Questo rompicapo
fece la sua comparsa 250 anni fa in Inghilterra: non aveva (quasi) nulla a che
fare con il gioco, eppure in due
secoli ha conquistato il mondo
Se oggi sappiamo che i giochi da tavolo sono antichissimi
(antichi Egizi e Babilonesi li conoscevano già), l’invenzione del puzzle è
molto più recente. E ha avuto un’evoluzione inaspettata e curiosa. Ecco alcune
notizie che (forse) non sapete sulla storia di questo rompicapo, nato per
ragioni tutt’altro che ludiche
Chi l’ha inventato?
Il primo puzzle (dall’inglese “jigsaw puzzle”, rompicapo) fu realizzato in Inghilterra nel 1767 dal cartografo e precettore (preposto all’istruzione dei ragazzi) John Spilsbury (1739-1769). Fu lui che ebbe l’idea geniale di fissare un planisfero a una tavola di legno e di separare poi con un seghetto le singole nazioni seguendone fedelmente i confini. Quello che uscì era un rompicapo che i suoi allievi dovevano risolvere, ricomponendo la cartina.
Il primo puzzle (dall’inglese “jigsaw puzzle”, rompicapo) fu realizzato in Inghilterra nel 1767 dal cartografo e precettore (preposto all’istruzione dei ragazzi) John Spilsbury (1739-1769). Fu lui che ebbe l’idea geniale di fissare un planisfero a una tavola di legno e di separare poi con un seghetto le singole nazioni seguendone fedelmente i confini. Quello che uscì era un rompicapo che i suoi allievi dovevano risolvere, ricomponendo la cartina.
Inaspettatamente il suo puzzle ebbe un successo enorme,
tanto che Spilsbury realizzò con la stessa tecnica mappe con temi sempre più
specifici, ma sempre geografici. Comparve così la mappa dell’Europa, dell’Asia
e di tutti gli altri continenti.
Spasso da ricchi
Il vero ostacolo alla diffusione del puzzle inizialmente
fu il costo elevato: i primi “rompicapi” infatti erano sagomati a mano, un
pezzo alla volta, da artigiani specializzati. Inoltre le mappe venivano dipinte
su legni pregiati come il mogano e il cedro. Non erano insomma per tutte le
tasche, ma solo per chi poteva permetterselo: solitamente, i figli della
nobiltà e della ricca borghesia europea e americana.
Con il passare del tempo i soggetti dei puzzle si
differenziarono: non venivano più illustrate solamente mappe geografiche, ma
anche episodi storici o di attualità, come l’incoronazione della Regina
Vittoria d’Inghilterra (1838), e disegni di animali o storie fantastiche.
Cambiarono anche i legni utilizzati: per distribuire meglio i puzzle, e far
calare i prezzi, iniziarono a essere utilizzati legni meno pregiati.
Personalizzati
A inventare i puzzle personalizzati (par puzzle) negli
Anni ‘30 del Novecento furono due giovani disoccupati, Frank Ware e John
Henriques. Per realizzarli tagliarono sul tavolo della loro sala da pranzo il
primo puzzle su commissione (con la data di nascita del committente). Nel
realizzarli fecero dei bordi di forma irregolare in modo che fossero più
difficili da completare. I par puzzle divennero presto (e sono ancora) un
genere per intenditori: piuttosto costosi e ricercati.
A incastro
Nel 1910 fu introdotto il puzzle interlocking, quello con
i pezzi a incastro. A partire dagli Anni ‘50 i tradizionali puzzle in legno
vennero poi sostituiti da quelli in cartone, che avevano anche il vantaggio di
una migliore qualità di stampa e permettevano di riprodurre fedelmente quadri
celebri e foto spettacolari.
I puzzle oggi sono fabbricati in due
fasi: la stampa e il taglio. L’immagine, stampata su carta antiriflesso e
incollata su cartoncino, finisce sotto una pressa che, con un reticolo di lame,
la taglia a pezzi. Le lame sono piegate a mano e, dopo vari utilizzi, sono
sostituite: così gli stessi puzzle hanno forme diverse.
Da record
Uno dei puzzle più grandi al mondo è stato assemblato
nella piazza centrale di Ravensburg (Germania), per il 125° compleanno della
Ravensburger, casa produttrice di giocattoli, il 28 settembre 2008. Oltre
quindicimila persone incastrarono 1.076.820 pezzi, su di una superficie
complessiva di 600 mq. L’anno successivo entrò nei Guinness dei primati un
puzzle composto da 24.000 pezzi: aveva una dimensione finale di 4,28 per 1,57
metri. Oggi uno dei puzzle più grandi in commercio è quello che riproduce un
dipinto del pittore americano Keith Haring (32.000 pezzi).
Ultimi modelli
Oltre ai puzzle con effetti di luce o illusioni ottiche,
oggi si trovano nei negozi i puzzle 3D, cioè a tre dimensioni: i pezzi sono
mattoncini che, assemblati nel modo corretto, creano oggetti tridimensionali
come la Tour Eiffel. Ulteriori evoluzioni sono i puzzle-ball, in cui pezzi
arrotondati vanno a formare sfere dipinte; i double-face, che rappresentano la
stessa immagine, o due figure molto simili, su ambo i lati; e i puzzle che
mostrano animazioni grazie alla realtà aumentata.
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