domenica 22 aprile 2018

Mille e un puzzle


Mille e un puzzle
Questo rompicapo fece la sua comparsa 250 anni fa in Inghilterra: non aveva (quasi) nulla a che fare con il gioco, eppure in due secoli ha conquistato il mondo

Se oggi sappiamo che i giochi da tavolo sono antichissimi (antichi Egizi e Babilonesi li conoscevano già), l’invenzione del puzzle è molto più recente. E ha avuto un’evoluzione inaspettata e curiosa. Ecco alcune notizie che (forse) non sapete sulla storia di questo rompicapo, nato per ragioni tutt’altro che ludiche
Chi l’ha inventato?
 Il primo puzzle (dall’inglese “jigsaw puzzle”, rompicapo) fu realizzato in Inghilterra nel 1767 dal cartografo e precettore (preposto all’istruzione dei ragazzi) John Spilsbury (1739-1769). Fu lui che ebbe l’idea geniale di fissare un planisfero a una tavola di legno e di separare poi con un seghetto le singole nazioni seguendone fedelmente i confini. Quello che uscì era un rompicapo che i suoi allievi dovevano risolvere, ricomponendo la cartina.
Inaspettatamente il suo puzzle ebbe un successo enorme, tanto che Spilsbury realizzò con la stessa tecnica mappe con temi sempre più specifici, ma sempre geografici. Comparve così la mappa dell’Europa, dell’Asia e di tutti gli altri continenti.
Spasso da ricchi
Il vero ostacolo alla diffusione del puzzle inizialmente fu il costo elevato: i primi “rompicapi” infatti erano sagomati a mano, un pezzo alla volta, da artigiani specializzati. Inoltre le mappe venivano dipinte su legni pregiati come il mogano e il cedro. Non erano insomma per tutte le tasche, ma solo per chi poteva permetterselo: solitamente, i figli della nobiltà e della ricca borghesia europea e americana.
Per tutti i gusti
Con il passare del tempo i soggetti dei puzzle si differenziarono: non venivano più illustrate solamente mappe geografiche, ma anche episodi storici o di attualità, come l’incoronazione della Regina Vittoria d’Inghilterra (1838), e disegni di animali o storie fantastiche. Cambiarono anche i legni utilizzati: per distribuire meglio i puzzle, e far calare i prezzi, iniziarono a essere utilizzati legni meno pregiati.
Personalizzati
A inventare i puzzle personalizzati (par puzzle) negli Anni ‘30 del Novecento furono due giovani disoccupati, Frank Ware e John Henriques. Per realizzarli tagliarono sul tavolo della loro sala da pranzo il primo puzzle su commissione (con la data di nascita del committente). Nel realizzarli fecero dei bordi di forma irregolare in modo che fossero più difficili da completare. I par puzzle divennero presto (e sono ancora) un genere per intenditori: piuttosto costosi e ricercati.
A incastro
Nel 1910 fu introdotto il puzzle interlocking, quello con i pezzi a incastro. A partire dagli Anni ‘50 i tradizionali puzzle in legno vennero poi sostituiti da quelli in cartone, che avevano anche il vantaggio di una migliore qualità di stampa e permettevano di riprodurre fedelmente quadri celebri e foto spettacolari.
I puzzle oggi sono fabbricati in due fasi: la stampa e il taglio. L’immagine, stampata su carta antiriflesso e incollata su cartoncino, finisce sotto una pressa che, con un reticolo di lame, la taglia a pezzi. Le lame sono piegate a mano e, dopo vari utilizzi, sono sostituite: così gli stessi puzzle hanno forme diverse.
Da record
Uno dei puzzle più grandi al mondo è stato assemblato nella piazza centrale di Ravensburg (Germania), per il 125° compleanno della Ravensburger, casa produttrice di giocattoli, il 28 settembre 2008. Oltre quindicimila persone incastrarono 1.076.820 pezzi, su di una superficie complessiva di 600 mq. L’anno successivo entrò nei Guinness dei primati un puzzle composto da 24.000 pezzi: aveva una dimensione finale di 4,28 per 1,57 metri. Oggi uno dei puzzle più grandi in commercio è quello che riproduce un dipinto del pittore americano Keith Haring (32.000 pezzi).
Ultimi modelli
Oltre ai puzzle con effetti di luce o illusioni ottiche, oggi si trovano nei negozi i puzzle 3D, cioè a tre dimensioni: i pezzi sono mattoncini che, assemblati nel modo corretto, creano oggetti tridimensionali come la Tour Eiffel. Ulteriori evoluzioni sono i puzzle-ball, in cui pezzi arrotondati vanno a formare sfere dipinte; i double-face, che rappresentano la stessa immagine, o due figure molto simili, su ambo i lati; e i puzzle che mostrano animazioni grazie alla realtà aumentata.

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