sabato 28 aprile 2018

CIPRO isola di storie, miti e leggende


CIPRO
isola di storie, 
miti e leggende

Non appartiene proprio alle mete più “in” del turismo. 
Sono in molti a sconsigliare Cipro perché si tratta di un’isola divisa e contesa fra Grecia e Turchia.
Anche la triste storia della divisione di Cipro è uno degli elementi che rendono il viaggio un’esperienza indimenticabile, non limitata al sole e al mare, ma immersa nella storia, nel cuore della gente e, come vedremo, anche nel mito. Nonostante l’incertezza sulla riunificazione politica dell’isola negli ultimi anni si sta facendo largo come destinazione turistica alla pari di quelle più in voga perché offre nove mesi di temperature accettabili, sole e mare e una storia ricca di monumenti di ogni genere.
Cipro non ha nulla da invidiare rispetto a quella che viene definita l’Europa moderna, infatti negli ultimi anni il Paese ha registrato un progresso notevole. Probabilmente dovuto pure al fatto che per anni è stato una colonia britannica. Una delle tracce lasciate dal  loro dominio è la guida a sinistra, poi c’è una base dell’esercito della Regina e infine la cultura della conoscenza della lingua: pochi sono i residenti che  non conoscono l’inglese oltre al greco.
Le infrastrutture stradali non rappresentano un problema e una strada a scorrimento veloce consente un collegamento accettabile fra le città più importanti. Non abbiamo incontrato intasamenti dovuti a traffico sostenuto.
Anche se Nicosia è la capitale e città più importante del Paese, Larnaca e Limassol viaggiano di pari passo, forse sono anche più interessanti. Larnaca ospita uno dei due aeroporti internazionali, l’altro si trova a Paphos.

