Vinitaly,
la logistica va rivista
Vignaioli bresciani
in dubbio per il 2019
“Vinitaly: vignaioli bresciani pronti a dire basta. Ore di coda e logistica insufficiente mettono in dubbio per il futuro la presenza a Verona”. È il titolo di prima pagina di oggi del Giornale di Brescia.
Il tema verrà affrontato dal Consorzio della Franciacorta; più o meno sulla stessa linea il Consorzio della Lugana che parla di «imbarazzo per gli stranieri invitati». Niente di nuovo, del resto ne avevano già parlato nel pezzo di lunedì. Anzitutto il super-affollamento e gli spazi angusti difficili da vivere tanto per i visitatori quanto per gli espositori.«Non parliamo delle file chilometriche di auto in ingresso a partire dall'uscita del casello di Verona Sud e del costo dei parcheggi» dicono ancora i produttori bresciani. Per chi, come il sottoscritto ha usato il treno, tempi più umani. Partenza alle 8.32 da Brescia, arrivo con trasferimento in bus navetta alle 10.10. Certo gli organizzatori dovranno - per il futuro - mettere mano ad alcuni aggiustamenti logistici. Corse speciali di treni e potenziamento dei parcheggi sono due ipotesi su cui lavorare per evitare che il fiore all'occhiello del made in Italy si trasformi in un fuggi-fuggi generale.
Anche se vale, per ora, la considerazione di un ristoratore gardesano, Vittorio dell'omonima locanda di Manerba: «Io non ci vado più perché c’è troppo caos - constata - anche se pure qui arrivano e soggiornano stranieri in visita al salone. Comunque, se tanta gente corre a Verona con un biglietto di 80 euro, per ora, hanno ragione gli organizzatori. L'interesse per il vino è più alto - e costoso - della domanda. E il bilancio della 4 giorni è comunque all'insegna del gran successo, soprattutto per la sfilata dei politici. Ma il vino è un’altra cosa».
di Renato Andreolassi
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