domenica 19 novembre 2017

Ortrugo, tipico dell’Oltrepò Pavese

Ortrugo, 

vitigno bianco
tipico 

dell’Oltrepò Pavese


Appartenente alla tradizione piacentina, l’Ortrugo è un vitigno a bacca bianca presente sul territorio fin dall’epoca pre-cristiana. Le prime menzioni risalgono al 1818 quando viene citato con l’espressione “altruga”. 

Il nome in dialetto significa “altra uva”, indicando un vitigno più che altro utilizzato come uva da taglio con la Malvasia di Candia. Con questo nome compare nel Bollettino Ampelografico del Ministero dell’Agricoltura (1881). L’odierna dizione Ortrugo è utilizzata per la prima volta dal professor Toni (1927) sulle pagine della rivista “Italia Agricola”, annoverandolo fra i “principalissimi” vitigni bianchi da vino della provincia di Piacenza. L’ampelografo Molon (1909) gli riconosce similitudine con il vitigno chiamato Ortrugo de Rovescala dei dintorni di Stradella, nell’Oltrepò Pavese.

(Ortrugo, vitigno bianco tipico dell’Oltrepò Pavese)
foto: piacenzasera.it

Solo a partire dagli anni Settanta, a seguito dell’interessamento di alcuni viticoltori locali, comincia ad essere vinificato in purezza divenendo in breve tempo il bianco più diffuso nel territorio piacentino. Nel 2010 la creazione di una Doc che ne contempla tre tipologie: fermo, frizzante e spumante. È coltivato quasi esclusivamente nel territorio della provincia di Piacenza ed ha una discreta diffusione nell’Oltrepò Pavese, nei comuni ai confini con l’Emilia.

Nella versione spumante e frizzante si presenta di colore giallo paglierino chiaro con note verdognole, di facile beva, accattivante, con sentori freschi e fragranti, sostenuto da una discreta acidità. La tipologia ferma evidenzia una buona base alcolica e una bilanciata sapidità e freschezza. Si abbina con una merenda a base di salumi piacentini, ma si presta anche ad accompagnare piatti dal sapore tendente al dolce, come i tortelli di zucca, e ad esaltare il gusto di pesci e crostacei.
di Piera Genta

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