Leggenda di Afrodite
Le spiagge di sabbia sono un po’ la caratteristica del Paese e per quei turisti che vanno in cerca di bagni e sole. Limassol è detta anche la “roccia di Afrodite”: molte donne di spirito si fanno fotografare vicino alla roccia nell’atto di uscire dall’acqua, in una moderna interpretazione della dea Venere. Poi per il gentil sesso un tappa obbligata è la penisola di Akamas dove, in mezzo alla vegetazione, si trova un laghetto naturale semi-protetto da una grotta. È noto col nome di Bagni di Afrodite, poiché si narra che la dea Venere venisse proprio qui a bagnarsi. Chi crede alla leggenda si sciacqua il viso con l’acqua del laghetto: si dice, infatti, che questo regali bellezza e fascino in eterno. Tuffarsi, fare il bagno nel laghetto però è illegale.
Cuor di Leone
Limassol, seconda città più grande dell’isola, centro dell’industria del vino e più che vivace località turistica, è situata tra le antiche città di Amatunte e Curium (Kourion). La storia di Limassol (Lemesos) è nota per gli eventi del 1191 quando si pose fine al dominio bizantino su Cipro. Il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone stava viaggiando verso la Terra Santa nel 1191. La sua fidanzata Berengaria e sua sorella Ioanna (Regina di Sicilia), erano anch’esse in viaggio su una nave. A causa di una tempesta la nave con le regine arrivò a Limassol. Isacco Comneno, governatore bizantino di Cipro, era crudele e senza cuore e detestava i latini. Invitò le regine a sbarcare, con l’intenzione di tenerle in ostaggio, ma rifiutarono. Isacco allora rifiutò loro di rifornirle d’acqua ed esse dovettero quindi scegliere tra riprendere il mare o piegarsi alla cattura. Quando Riccardo arrivò a Limassol e incontrò Isacco Comneno, gli chiese di contribuire alla crociata per la liberazione della Terra Santa. Anche se inizialmente accettò, Isacco in seguito rifiutò qualsiasi aiuto. Riccardo allora gli diede la caccia e lo sconfisse. Così il dominio bizantino giunse al termine e Cipro venne quindi presa dagli inglesi. Riccardo celebrò il suo matrimonio con Berengaria, che aveva ricevuto la corona di regina d’Inghilterra a Cipro. Riccardo distrusse Amatunte e i suoi abitanti vennero trasferiti a Limassol.
Serve forza lavoro
Una parte di Limassol è costituita dal turismo mordi e fuggi: hotel, ristoranti, bar, night club, promenade meravigliose, ormeggi per l’atracco di imbarcazioni yacht, e quant’altro faccia indotto. In cento città c’è un marina di recente costruzione. Gli ospiti della città fanno soprattutto attività sportive come camminate e jogging. Superfici verdi con rocce per free-climbing, piccoli acquapark e piste ciclabili hanno moltiplicato l’indotto turistico: outdoor sport lo chiamano.
Nel settore turistico da quanto sentito c’è bisogno di forza lavoro, la carsa conoscenza del greco non è un ostacolo. Oggi Limassol conta 101mila abitanti circa. Il castello medievale è uno dei nove castelli di Cipro e venne costruito dai bizantini attorno all’anno 1000 (gli altri sono a Kolossi, Larnaca e Paphos, nell’area oggi controllata dalla Repubblica di Cipro, e a Famagosta, Kantara, Buffavento, Sant’Ilarione e Kyrenia). Il Museo archeologico, invece, fornisce una collezione molto interessante di reperti trovati nel distretto di Limassol che risalgono ad un periodo che va dal neolitico al periodo romano. Alcuni di questi sono: asce in pietra del neolitico e del calcolitico, ceramiche e oggetti delle antiche città di Curium e Amathus, oltre a terrecotte romane, gioielleria in oro, monete, sculture, vasi, anelli, collane, statue in marmo, ecc.
Mi mangio Cipro
La cucina di Cipro si può definire mediterranea con specialità di carne e di pesce. I ciprioti amano mangiare molto, soprattutto la sera tardi. Il cibo più particolare sono in realtà tante portate servite una dietro l’altra, assaggi diversi che arrivano a tavola scansionati da qualche minuto uno dall’altro... il meze, da mezedhes, vale a dire piccole porzioni di varie prelibatezze locali: è una specialità che va gustata “siga, siga”, piano piano, nelle tipiche taverne dell’isola. La caratteristica fondamentale di un buon “meze” è l’abbondanza gustata a piccoli bocconi. Se vi trovate a Cipro e non siete abituati a mangiare tanto la sera ordinate il meze per una persona. Arriveranno comunque una decina di portate: pite, pane, olive, musaka tipica, carne, lumache, insalate varie, riso, tzatziki, l’eccellente formaggio grigliato Halloumi e tante altre bontà che si rifanno molto alla cucina greca. Il meze per due può arrivare fino a 30 assaggi!
Il vino dei Crociati
Ci sono buoni vini con cui accompagnare tanto bendidio, ma è altrettanto di alta qualità la birra, ottima per le giornate di gran caldo. Pur non essendo un ‘isola che garantisce un grande pescato, i piatti a base di prodotti marini sono tutti da gustare: cernie, dentici e tanto altro pesce bianco e crostacei.
La viticoltura è praticata intorno ai monti Troodos, zona con buona piovosità e ottime escursioni termiche che permettono alla vite di sopravvivere al caldo di Cipro e di concertare all’interno dell’acino gli intensi profumi di questa affascinante isola. Il vino tipico dell’isola è il Commandaria considerato forse il vino più antico del mondo e, probabilmente, fu il primo vino ad avere una “Denominazione d’Origine”. La leggenda vuole che il Commandaria sia stato prodotto inizialmente per Riccardo Cuor di Leone ed i suoi Crociati.
Le due realtà
A occhio nudo la parte greca di Cipro è molto più ricca e sviluppata di quella turca. I ciprioti di nazionalità ellenica tenderanno a correggere “non è la parte turca, ma la parte di Cipro occupata dalla Turchia”. Cipro è divisa dal 1983 in due entità: la Repubblica di Cipro, stato membro dell’Ue, e l’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord (riconosciuta solo dalla Turchia, che occupa circa il 37% del territorio dell’isola), in seguito all’invasione del luglio del 1974. La comunità greco-cipriota ha respinto in un referendum l’accordo sulla riunificazione proposto nel 2004 con la mediazione dell’allora segretario generale della Nazioni Unite, Kofi Annan.
Nel 2015 sono ripresi i negoziati, con la mediazione dell’Onu, per trovare una soluzione tramite la creazione di uno stato federale. A inizio luglio 2017, nella località svizzera di Crans-Montana è stata organizzata una conferenza internazionale su Cipro durata dieci giorni, che si è conclusa tuttavia senza il raggiungimento di un accordo. Tale esito ha determinato un nuovo stallo sulla questione cipriota.
Gratis nella parte turca, ma...
Oggi il passaggio fra le due entità è gratis, ma sono pochi gli ellenici che vanno dall’altra parte. Uno dei valichi ellenico-turco si trova in centro a Nicosia: in quello che sembra una passeggiata improvvisamente vi trovate di fronte a filo spinato, sbarre e guardie. Per molto tempo ai greci il passaggio dall’altra parte era vietato, poi v’è stato un periodo in cui bisognava pagare 25 euro per farlo. Siamo passati e sembra proprio di essere in Turchia con negozi di abbigliamento che abbondano di merce contraffatta, l’acquisto è off limit: dall’altra parte la merce verrebbe confiscata e si rischia una multa. Nella parte turca l’unica concessione fatta al turismo è che vengono accettati sia euro sia le lire turche. Quindi un caffè alla turca e ritorno nella parte ellenica.
Nella parte turca il turismo sta lentamente prendendo piede a Famagosta (41mila abitanti), dove si possono ammirare templi greci, teatri romani, strutture veneziane e chiese bizantine, quasi a raccontare la storia di questa città che era considerata la città più ricca del mondo.Ma dopo la cacciata dei crociati dalla Terra Santa, sotto la dominazione lusignana divenne il transito obbligato di tutti i commerci con l’Oriente.
Passata ai veneziani attraverso la regina Caterina Cornaro, nel 1570 dovette subire il tremendo assedio dei turchi e a nulla valsero le possenti mura a difesa che ancora oggi la circondano. Le loro proporzioni sono impressionanti: 15 metri di altezza e fino a 8 metri di spessore. Spicca la statua del leone, secondo la cui leggenda converrebbe mettergli una mano in bocca perché con un po’ di fortuna se ne potrebbe estrarre un tesoro.
Il centro storico della città è dominato da splendidi monumenti quali la Moschea di Lala Mustafa Paşa, la Cattedrale di San Nicola e la Chiesa di San Giorgio dei Greci. Varosha, invece è l’altra faccia di Famagosta, zona turistico/residenziale oggi ridotta a scheletro bianco affacciato sul mare. Una delle tante assurdità di questa che resta un’isola magica...

testo  di Valentina Prokić

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