impossibili da filmare
prima dell’avvento dei droni. Oltretutto gli usi possibili dei piccoli oggetti volanti
sono molteplici e sarà solo all’inventiva della gente il trovare la prossima e
definitiva “killer application” che trasformerà i droni in una presenza
costante nella nostra vita.
Nerea Bulva
Panorama Edit
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