E VINO BELLUNESE
BINOMIO PERFETTO
Solo qualche anno fa parlare di vino bellunese era pressoché impossibile: Esisteva una sola contina, in provincia e si trovava ai confini con... Valdobbiadene.
Ultimamente le cose sono cambiate e a Verona ha fatto la sua timida presenza anche Belluno.
Tra la
variegata affluenza di buyer, curiosi, politici (!) e appassionati di vini di tutto
il mondo, al Vinitaly 2018 si sono fatti notare - nel padiglione della Regione Veneto - anche i folkloristici costumi
della "Confraternita del Piave Dop".
Per questi simpatici rappresentanti della buona gastronomia bellunese l’obiettivo era quello di far conoscere naturalmente una particolare specialità della regione dolomitica: il formaggio Piave Dop, primo nella grande diversità del settore caseario montano e una delle novità in quello enologico della provincia bellunese.
Per questi simpatici rappresentanti della buona gastronomia bellunese l’obiettivo era quello di far conoscere naturalmente una particolare specialità della regione dolomitica: il formaggio Piave Dop, primo nella grande diversità del settore caseario montano e una delle novità in quello enologico della provincia bellunese.
E’ stata
un’occasione per incontrare la nuova produzione prealpina, quella dei vini
della Valbelluna che hanno svelato un sorprendente potenziale. Tradizione
consolidata dai successi per la Lattebusche dunque e novità assoluta enologica che hanno dato risalto alla realtà del
Bellunese.
Protagonisti
cinque viticoltori del Consorzio di tutela Coste del Feltrino e alcuni
componenti della Confraternita del formaggio dop Piave (col presidente Fabio
Bona), introdotti da Enzo Guarnieri, presidente del Consorzio di tutela Coste
del Feltrino, da Alberto Marcomini, giornalista enogastronomico bellunese, da
Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura di Belluno e Giampaolo Ciet, presidente di Piwi Veneto (viti
resistenti),
Quella
bellunese è una viticoltura di confine (con
pendenze talvolta elevate e grandi difficoltà di meccanizzazione) ma che sta
sviluppandosi lungo la valle del Piave e
dintorni, da Cortina all’Alpago, a Fonzaso; e che recupera, accanto a varietà
internazionali, vitigni autoctoni come la Turca, la Bianchetta, la Pavana, la Gata.
“Sembra che
stiano dando buoni risultati nei nostri terroir» ha spiegato Guarnieri.
Secondo
i dati di Veneto Agricoltura relativi alla vendemmia 2017; nel Bellunese ci
sono 167,67 ettari di superficie vitata, in gran parte a bacca bianca. Le
aziende vitivinicole sono 96, con una media di l,54 ettari di media.
Le aziende
del consorzio coltivano 20 ettari di vite per 1.200 ettolitri di vino all'anno,
e altri 20 ettari entreranno in produzione nei prossimi anni.
"Siamo pronti a chiedere
una doc: abbiamo fatto studi storici e ampelograflci, che presto saranno
ufficializzati, da cui emerge un'identità - precisa Lodovico
Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto - questi vini bellunesi sono
ciò che il
consumatore
cerca. Sono vini che hanno in più diversità da altri vini e sono anche biologici e sostenibili, quindi già nel'attualità della
viticoltura".
Sostene Schena
Sostene Schena
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